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6 Maggio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Qual é l’8000 più difficile da scalare? Nirmal Purja: “L’Everest da Sud”

Everest, primavera 2021: C1 (6100 m) Nirmal Purja. Fonte facebook

‘Nims’: “Senza tutte le guide Sherpa, dimenticati la parete del Lhotse; farai fatica ad attraversare la Cascata di Ghiaccio del Khumbu”

In un post pubblicato oggi sui suoi canali social, il celebre scalatore nepalese Nirmal Purja (alias Nims), l’unico ad aver scalato i 14 Ottomila in 6 mesi e 6 giorni e autore della prima salita invernale del K2 senza ossigeno supplementare,  ribadisce la difficoltà della montagna più alta al mondo: l’ Everest (8.848 m):
“Molti mi chiedono – qual è la vetta di 8000 metri  più difficile da scalare?
La mia risposta è l’Everest dal versante Sud – scrive ‘Nims’ –  Senza tutte le guide Sherpa, dimenticati la parete del Lhotse; farai fatica ad attraversare il Khumbu Icefall.
Nonostante l’enorme lavoro degli  Sherpa, è comunque molto rischiosa e pericolosa. Devi scalare la famosa Cascata di Ghiaccio del Khumbu, poi superare la Death Valley Western-Cwn (Valle del Silenzio), poi scalare la parete verticale del Lhotse  fino alla vetta dell’Everest.
Inoltre, vedo molti scalatori che affermano di aver scalato l’Everest in solitaria utilizzando la via aperta dagli Sherpa,  le stesse corde fisse e alcuni  anche le tende piazzate da altri scalatori. Forza ragazzi, potete mentire al resto del mondo, ma non potrete mai mentire a voi stessi.
Ed ecco che arriva il dibattito su “con o senza ossigeno supplementare“, se sei uno scalatore che piazza le corde fisse con il supporto di bombole di ossigeno, con una portata di 0.5/litro a 8000 metri  o se sei uno scalatore che segue la via che è già stata attrezzata. Piazzare le corde fisse e fare traccia anche con una portata di ossigeno di 0.5/litro è più DURO. Ci sono stato e l’ho fatto”.