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18 Ottobre 2017

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A rischio la mountain bike nelle Alpi Marittime?

Fonte: Cicloturismo/facebook

Cicloalpinismo.com  contro il nuovo Regolamento delle Aree protette delle Alpi Marittime

Il team di Cicloalpinismo, sito che raggruppa centinaia di appassionati di mountain bike, ha aperto una petizione contro il nuovo Regolamento delle Aree protette delle Alpi Marittime.

Secondo l’associazione, alcuni articoli metterebbero a rischio l’attività ciclistica sui sentieri delle Alpi Marittime. Raccolte, in 24 ore, oltre 1500 firme.

La denuncia di Cicloalpinismo sui social: “Il nuovo “Regolamento delle Aree Protette delle Alpi Marittime” è in attesa di approvazione da parte della Regione Piemonte. Il suddetto regolamento dedica l’Articolo 5 alla regolamentazione dell’attività ciclistica e si compone di quattro commi: tre di questi (N°2-3-4) esprimono in maniera esauriente e corretta un dovere di salvaguardia dell’ambiente che ci si può aspettare da un Ente Parco. Il comma 1, purtroppo, va però oltre e recita: “La circolazione delle biciclette, comprese quella a pedalata assistita, è consentita sulle piste forestali, sui sentieri e le mulattiere individuati e segnalati dall’Ente”

ATTENZIONE! Nonostante l’approccio in apparenza positivo al tema – “è consentito”- sostanzialmente significa che l’utilizzo della bicicletta viene vietato ovunque, salvo l’individuazione e la segnalazione di percorsi che l’Ente avrà la compiacenza di concedere in deroga. Questo articolo potrebbe sancire la messa al bando della pratica della mountain bike su centinaia di chilometri di strade e sentieri in tutte le aree protette delle Alpi Marittime che comprendono porzioni della Val Tanaro, Valle Pesio, Val Vermenagna, Valle Gesso e Valle Stura.

Nonostante l’Ente Parco sostenga di aver interpellato gli “stakeholder” chiave sul tema, nessuno ha avanzato dubbi sul regolamento e questo ci lascia molto perplessi circa le modalità di coinvolgimento da parte dello stesso verso le associazioni interessate (es. IMBA Italia e Club Alpino Italiano – MTB CAI ).

Da un incontro avuto con i rappresentanti dell’Ente Parco è emerso che fra le ragioni di questo divieto vi sia il timore dell’”invasione” delle e-bike: vietare l’accesso a tutti i tipi di bici e su tutti i sentieri, in maniera indiscriminata, non è una risposta accettabile che ci si aspetti da un soggetto che oltre che tutelare l’ambiente deve permetterne una fruizione sostenibile. Dal nostro punto di vista riteniamo ci possano essere altre alternative al divieto per ottenere entrambi questi obiettivi.
Per questo vi invitiamo a sostenerci nel chiedere lo stralcio del comma 1 dell’Art. 5 nelle sedi regionali per valutarne una modifica che tenga conto delle opinioni di chi l’escursionismo alpino in mountainbike lo pratica e lo vive ogni giorno con passione e rispetto.”

Sul sito del Parco pubblicata la versione sbagliata del Regolamento. Il Parco si scusa

Secondo quanto pubblicato su Targatocn.it, sul sito del Parco sarebbe stata pubblicata una versione errata del Regolamento.

Il presidente dell’Ente Parco, Paolo Salsotto: “Semplicemente sono circolate due versioni. Sull’albo pretorio del Parco c’è quella sbagliata. Chiediamo scusa, è stato un errore nostro. La versione depositata in Regione è invece quella corretta”. (Approfondimento)