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23 Marzo 2017

Climbing · Vertical

SASHA DIGIULIAN. I nuovi progetti della climber americana

Sasha DiGiulian. Foto: Greg Mionske/RedBull Content Pool

Sasha DiGiulian. Foto: Greg Mionske/RedBull Content Pool

LE PROSSIME SFIDE DELLA CLIMBER AMERICANA

Dopo la laurea alla Columbia University nel maggio 2016 la climber americana Sasha DiGiulian è stata in Colorado, Francia, Montana e Brasile, dove ha completato la prima salita di un nuovo e difficile percorso di 650 metri “Planeta dos Macacos”, con Felipe Camargo. Un risultato straordinario per DiGiulian: una piacevole interruzione nel suo programma mentre si recava a Rio per le Olimpiadi a ricevere la notizia dell’inclusione dell’arrampicata nei Giochi del 2020.

Dopo essersi trasferita in autunno a Boulder, in Colorado, ha iniziato il nuovo anno concentrandosi sulla sua passione: essere ottimista sul presente e non preoccuparsi del futuro.

Sasha DiGiulian: prima salita di "Planeta dos Macacos", foto: Marcelo Maragni/RedBull Content Pool

Sasha DiGiulian: prima salita di “Planeta dos Macacos”, foto: Marcelo Maragni/RedBull Content Pool

Per DiGiulian ciò che è significativo è sia eccellere nell’arrampicata e perseguire la sua passione, sia parlare in pubblico a sostegno del suo lavoro: «Ho molti obiettivi relativi all’arrampicata e all’esplorazione, diventare una voce di riferimento tra la gente per ciò in cui credo è certamente uno dei miei scopi», dice DiGiulian, che è appena stata nominata nel consiglio del Women’s Sports Foundation ed è anche ambasciatrice di Right to Play, Up2Us Sports e dell’American Alpine Club. DiGiulian sta usando la sua voce per incoraggiare i giovani alla crescita e alla consapevolezza di sé attraverso lo sport, e utilizzando l’arrampicata come riferimento spera di servire come cassa di risonanza per la sensibilizzazione dell’universo femminile.

Sasha DiGiulian a Yosemite. Foto: Cristian Pondella/RedBull Content Pool

Sasha DiGiulian a Yosemite. Foto: Cristian Pondella/RedBull Content Pool

Sasha è focalizzata su diverse questioni legate all’arrampicata, sia su roccia sia su altre superfici: «Credo fermamente che salire molto – sia all’interno sia all’esterno – migliori considerevolmente la scalata», dice DiGiulian, la quale spiega che è facile cadere in un ciclo ripetibile. «Questo può accadere abitualmente provando le stesse salite o facendo regolarmente la stessa serie di esercizi che attiva gli stessi muscoli e le medesime aree del cervello. Spesso ci troviamo in uno stato stazionario». Per attaccare questo “stato stazionario” in termini di prestazioni DiGiulian ha iniziato a lavorare con Patxi Usobiaga, scalatore professionista spagnolo che ha ottenuto un impressionante record di vittorie in gare del circuito internazionale tra il 2005 e il 2009 e con cui, nel mese di febbraio, DiGiulian si è allenata in Spagna.

«Nel mio programma è previsto un periodo di allenamento specifico in palestra», dice DiGiulian, il cui obiettivo è quello di completare una linea sulla difficilissima falesia di calcare a Oliana, in Spagna. Questo periodo di allenamento, che consisteva in quattro giornate di otto ore e due giorni di arrampicata outdoor concentrati in una settimana, è stato intenso, ma è stata anche una grande esperienza di apprendimento per DiGiulian.

Sasha DiGiulian e Patxi Usobiaga. Fonte: Instagram DiGiulian. Foto: @maagyves

Sasha DiGiulian e Patxi Usobiaga. Fonte: Instagram DiGiulian. Foto: @maagyves

«La parte più difficile del mio allenamento è stata fidarsi del lento processo di apprendimento», dice DiGiulian, «non ho percepito vantaggi immediati. In realtà per molti giorni ho avuto la sensazione di arrampicare peggio di quanto non facessi prima di cominciare gli allenamenti». Invece di schivare la sofferenza dei duri allenamenti, Sasha sta lavorando a non farsi attaccare dal dolore: “Questo ha accresciuto la mia consapevolezza sul potere di credere»,  ha raccontato . «Non importa quanto sia difficile l’allenamento: se non credo in quello che sto facendo non realizzerò l’obiettivo che mi sono prefissata».

La vera prova sarà durante l’anno, già stracolmo di viaggi, che inizierà con il ritorno in Spagna alla fine di marzo e sarà seguito da alcuni progetti su grandi pareti che la porteranno in Tibet, Perù, probabilmente in Madagascar e nello Yosemite National Park. Per DiGiulian dare un senso a tutto ciò è semplice: «Voglio vedere cosa succede quando mi spingo oltre quello che ho ed esplorare ciò che non sapevo nemmeno esistesse dentro di me».

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