MENU

26 Settembre 2016

Sea… e la condizione umana?

In questi momenti non si sa mai come esprimere ciò si prova nel profondo: il rischio è spesso quello di passare per il classico esempio di complesso Nimby… l’acronimo sta per Not In My Back Yard, sostanzialmente “fatelo, ma non nel mio giardino”.

Leggo un post del mio amico Marco Blatto, eccellente alpinista e scrittore che presiede la delegazione del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna per il Piemonte e la Valle d’Aosta, artista, esploratore …e molte altre cose!

“Oggi, il progetto della costruzione di una strada a uso pastorale che dovrebbe risalire il vallone fino agli alti piani di Sea, a 1800 metri, mette in serio pericolo l’integrità del vallone. Una strada dai dubbi benefici economici (voluta dal Comune di Groscavallo con i finanziamenti previsti dal PSR 2014 -2020) ma dal certo effetto devastante sul carattere e sull’anima del luogo. Uno dei più incredibili valloni delle Alpi, il cui rilancio concepito in altro modo troverebbe senz’altro riscontri maggiori. E’ difficile spiegare il valore del “bello” e del “sentimento” quando vi sono interessi economici. Sedetevi allora al Massiet, quando il sole inizia e calare dietro i contrafforti di Mombran, osservate le pieghe delle rocce e ascoltate il silenzio irreale rotto soltanto dal vociare delle acque. Capirete, allora, perché è importante che le “antiche sere” sopravvivano”.

Conosco il vallone di Sea e non solo perché ci sia stato o perché ne ami la natura intrinseca, ma soprattutto per la sua storia, sia quella risalente al ‘600, tra santuari e vite di uomini, sia quella relativamente più recente che parla di visionari e artisti, filosofi e arrampicatori.

p_20160926_173327

Che cosa dire? Perché esprimere un parere? Sono solo uno dei tanti nessuno, ma durante gli ultimi venti anni della mia vita ho cercato in qualche modo di migliorare il mondo intorno a me con tutte le mie forze. Qualche progetto è andato bene e altri hanno avuto meno risultati, ma ho messo la mia anima in ogni sforzo a partire dal provare a comprendere il mondo che ho intorno, profondamente, per poi agire in esso con il mio cuore. Ho lavorato insieme a tantissime altre persone mosse dallo stesso fuoco, intenzionate a lasciare una realtà migliore di quella che gli è stata recapitata.

Lessi una volta nelle gravine di Puglia un bell’aforisma, proprio all’entrata di un geoparco: “il mondo non è un bene ereditato dai nostri padri, ma preso in prestito dai nostri figli”.

Il vallone di Sea è al centro di questo argomento: si tratta di un piccolo universo libero in cui sono stati organizzati raduni relativi al TRAD climbing e festival culturali, concorsi letterali, meeting artistici, e una quantità immensa di eventi di approfondimento relativi ad outdoor, sport, spiritualità e natura.
L’8 e 9 ottobre prossimi la comba ospiterà il raduno autunnale dell’accademia d’arte e cultura alpina, importantissimo evento organizzato proprio da Blatto.

La naturalità del sito e la sua dimensione surreale hanno attratto magneticamente intellettuali ed esploratori da generazioni e continuano a farlo. A ciò aggiungo che Sea è uno dei siti in cui maggiormente si dibatte in relazione al citato stile TRAD. In sintesi qui si vive una dimensione purista del rapporto più intimo con le pareti, derivata dalla tradizione britannica: a Sea si esprime una delle visioni possibili di arrampicata che tende al massimo rispetto della Madre Terra. Si parte da “il chiodo si, il chiodo no” e si arriva a trattare il rischio e la sua importanza e dimensione nella vita di tutti i giorni e nell’esistenza umana in quanto tale.

Il vallone di Sea per la sua stessa natura diventa teatro di discussione.

Mi chiedo: che valore ha una dimensione intera? Che importanza ha la condizione umana?
Perché di questo si parla… Una comunità intera s’impegna per andare oltre la materia e, mediante un’intensa crescita interiore,  cerca di analizzare ciò che davvero è importante, per poi attuare un miglioramento della realtà circostante. Aderire a un’armonia in risonanza con l’intima natura umana che rispetti la coevoluzione con l’ambiente naturale, conduce verso  bioeconomie ecocompatibili, sostanzialmente al rispetto dell’ambiente e della Persona.

L’attuazione di una strada può cancellare tutto questo? Forse no.
…e se la risposta fosse “si”?

Christian Roccati
SITOFollow me on FACEBOOK