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12 Gennaio 2022

Altri · Bike · Kayak · Vertical · Ambiente e Territorio · Resto del Mondo

“Siberia 105°”: la nuova spedizione di Stefano Gregoretti e Dino Lanzaretti

©Stefano Gregoretti-Dino Lanzaretti

Un’avventura estrema, da -67 a +38 gradi centigradi, per documentare e sensibilizzare sulla crisi climatica

Si chiama “Siberia 105°” ed è la nuova spedizione di Stefano Gregoretti e Dino Lanzaretti. Ultrarunner e avventuriero, il primo, viaggiatore e sognatore, il secondo, insieme per raccontare la crisi climatica attraverso un progetto unico nel suo genere: in bici, attraverso la Siberia invernale, e in sup (acronimo di Stand Up Paddle, attività tra il surf e canoa), fino all’oceano artico, quando l’estate trasforma i luoghi più freddi del Pianeta.

I due moderni esploratori, partiti da Malpensa il 7 gennaio, hanno raggiunto la Siberia  e proprio in queste ore stanno preparando le bici per dare il via a questa esplorazione invernale del cuore del freddo. Se saranno veloci impiegheranno un mese per compiere il tragitto, ma gli imprevisti quando si viaggia a queste temperature sono sempre dietro l’angolo.

“Siamo convinti che il surriscaldamento climatico degli ultimi decenni abbia un colpevole: Noi!”
Da questa consapevolezza nasce “Siberia 105°”, l’ambizioso progetto che unisce sport, esplorazione, viaggio e comunicazione per sensibilizzare sul tema della crisi climatica. Un problema che riguarda tutti noi e che oggi occupa un ruolo di primo piano nei tavoli di dialogo che ogni anno vedono protagoniste le grandi potenze economiche mondiali.
“O cambiamo il nostro stile di vita o causeremo danni irreversibili all’ecosistema e alle generazioni che verranno. Sostituire il capitalismo è un’utopia troppo ben accertata, l’unica nostra speranza è l’avvento di una coscienza comune che possa persuadere ogni essere umano a fare la propria parte”. Per questa ragione Stefano e Dino hanno scelto di mettersi in gioco e andare lì, dove l’escursione termica tra inverno ed estate supera i 100 gradi centigradi creando danni irreversibili all’ecosistema.

“Vogliamo dare il nostro contributo di esploratori per toccare con mano le mutazioni che il clima sta avendo sotto i colpi delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. L’aumento dei gas serra sta innalzando le temperature soprattutto nelle zone più fredde del pianeta, facendo registrare medie altissime in zone che prima erano famose per essere i luoghi più freddi del pianeta. Sconvolgente è il caso della cittadina di Verkhoyansk in Siberia che l’estate scorsa ha toccato i +38°C, quando d’inverno può raggiungere i -67°C. L’immediata conseguenza sono stati roghi con fronti vastissimi che hanno incenerito 9 milioni di ettari di taiga”.

Ecco allora che lo sport, l’esplorazione, il viaggiare e la passione di Stefano e Dino assumono un valore diverso. Si mettono al servizio della comunicazione per diffondere un messaggio più ampio, per mostrare attraverso i loro occhi, attraverso quella che per molti è un’impresa, ciò che sta accadendo in queste terre e che, nonostante le distanze geografiche, ci riguarda da vicino. “Il nostro scopo è quello di raccontare in prima persona lo sconvolgimento climatico di queste aree del pianeta che passano dalle temperature più fredde al caldo più insensato. Vogliamo essere i testimoni oculari del cambiamento nelle vite delle persone che in queste regione vivono e raccontare la nostra avventura al limite della sopravvivenza”.

Stefano Gregoretti e Dino Lanzaretti durante gli allenamenti. ©Stefano Gregoretti-Dino Lanzaretti

105°C di escursione termica

Sono 105 i gradi centigradi di escursione termica che hanno trasformato la città più fredda del mondo nell’inerte spettatore di colossali incendi che stanno intaccando il millenario permafrost che si sta sciogliendo. Questo determina la liberazione di grandi quantità di gas serra immagazzinate nel sottosuolo, che vanno a sommarsi al biossido di carbonio prodotto dalla combustione della torba che abbonda in queste aree. “Non è sufficiente ripulirci la coscienza dicendo che fra dieci anni la vegetazione ricrescerà e si riprenderà tutti i gas rilasciati, quelli che vengono dal suolo contribuiranno inesorabilmente a innalzare le temperature di queste terre innescando un circolo vizioso che le incendierà ogni estate sempre di più”.

Una spedizione divista in due

La spedizione di Stefano e Dino sarà divisa in due fasi, una invernale e una estiva. La prima, che ha visto i due esploratori raggiungere la regione siberiana, li ha trasportati nel mondo del freddo a temperature che possono scendere sotto i -60 gradi centigradi. Con queste condizioni i due proveranno a compiere in bicicletta e in totale autonomia i 1200 chilometri che separano Ojmjakon da Verchojansk, i due villaggi che si contendo il record come centro abitato più freddo al mondo.
Nell’estate 2022 lasceranno invece la bici per prendere il sup e proseguire il logo viaggio da Verchojansk remando lungo i 750 chilometri del fiume Yena fino a raggiungere l’Oceano Artico. Anche in questo caso si muoveranno in totale autonomia, grazie a degli speciali mezzi da spedizione.
Un’avventura incredibile solo a pensarla, ma unica per raccontare le foreste che potremmo perdere per sempre.

“Solo la convinzione che ognuno di noi può contribuire ad arginare l’inesorabile aumento delle temperature semplicemente modificando alcune delle proprie abitudini, basterebbe per invertire il corso degli eventi. Se ognuno si sentisse parte della Natura e non un’entità altra che ne abusa senza ritegno, saremmo in grado di comprendere che le nostre scelte quotidiane determinano il futuro degli oceani, la salvaguardia delle foreste in fiamme, le carestie nelle aree sempre più aride e le guerre che verranno. Nessun animale in natura distruggerebbe il proprio habitat, la nostra specie lo sta facendo, ma siamo assolutamente sicuri che non se ne stia rendendo conto.” (Stefano Gregoretti e Dino Lanzaretti)