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4 Dicembre 2017

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Trentino Alto Adige

Silvestro Franchini: la più bella arrampicata libera nella “Yosemite trentina”.

Silvestro Franchini, Val Daone. Foto: Matteo Pavana

Silvestro Franchini, già vincitore del Premio Paolo Consiglio a Napoli in occasione dell’Assemblea Nazionale dei Delegati 2017 del Cai insieme al fratello Tomas, a Nicola Binelli e Luca Cornella, ideatore e protagonista in solitaria della “Skyline” nel Gruppo di Brenta, continua il suo straordinario percorso sulle pareti di casa, in Val Daone, sognando per il futuro grandi imprese. Intervista di Massimo Dorigoni

La location è lo Scoglio di Boazzo, la piccola Yosemite trentina incastonata tra gli incantevoli boschi della Val Daone, raggiungibile indistintamente sia da Brescia che da Tione di Trento. Una valle degna di nota, famosa per le numerose cascate e frequentata assiduamente nella stagione invernale dagli amanti di piccozze e ramponi, rinomata per l’attività dei numerosi boulderisti che vi accorrono l’estate, ma anche banco di prova per chi voglia cimentarsi su vie lunghe in salite su roccia sia in stile sia artificiale che tradizionale affrontando le pareti in arrampicata libera. Luoghi dove hanno messo mano alpinisti di spessore come il trentino Ermanno Salvaterra, o Rossetti e Rivadossi che hanno aperto vie come Morange, primo A5 in Italia. E’ qui che incontriamo Silvestro Franchini, guida alpina e forte alpinista di Madonna di Campiglio.

Val Daone. Fonte: Matteo Pavana

Lo avevamo lasciato in estate dopo la lunga cavalcata primaverile a fil di cielo, la “Brenta Skyline” sulle crode delle Dolomiti di Brenta in cui era riuscito anche in questo frangente a concatenare 16 cime in 16 ore arrampicando e lottando contro l’inclemenza del tempo che lo aveva messo alla prova. Ora ha appena terminato la sua arrampicata sulla splendida muraglia di granito che sovrasta il grande bacino del lago di malga Boazzo. E’ lui che dopo un primo sopralluogo e le prove generali durante l’estate, accompagnato dal fratello Tomas, anche lui alpinista e guida alpina, ha come obiettivo quello di concatenare tre vie molto impegnative quali Orion, Psycobar e Gatto Silvestro in arrampicata libera. La scommessa è vinta nei primi giorni di questo stupendo autunno 2017 grazie anche al supporto e ai consigli dell’amico Mirko Corn esperto in salite su granito, vista la sua notevole esperienza sulle pareti di Yosemite. Tanta la felicità negli occhi di questo ragazzo sempre alla ricerca di nuove sfide e nuovi stimoli.

Val Daone. Foto: Matteo Pavana

Una bella sfida anche questa volta?
È stata una bella storia, impressionante trovare terreno vergine su una parete come lo scoglio, la cosa più divertente senza piantare un singolo chiodo o spit.
Questa prima parte ha permesso di accedere alla parte alta di psycobar in completa arrampicata libera. Il fatto che Rivadossi abbia battezzato la variante superiore “gatto Silvestro” dimostra il fatto che questa via sia cucita su misura per me.

Salvaterra, Rossetti, Rivadossi, grandi alpinisti. Quali emozioni nel seguire le loro tracce? Purtroppo non conosco di persona questi alpinisti quindi sinceramente non ho provato molte emozioni in questo senso, faccio loro i complimenti per l’apertura di psycobar, i tiri superiori sono veramente spettacolari, l’emozione più forte che ho trovato in questo senso è stato scalare senza spit su un terreno che gli altri non hanno preso in considerazione.

Silvestro Franchini. Foto: Matteo Pavana

Uno stile d’arrampicata diverso da quello classico in Dolomiti. Lunghe fessure e spigoli sfuggenti. E’ stato difficile abituarsi?
Vivendo a Madonna di Campiglio abbiamo la fortuna di essere in stretto contatto si con le dolomiti ma anche con il granito della Presanella e della Val Genova, ormai è da qualche anno che arrampico quasi 50/50 su granito e dolomia e trovo lo stile di scalata in fessura uno dei più congeniali per me.

In queste giornate sei stato impegnato in questa “piccola Yosemite”. Pensi che un giorno potrai trasferire questo stile di arrampicata sulla più blasonata “big-wall” della California?
Penso che la Yosemite valley sia una tappa quasi obbligata per ogni arrampicatore, soprattutto per gli amanti del granito, non è però tra i miei obbiettivi una trasferta negli Stati Uniti. Quando penso ad un viaggio l’arrampicata per me è solo una piccola parte dell’avventura, quello che per me è importante è arrampicare in spazi incontaminati ed inesplorati, scoprendo nuove culture, e popolazioni, le pareti californiane non offrono quello che attualmente cerco.

I progetti continuano e le avventure continuano quindi. Qualche anticipazione per l’imminente stagione invernale?
Quest’inverno sarà dedicato in parte al lavoro, ahimè, e un po’ e prepararmi al progetto che teniamo in serbo per questa primavera. Se avanza tempo desidererei ripetere la via Bonatti sul Cervino, scalando abbastanza veloce, magari con mio fratello.