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4 Dicembre 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Orientali · Aree Montane

Simon Gietl sale in free solo la “Lacedelli”, sulla Cima Scotoni

Simon Gietl in solitaria sulla Lacedelli, Cima Scotoni – Dolomiti. Foto: Christof Ursch

In 1 ora e 32 minuti, in solitaria e senza corda, il sudtirolese completa la classica via di 450 metri, con difficoltà fino al 6c+, sulla vetta dolomitica dove solo poche settimane prima, aveva aperto “Can you hear me?/Mi senti?” in memoria di Gerry Fiegl

Non ha detto nulla per più di un mese, fino al 23 novembre Simon Gietl, quando ha pubblicato sui suoi canali social una fotografia spettacolare in cui lo si vede arrampicare senza corde o imbraco e ad un’altezza considerevole nelle Dolomiti. A commento dell’immagine, poche parole: “Free solo Lacedelli,  Cima Scotoni. Tutti i sogni possono diventare realtà se abbiamo il coraggio di seguirli. “

Così l’alpinista sudtirolese ha comunicato la salita integrale e in solitaria della via Lacedelli, sulla Sud-Ovest della  Cima Scotoni (Dolomiti). Oggi, con un post suo profilo facebook, ha aggiunto: “Mi hanno chiesto da poco  “perché lo hai fatto senza una corda?” Ho risposto: “perché mi sembrava giusto”.

La verità è che ci vuole una buona dose di coraggio per affrontare una delle vie più classiche delle Dolomiti in integrale e in solitaria.

Simon Gietl in solitaria sulla Lacedelli, Cima Scotoni – Dolomiti. Foto: Christof Ursch

La prima salita in solitaria della Lacedelli è stata effettuata da Simon Gietl dopo molto tempo dalla nascita del progetto. La prima volta, risale a 3 anni fa, quando vi ha accompagnato un cliente come guida. Ci ha pensato per tutto questo tempo, mentre lavorava alla vicina “Mi senti?”, in memoria dell’amico scomparso Gerry Fiegl e aperta all’inizio dell’estate, poco prima di un viaggio in Pakistan, con Thomas Huber, Reiner Treppte e Yannick Boissenot per affrontare la parete Nord del Latok I.
Al ritorno dalla spedizione, si era fissato un obiettivo: tentare Mi senti? in libera e in giornata, ma dieci giorni di antibiotici per combattere una tonsillite lo hanno reso debole e privo di forze per affrontare un progetto di queste dimensioni.

Orfano della rotpunkt, è tornato a guardare la Lacedelli, che offre difficoltà un po’ più accessibili,  e  il 10 ottobre l’ha salita  con l’amico, Klaus Gruber.
Cinque giorni dopo,  ci è ritornato da solo, senza dire nulla a nessuno, e ha iniziato a lavorare sulla via autoassicurandosi e memorizzando i movimenti.
Il 18 ottobre, le condizioni meteo erano abbastanza buone per  imbarcarsi in una free solo, senza corda e senza imbracatura. La salita è andata splendidamente e  sono stati sufficienti 1 ora e 32 minuti (tempo registrato dalla sua GoPro) per salire fino alla cengia superiore. Secondo quanto rilasciato in un’intervista a Planetmountain, Gietl è ritornato sulla via qualche giorno dopo l’integrale, con il fotografo Christof Ursch, per scattare delle foto sul tiro chiave e sul settimo tiro.

Oltre alla difficoltà tecnica  e alla lunghezza del percorso, tra i  rischi principali anche la qualità della roccia, tutt’altro che di buona qualità. Questa è anche la scalata in free solo più impegnativa che Simon Gietl abbia mai realizzato. Finora, l’alpinista aveva salito in questo stile la Via Cassin, la Comici-Dimai e la via Innerkofler sulle Tre Cime di Lavaredo e l’Egger-Sauscheck sulla Cima Piccola (2017),  ma sempre indossando l’imbraco.