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18 Aprile 2018

Ambiente e Territorio

Soccorso Alpino e Speleologico. I dati 2017: +20% di persone decedute, oltre 9mila interventi di soccorso, più di 35mila i tecnici volontari impegnati

CNSAS. Foto: Juri Baruffaldi

Il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico rende noti i dati del 2017

Nel 2017 in Italia sono stati più di 9mila gli interventi di soccorso in montagna e in grotta. Non erano mai state così tante le chiamate al  Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, che nell’anno passato hanno superato ampiamente la media degli interventi dell’ultimo decennio, che di solito si attestava attorno agli 8mila annuali.

Nel 2017 è stato necessario l’impiego di 35.156 tecnici per un totale di 171.109 ore/uomo e di 26.070 giornate/uomo per portare a termine 9.059 missioni di soccorso con l’impiego di 3.856 elicotteri, di cui il 98,2% appartenenti al 118.

Il dato più preoccupante è quello relativo alle vittime: nel 2017 i deceduti in montagna sono stati 458, un’impennata del 20,01% su base annua. Sempre rispetto al 2016, è cresciuto del 21,89% anche il totale delle persone soccorse: sono state 8.867, di cui 3.231 illesi, 3.543 feriti leggeri, 1.253 feriti gravi, 285 feriti in imminente pericolo di vita e 70 dispersi.

L’attività con maggiore richiesta di soccorso resta l’escursionismo

Nelle statistiche delle persone soccorse segue l’alpinismo, con un 6,1% di richieste d’aiuto, con a ruota la mountain bike: nel 2017 circa 440 biker hanno dovuto essere raggiunti dai soccorritori. Quest’ultimo dato è in crescita da circa quattro anni, anche per il diffondersi delle attività più ‘estreme’, come il downhill e i percorsi più difficili su due ruote. Anche 225 fungaioli, nell’anno passato, sono stati soccorsi.

Crescono anche i soccorsi agli amanti di parapendio (124 casi) e gli episodi mortali che coinvolgono i base jumper. In generale tutte le attività ‘estreme’ in montagna vedono un numero maggiore di appassionati, con relativa impennata delle chiamate di soccorso.

Le cause degli incidenti

Parlando delle cause degli incidenti, la prima voce resta la caduta, che tocca il 47,5% delle richieste d’intervento. È seguita dall’incapacità (2.213 casi), dai malori (1.072) e da cause atmosferiche (343), equivalente al 3,9%. Seguono le motivazioni tecniche (manovre sbagliate, rottura di ancoraggi), valanghe, shock anafilattici, false chiamate e folgorazioni (che non raggiungono il 1%).

Gli italiani sono il 75,9% tra le persone soccorse, mentre tra gli stranieri l’8% e’ di nazionalita’ tedesca. I Paesi confinanti sull’arco alpino (Francia, Svizzera, Austria) assieme toccano un 3,5%. L’analisi per età certifica che la fascia più colpita da incidenti è quella tra i 40 e 50 anni, con il 19,23% delle persone soccorse. Merita una menzione il 6,46% di quota relativa a soggetti anziani, tra i 70 e gli 80 anni, e il 2,88% di pazienti con età superiore. Infine, il 2,33% delle persone soccorse riguarda bambini fino a 10 anni.