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7 Giugno 2017

Climbing · Vertical

“Sport Climbing in Arco”: una guida appassionata alle falesie del Sarca (intervista a Matteo Pavana)

Sarà disponibile dal 19 giugno la seconda edizione ampliata della guida d’arrampicata “Arco e dintorni” pubblicata da Vertical-Life. La guida è stata ampliata con 51 aree e contiene ora un totale di 122 falesie d’arrampicata. Undici di esse sono inedite, come la parete hardcore di “Bus de Vela” e la falesia più tranquilla di “Volta di No”. Come sempre, il libro contiene un codice per sbloccare tutti i contenuti della guida, topos compresi, nella Vertical-Life Climbing App.

Abbiamo intervistato Matteo Pavana “The Vertical Eye” (qui il suo sito), autore della guida e climber appassionato che ha più volte collaborato con noi.

Matteo, la Valle del Sarca è uno dei luoghi più iconici per il climbing a livello mondiale. Cosa significa per te questo luogo, e l’arrampicata in generale, al di là dell’aspetto sportivo?

Difficile esprimere a parole quanto sia legato alla Valle del Sarca e quello che l’arrampicata significhi per me. Il lavoro contenuto nella guida è un semplice gesto di ringraziamento a questo sport che mi ha dato più di qualche semplice soddisfazione. La scalata mi ha dato tutto: sogni ambiziosi, viaggi indimenticabili, forti amicizie.

Esiste per te un principio imprescindibile al quale hai voluto tenere fede nel redigere questa guida?

La guida si basa su un solido principio: il rispetto per i chiodatori. Troppe volte si è caduti in discordie e malumori dovuti alla mancanza di rispetto per coloro che ci permettono di praticare questo magnifico sport. Il mio lavoro è consistito nel contattare il maggior numero di chiodatori possibile, non solo per chiedere aggiornamenti sull’esistenza di falesie nuove che volessero rendere pubbliche, ma anche per correggere assieme a loro i nomi, i tracciati e i gradi delle vie esistenti.

Tu, oltre che climber, sei anche un apprezzato fotografo e filmmaker. Un aspetto che colpisce della tua guida è sicuramente la foto in copertina. Ci racconti come e quando l’hai scattata?

La casa editrice mi ha chiesto di immortalare il significato della scalata nella Valle del Sarca in un’immagine. Per questo motivo ho deciso di coinvolgere Stefano Ghisolfi che, oltre ad essere un mio caro amico, è anche atleta Vertical Life e da poco abitante effettivo di Arco. Ho pensato a un luogo da cui si potessero vedere degli elementi inconfondibili, ovvero il Castello di Arco e il Lago di Garda. Un giorno siamo saliti alla falesia di Terra Promessa nella speranza di trovare lo scorcio giusto, ma sfortunatamente c’era troppa foschia e non si vedeva niente. A causa degli impegni miei e di Stefano, abbiamo rimandato lo scatto di quasi due mesi. Il giorno dello scatto, oltre ad aver azzeccato lo scorcio, abbiamo avuto la fortuna di trovare una giornata perfetta.

Arco e la Valle del Sarca sono, come dicevamo, un luogo iconico e leggendario, teatro di grandi imprese come di recente quella di Adam Ondra (link). Ci racconti qualche aneddoto dai momenti che hai trascorso insieme ad alcuni dei climber più forti al mondo?

Ho avuto la fortuna di vedere Stefano, Adam e Alex Megos alle prese con i progetti della falesia di Laghel, una vecchia falesia di drytooling convertita solo in seguito all’arrampicata sportiva. Scoperta e chiodata dai fratelli Diego e Mauro Mabboni, è destinata a diventare il punto di riferimento per l’alta difficoltà ad Arco. Un episodio che ricorderò per molto tempo è stato vedere Adam mettere insieme il crux di Queen Line, il 9b liberato da lui stesso poco tempo fa, tra urla e lolotte da vero contorsionista. Adam fa un altro sport rispetto a tutti gli altri scalatori.

Ultima domanda: hai trascorso centinaia di ore nelle falesie che presenti in questa guida. Se ripercorri tutte le tue scalate, dalla prima all’ultima, ce n’è una che ha avuto per te un significato particolare?

Che domanda difficile quest’ultima! Se la domanda si circoscrive all’area della Valle del Sarca, porto sicuramente nel cuore questi episodi.

La prima volta che sono entrato e ho scalato al Bus de Vela, la falesia chiodata dal mio amico Valerio Ballardini. Il Bus de Vela è il posto dove posso dire di aver iniziato la mia attività di fotografo. È qui che ho conosciuto e stretto amicizia con Gabri Moroni e Silvio Reffo, ai quali devo un grande grazie per avermi dato la possibilità di filmarli.

Il secondo episodio che porto nel cuore è il giorno in cui ho scalato la mia prima multipitch “Passi Falsi” alla Rupe Secca di Arco insieme al mio caro amico Luca Forti. Quel giorno per me si è aperto il mondo delle multipitch, che poi mi ha portato a sperimentare il mondo delle vie in montagna e dell’alpinismo classico. Quel giorno ho avuto paurissima, ma il fatto di essere così vulnerabile mi ha reso affamato di nuove esperienze.

Andrea Bonetti – MountainBlog.it