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25 Novembre 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Stefan Köhler: quattro Seimila e un finale inaspettato

Koehler in cima all’Ama Dablam (sullo sfondo il Chamlang) Foto: Stefan Koehler

Quattro vette di oltre 6.000 metri e tre dita congelate: questo è il bilancio della spedizione autunnale in Nepal del 61enne alpinista tedesco

Lo scalatore tedesco Stefan Köhler, 61 anni,  in pensione anticipata dopo le dimissioni presentate a fine giugno da sindaco di Friedrichshafen,  cittadina sul Lago di Costanza, ha ripreso a pieno ritmo la sua attività in alta quota.

Quest’autunno è tornato in Himalaya, nella regione del Khumbu (Nepal), dove – nell’ottobre 1990 – effettuò una spettacolare prima salita. Con il suo compagno di squadra Bernd Eberle, raggiunse la vetta del Chamlang (7.321 m), attraverso una nuova via sulla parete nord-ovest e la parete ovest, realizzando la quarta salita della montagna. Dopo di che,  impegni lavorativi e famigliari lo indussero a sospendere i suoi viaggi.
Tuttavia, negli ultimi cinque anni, l’attrazione per le grandi montagne si è rifatta sentire e il tedesco   nel 2016  ha scalato con successo il Kun (7.077 m) nell’Himalaya indiano, e nel 2017 il Mustagh Ata (7.546 m) nella Cina occidentale.

A metà ottobre di quest’anno, Stefan e una piccola squadra composta da uno Sherpa e da un portatore,  sono partiti per la regione dell’Everest, ancora relativamente deserta, a causa della pandemia di coronavirus.

La prima destinazione del team è stata la Valle di Gokyo. Poiché era previsto maltempo, Stefan ha deciso di non scalare il Gokyo Ri (5.357 m), pianificato per l’acclimatamento. Quindi, con i suoi compagni si è spostato direttamente ai piedi del seimila Nirekha Peak. Il 18 ottobre, appena una settimana dopo il suo arrivo a Kathmandu, l’alpinista tedesco e Rinji Bhote hanno raggiunto in puro stile alpino l’antecima a 6.048 metri, dopo sei ore e mezza di salita. Tre ore dopo, poco prima che iniziasse a nevicare, i due erano di ritorno al campo base.

 

Renji Bhote e Stefan Köhleri in cima al Nirekha Peak. Foto: Stefan Köhler

Successivamente, a intervalli di pochi giorni l’uno dall’altro, Stefan e Rinji hanno scalato prima il Lobuche East (6.119 m), poi l’Imja Tse (6.189 m), noto anche come Island Peak. L’unico che mancava all’appello era l’Ama Dablam (6.812 m). E il 2 novembre, l’ormai collaudato duo ha raggiunto anche questa vetta, realizzando un sogno. Solo dopo la discesa al Campo 2 a circa 6.100 metri, Köhler si è accorto di avere dolori alle dita.
I soccorsi lo hanno recuperato dal campo alto, con la long line e dal campo base è stato trasferito in elicottero a Lukla, poi con il primo volo è rientrato a Kathmandu, dove è stato ricoverato in una clinica specializzata in congelamenti per sei giorni.

“Nonostante il finale un po’ sfortunato, mi sono divertito molto in Nepal – ha raccontato il 61enne al blogger Stefan NestlerIl pollice ora è di nuovo senza bendaggio, ma è possibile che una parte dell’indice debba essere amputata. Considerando che faccio alpinismo estremo da trentanni e ho anche perso alcuni conoscenti e amici in montagna, me la sono cavata con poco”.