MENU

14 Novembre 2018

Alpinismo e Spedizioni · Climbing · Vertical · Resto del Mondo

Stephan Siegrist e Jonas Schild respinti dallo Shiva (6.142 m)

Mt. Shiva. Foto: Dominic Fischer

Gli svizzeri abbandonano il progetto sulla Nord. Troppa neve!

Il Monte Shiva (6.142 m), situato nello stato indiano settentrionale di Himachal Pradesh, con le sue ripide pareti  e la bellezza della sua forma, attira i migliori alpinisti del mondo, anche se qualche volta  rivela i suoi pericoli.

Gli svizzeri Stephan Siegrist e Jonas Schild, insieme al fotografo Dominic Fischer, lo hanno sperimentato quest’autunno. Siegrist (45 anni) e  Schild (26 anni), avevano pianificato di tentare la parete Nord della montagna, ma l’impresa non è andata a buon fine.

Mt. Shiva. Foto: Dominic Fischer

Sulla strada per il campo base è nevicato costantemente per tre giorni.

“Per giorni è nevicato fino a 2.500 metri. Siamo rimasti bloccati – racconta Siegrist a Stefan Nestler su dw.com. “Con 60 centimetri di neve fresca, il 26 settembre  abbiamo finalmente raggiunto i 3.900 metri, il posto  adatto dove montare il campo base”. Due giorni dopo, “affondando fino ai fianchi, abbiamo proceduto come lumache verso la base del Pilone Nord. Senza zaini, nello stesso giorno abbiamo raggiunto un’altitudine di 5.000 metri, passando sotto un seracco. Ci sentivamo bene.” Ma è cominciato nuovamente a nevicare, continuando per giorni. “Le condizioni sulla montagna peggioravano di giorno in giorno”, riferisce Stephan. Alla fine la squadra ha abbandonato il progetto sulla Nord. “Con una tale quantità di neve fresca, sarebbe stato  insensato e pericoloso”, afferma Siegrist.

Il trio ha iniziato un altro tentativo sull’inviolata West Ridge dello Shiva, ma “ancora una volta siamo sprofondati nella neve alta – spiega Siegrist – Per due ore abbiamo proceduto lentamente per aprire la via  fino a quando è stato chiaro che anche questo progetto era privo di senso. E’ stato frustrante.”  

A questo punto, gli svizzeri abbandonano la montagna e si dirigono verso le rocce e le crepe della valle di Jobri Nala.

Una consolazione c’è stata…

India. S. Siegrist. Fonte: Jonas Schild/facebook

Ed è qui, che Jonas Schild vince un crack di 20 metri di lunghezza su una parete a strapiombo, che ha classificato 8a+ “Credo sia la salita più dura dell’India in questo momento”, ha dichiarato Jonas.

“Abbiamo trovato un perfetto 20 metri, a strapiombo e una crepa con una sezione iniziale davvero difficile – racconta sul suo profilo facebook –  Dopo tre giorni di tentativi ho finalmente scalato la bellissima linea. Durante i primi giorni, abbiamo avuto qualche problema con un aggressivo sciame di api, quindi ho chiamato il percorso “To Bee Or Not To Be” (8a+). Credo sia una delle crepe più dure dell’India in questo momento, e per me, una delle più difficili che abbia mai scalato! Stephan ed io abbiamo aperto anche qualche altro bel percorso tra il 7a e il 7c.”

Conclude Jonas: “Anche se la nostra spedizione non è andata come previsto ci siamo divertiti un sacco; è un momento davvero fantastico in India. Il popolo, il cibo, il viaggio e il paesaggio sono stati semplicemente perfetti. “.

India. J. Schild e S. Siegrist. Fonte: Jonas Schild/facebook