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7 Luglio 2018

Ambiente e Territorio · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Trentino Alto Adige · Veneto

Storica sentenza: la Marmolada torna in Trentino

Fonte: Ansa

L’Agenzia del Territorio di Roma la riassegna a Canazei

La Marmolada (3.343 metri) è trentina: la “sentenza” è dell’Agenzia del Territorio di Roma che ha posto fine ad una disputa di decenni affermando che sui confini provinciali della Regina delle Dolomiti vale quanto stabilito dal decreto del presidente della Repubblica Sandro Pertini promulgato nel 1982 e ribadito anche dal Consiglio di Stato, nel 1998, con una sentenza che fissava il confine sulla linea della cresta che da Punta Rocca scende verso il Passo Fedaia, coincidente con la linea di displuvio del monte.

La decisione sconfessa l’accordo del 2002 tra gli allora presidenti della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai, e della Regione Veneto, Giancarlo Galan, che, con la cartografia allegata modificava nei fatti i confini a favore del Veneto.

A sollecitare il pronunciamento dell’Agenzia del Territorio era stato, in gennaio, il Comune di Canazei, con il sindaco, Silvano Parmesani, ed il vice, Luca Guglielmi, che, insieme all’allora sindaco di Vigo di Fassa, Leopoldo Rizzi, ed a funzionari della Provincia, avevano rivendicato la revisione dei confini catastali del massiccio della Marmolada a proprio favore ed a scapito di quello di Rocca Pietore.

“E’ un successo per tutto il Trentino, ora si può cominciare una nuova fase”. Così il sindaco di Canazei ha commentato la decisione dell’Agenzia del Territorio di Roma che riporta la Marmolada entro i confini provinciali di Trento. La nuova fase, ha detto Parmesani al quotidiano di Trento, “L’Adige”, consiste nell’“elaborare un sistema complessivo per la Marmolada. Bisogna mettersi insieme e ragionare cosa sia meglio per l’area”.

Si tratta di un passaggio che potrebbe coinvolgere anche il Veneto. “Se il Veneto ha compreso la decisione dell’Agenzia del Territorio – aggiunge infatti Parmesani – e accetta che i confini siano quelli definiti dal decreto Pertini, allora possiamo sederci intorno ad un tavolo in maniera tranquilla avendo sgomberato uno dei temi che ci hanno diviso. Se non lo capirà, allora valuteremo da soli cosa fare”.

Fonte: Ansa