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13 Aprile 2017

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Il tentativo all’Everest di Kilian Jornet anticipato alla primavera!

Kilian Jornet in Himalaya. Foto: 2016, “Summits of My Life”

Anticipato il tentativo di salita e discesa dell’Everest in velocità di Kilian Jornet. La Cina non concede il permesso per la prossima estate 2017.

L’ultra atleta e alpinista catalano Kilian Jornet partirà per il suo secondo tentativo di salita dell’Everest, dal Monastero Rongbuk, nel versante tibetano, in primavera. Le autorità cinesi non gli hanno, infatti, concesso il permesso di tornarci nell’estate 2017.

Kilian  da anni sogna l’Everest (8.848 m). La montagna più alta della Terra è anche  tra i suoi progetti di salita e discesa in velocità, iniziati nel 2012 (“Summits of My Life”), come il Monte Bianco, Aconcagua, Denali …

L’Everest è il pezzo più prezioso del puzzle, ma pare stia diventando anche il più problematico da tentare… Nel 2015, la sua spedizione all’Everest si è conclusa prima di iniziare a causa del terremoto che ha devastato il Nepal e nell’estate 2016, le condizioni meteo sfavorevoli e le critiche condizioni  in cui versava la montagna,  non gli hanno permesso di salire il versante settentrionale.

Nel 2017 i programmi di Kilian Jornet includevano di nuovo l’Everest come una delle sue tappe principali. L’ intento del catalano era quello di tornare in Tibet in agosto e fare un serio tentativo nel mese di settembre, in estate,  con il rischio del monsone, ma con il vantaggio di non dover condividere la montagna con altri. Tuttavia, le autorità cinesi hanno messo la parola fine su tutta la pianificazione negando l’autorizzazione per quelle date ma concedendola per la stagione in corso. Così, Kilian e il suo team hanno dovuto modificare la loro idea iniziale e riorganizzare di fretta il tutto per la primavera 2017.

Stessa strategia, più concorrenza

La strategia di Kilian Jornet sarà, in linea di massima, la stessa dello scorso anno. Quindi, la salita avrà inizio nell’ultimo luogo abitato, ai piedi della parete nord dell’Everest, cioè al Monastero di Rongbuk. Questo emblematico centro di pellegrinaggio buddista si trova a 4.980 metri di altezza e circa 8 km più a nord del campo base, sul versante tibetano dell’Everest.

Da lì, l’obiettivo sarà quello di superare i quasi 4000 metri di dislivello fino alla vetta nel più breve tempo possibile e in uno stile estremamente leggero (stile alpino), senza l’aiuto di corde fisse, campi alti, ossigeno supplementare o sherpa. Seguiranno Kilian in spedizione la compagna Emelie Frosberg, l’alpinista e guida Jordi Tosas, la macchina fotografica, lo sciatore estremo e guida Vivian Bruchez e il regista Sébastien Montaz-Rosset.

Saranno due i cambiamenti significativi,  rispetto al tentativo dello scorso anno: da un lato, si presume che, il clima della stagione primaverile renderà più favorevoli le condizioni di salita, ma dall’altra, Kilian Jornet e i suoi compagni saranno su una montagna molto più affollata e completamente attrezzata, dal CB alla vetta, lungo la via normale.

Molto probabilmente Kilian Jornet non salirà la via ipotizzata precedentemente, sul versante Nord. Durante l’acclimatazione, lui e il suo team verificheranno, infatti, le condizioni delle vie dirette alla cima. L’atleta potrebbe, infatti, considerare la possibilità di salire lungo i canaloni Norton e Hornbein.

Tempi da battere?

Quando si parla del tentativo di record di salita in velocità dell’Everest di Kilian Jornet, si dovrebbe chiarire che per ora non c’è alcun tempo da battere. Infatti, nessuno ha mai fatto una salita direttamente dal Monastero Rongbuk senza montare un campo base (5.100 m) o un campo base avanzato (6500 m).

La salita dell’italiano Hans Kammerlander nel maggio 1996, registrata come la più veloce sul versante nord, lo ha portato dal campo base tibetano alla vetta, senza ossigeno supplementare, in 16 ore e 45 minuti. Kammerlander ha, poi, effettuato la maggior parte della discesa con gli sci e ha raggiunto il campo base circa 6,45 ore dopo, per un tempo totale di salita e discesa di 23 ore e 30 minuti.

Sul versante nepalese, i record più veloci sono registrati da degli Sherpa: Pemba Dorje ha fatto salita e discesa in 8 ore e 40 minuti dal campo base, sul versante sud, nel 2004, utilizzando l’ossigeno supplementare, mentre Kazi Sherpa detiene il miglior tempo, in assenza di ossigeno supplementare, dal campo base fino alla cima, sul versante sud, con il tempo di 20 ore e 24 minuti nel 1998 (usò l’ossigeno durante la discesa).

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