MENU

9 Luglio 2019

Il tiro più duro: il ritorno a casa

Ore 15:00 di un sabato di Luglio, autostrada bloccata. Decidiamo di uscire ad Affi, prenderci una birra e valutare quale parete scalare in alternativa a quella che avevamo in mente, tanto ormai e’ troppo tardi per andare dove volevamo. Succude spesso così quando abiti rispettivamente a Forlì ed Ancona e hai 2 giorni contati per andare in Dolomiti. Uno slalom tra lavoro, famiglia, traffico e tempo bello, che tengo in piedi ormai da diversi anni, grazie anche all’amicizia fraterna che mi lega con Francesco Piacenza.

Dopo un paio di birre, forse non più lucidissimi, non notiamo i 1200m di dislivello per raggiungere il Rifugio Pradidali e decidiamo per “SKYLUKE FOR ALEX”, alla Torre Gialla di Cima Canali. Non abbiamo mai fatto una via di Scarian e l’idea ci piace. Alle 18:30 arriviamo al Cant del Gal e realizziamo la “sgroppata” che ci aspetta. L’immensa parete del Sass Maor ci tiene compagnia mentre camminiamo e il tempo passa ricordando i bei momenti passati su quelle placche compatte qualche anno addietro.

L’imponente mole del Sass Maor vista salendo verso la Torre Gialla (foto S. Mazzolini)

L’indomani perdiamo un po’ di tempo per raggiungere la parete: il canale di attacco è “zeppo” di neve e ci obbliga a qualche passaggio delicato avendo con noi solo le scarpette da ginnastica. La via è impegnativa, ce lo aspettavamo, ma la roccia delude un poco le nostre aspettative. Eravamo convinti fosse ottima, ma in realtà diversi tratti richiedono attenzione nella scalata se non si vuole fare dei ritorni volanti all’ultimo fix, a causa di qualche tacca che salta via.                                                                                                                                                                                        

Samuele Mazzolini sul traverso del terzo tiro (foto F. Piacenza)

 

Francesco Piacenza quasi al termine della lunga fessura del quarto tiro (foto S. Mazzolini)

 

Francesco Piacenza sulla compatta placca gialla del sesto tiro (foto S. Mazzolini)

 

Tutto procede comunque bene e rientrati al Pradidali siamo solo a metà dell’avventura: dobbiamo scendere in valle, prendere la macchina e rientrare a Forlì, perché lunedì si lavora. Arriviamo di notte e Francesco come d’abitudine si ferma da me, riposa qualche ora e la mattina seguente, dopo un rigoroso “pasta e capuccino”, riparte per Ancona.

Il lunedì è sempre il tiro più duro della via ma portiamo il culo in sosta anche stavolta…tanto di sera “buonanotte a tutti”, si dorme.

Samu

In cima