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14 Settembre 2022

Running · Trail Running · Alpi Occidentali · Aree Montane · Italia · Valle d'Aosta

Tor des Gèants: lo svizzero Jonas Russi domina l’edizione 2022

Tor des Gèants: lo svizzero Jonas Russi domina l’edizione 2022. Foto: Roberto Roux Photography Fonte Tor des Gèants faceebook

Tra le donne è in testa la britannica Sabrina Verjee

Lo svizzero Jonas Russi ha vinto l’edizione 2022 del Tor des Géants (TOR330), la massacrante gara di ultra-trail che si corre sulle Alte Vie della Valle d’Aosta per 330 chilometri e 24.000 metri di dislivello positivo.

Poco dopo le 8.30 di questa mattina è giunto sul traguardo di Courmayeur, chiudendo in 70 ore 31 minuti e 36 secondi, con un vantaggio di quasi sette ore sull’emiliano Simone Corsini. In terza posizione Andrea Macchi e quarto Andrea Mattiato.

Grazie al vantaggio enorme accumulato lungo i 330 chilometri, Jonas ha potuto gestire non solo la grande fatica ma anche la pioggia caduta durante l’ultima notte e che lo ha accolto a Courmayeur. Tanta commozione e stanchezza all’arrivo per Russi, che ha dormito solo 17 minuti in totale ed ha faticato a trovare le parole per descrivere la sua impresa.

Un’impresa voluta, cercata, dopo l’amarezza dell’anno scorso quando, al suo esordio, abdicò dopo il Rifugio Champillon, cedendo il passo a Franco Collé, al quale aveva tenuto testa fino a lì e con il quale aveva vinto la SwissPeaks 360 nel 2020. Il gressonaro quest’anno si è ritirato già la prima sera, poi pian piano tutti gli altri suoi avversari diretti, e così Russi si è avviato in solitaria senza volersi gestire. Il suo vantaggio sugli inseguitori è cresciuto fino ad oltre cinque ore, ma non ha voluto fare calcoli nonostante alla vigilia avesse alcuni dubbi sulla propria tenuta fisica e fosse indeciso se partecipare all’endurance trail più duro del mondo.

Russi, classe 1985, due settimane prima del via del TOR aveva corso in maniera eccellente i 170 chilometri dell’Ultra-Trail du Mont-Blanc, chiudendo in ottava posizione, oltre ad aver ottenuto un sesto posto alla Lavaredo Ultra Trail a fine giugno.

Tra le donne è in testa la britannica Sabrina Verjee che nella notte ha superato la spagnola Silvia Trigueros. Terza la britannica Sophie Grant.

Le altre gare in corso

TOR130 – Tot Dret: in testa c’è Henri Grosjacques
Partita alle 21 di ieri da Gressoney, la gara si è fatta subito interessante con il vincitore dell’anno scorso, Henri Grosjacques, a dettare il ritmo, tallonato dal belga Gooris Florentin e dall’altro valdostano Gilles Roux. Al femminile, invece, è partita in quarta una delle grandi favorite della vigilia, Cristiana Follador che comanda la classifica tra le donne davanti a Alessandra Boifava e Oksana Riabova.

TOR450 – Tor des Glaciers: al comando sempre Raichon e Plavan
Continua il dominio di Sebastien Raichon nel TOR450 – Tor des Glaciers: il francese viaggia con circa 6 ore di vantaggio sulla coppia composta da Tiaan Erwee e Luca Papi. Al femminile Marina Plavan ha rintuzzato il ritorno di Isabelle Ost, staccata ora di circa tre ore. Più indietro la terza in classifica, Nicky Spinks.

 

Aggiornamento del 14 settembre:

Prova di forza di Sabrina Verjee al TOR330 – Tor des Géants®

L’arrivo di Sabrina Verjee a Courmayeur Ph. Alessandro Zambianchi – Zzam Agency

 

Sabrina Verjee, veterinaria quarantunenne, ha sicuramente trovato il modo di farsi conoscere nel panorama internazionale del trail, con una prova di forza impressionante al TOR330 – Tor des Géants®: è lei, infatti, ad aver vinto la gara femminile dell’endurance trail più duro del mondo con un tempo stratosferico di 80h19’38”, prima donna a scendere sotto le 85 ore.

Difficile non parlare di record, nonostante il cambio di percorso che ha escluso il Col Brison, con Verjee che ha chiuso addirittura al quinto posto della classifica assoluta, dopo aver a lungo inseguito una Silvia Trigueros Garrote che sembrava non avere rivali e che, fino a ieri, si avviava verso il suo quarto TOR. Invece, la britannica ha man mano recuperato terreno sulla basca, rosicchiando minuti su minuti nella serata di ieri e trovando il sorpasso tra il Rifugio Magià ed il Rifugio Cuney attorno alla mezzanotte. Garrote, che pure ha corso sui suoi tempi migliori, non ha avuto la forza di restare attaccata a Sabrina Verjee, che ha accresciuto sempre più il vantaggio. Trigueros Garrote ha chiuso poi la gara in seconda posizione, in 84h58’55.

“Non ho fatto la gara su Trigueros Garrote ma ho voluto fare la mia corsa”, ha detto Sabrina Verjee. “Ci siamo superate varie volte nei rifugi, perché una o l’altra dormiva. È stato bello fare un pezzo di percorso con lei”. La britannica ha avuto alcuni problemi di salute, oltre a soffrire di asma: “Per 36 ore non riuscivo a mangiare ed è stata dura. Rispetto alle gare che sono abituata a fare qui le montagne sono più imponenti ed ho avuto problemi di altitudine, anche se sono venuta qui qualche settima prima per acclimatarmi e questo ha aiutato”.

Abituata a gare ed imprese da endurance, Sabrina Verjee ha vinto nel 2020 la Spine Race e nel 2019 la Spine Fusion, entrambe da 430 chilometri, oltre ad aver fatto registrare nel 2021 il record dei laghi Wainwright, 525 chilometri e 36.000 metri di dislivello, battendo il precedente tempo che appartiene a Paul Tierney, attualmente quarto al TOR450 – Tor des Glaciers.

Henri Grosjacques concede il bis nel TOR130 – Tot Dret. Al femminile trionfa Alessandra Boifava

Dallo start al traguardo ha dominato per tutta la gara, senza mai voltarsi indietro o dare segni di cedimento: nemmeno la pioggia battente è riuscita a scalfire la prestazione pressoché perfetta sfoderata nelle ultime 24 ore da Henri Grosjacques, in occasione della terza gara del TORX® 2022.

La quinta edizione del TOR130 – Tot Dret, dunque, è sua: 130 chilometri con 12.000 metri di dislivello, corsi ad un ritmo ancora più sostenuto rispetto allo scorso anno, quando sorprese un po’ tutti gli avversari portandosi a casa una prestigiosa vittoria in 25h42’23”. Sotto lo striscione del Jardin de l’Ange, a Courmayeur, questa sera, il cronometro si è fermato a 22h06’31”: un tempo ottimo, per Grosjacques, inferiore a quello di Giuliano Cavallo (23’h01”25) del 2019 con un percorso però più lungo.

I suoi avversari – 386 i partenti ieri sera Gressoney-Saint-Jean – si sono man mano dovuti arrendere al suo passo: il primo ad alzare bandiera bianca è stato l’altro valdostano, favorito della vigilia, Gilles Roux, ritiratosi a Ollomont. Sul podio sono saliti quindi, insieme a Grosjacques, il belga Florentin Gorris (22h39’06”) e lo svizzero Vincent Boitelet (24h03’05”).

Tra le donne la vittoria è andata ad Alessandra Boifava, in 25h45’25”. La vicentina, già terza nel 2018, ha fatto la propria corsa sulle due atlete più forti del lotto – Oksana Riabova e Cristiana Follador – approfittando del loro ritiro, avvenuto per entrambe a Oyace.