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17 Maggio 2018

Ambiente e Territorio · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Trentino Alto Adige

Traffico e ambiente. Passi dolomitici: niente chiusura ma “accessi controllati”

Passo Sella. Fonte: internet

Dal 23 luglio al 31 agosto per salire al Passo Sella bisognerà registrarsi. Atteso un calo del 20% del traffico

Per affrontare il problema dell’inquinamento ambientale e acustico in alta montagna,  le province di Trento e Bolzano, in vista dell’estate, scelgono la soluzione degli “accessi controllati”. Per salire in vetta al Passo Sella sarà necessaria la registrazione.

Lo scorso anno,  era stata presa la decisione di chiudere ogni mercoledì di luglio ed agosto la strada del Passo Sella alle auto. Ora si opta per un’altra soluzione: niente più chiusura dei passi nei mesi estivi ma  controllo degli accessi con la registrazione delle targhe via «app» o alle due casette che saranno posizionate a Selva o in zona Lupo bianco a Canazei dal lunedì al venerdì, dal 23 luglio al 31 agosto.

Il passo dolomitico del Trentino-Alto Adige diventerà così a traffico limitato dalle 9 alle 16 lasciando libera la strada a pedoni, ciclisti, servizi di trasporto pubblico a basse emissioni e veicoli non inquinanti. L’intenzione di chiudere la strada punta a ridurre le emissioni di CO2 e dare un contributo alla conservazione della natura sulle Dolomiti.

La decisione è stata presa dopo anni di studi e di discussioni tra le due Province, ma soltanto il 15 maggio è arrivata la conferma ufficiale. Studi hanno dimostrato che il transito annuale sul Passo Sella risulta superare il milione e 200 mila veicoli, con una media giornaliera di oltre 2.300 e 450 all’ora nel mese di agosto. Solo il 50% di questo traffico si ferma in zona per 6 o 7 ore.

“Le montagne – aveva aggiunto il Re degli ottomila all’agenzia tedesca Dpa – richiedono silenzio, rallentamento e un paesaggio incontaminato… La gente viene da noi dalle città e trova tutto questo, solo ancora peggio. E’ una follia”, aveva ribadito.

Secondo Messner, le Dolomiti necessitano di una “logistica”, con una sorta di ‘turnazione’ della chiusura dei passi e una migliore distribuzione del turismo. “Dove ci sono già impianti di risalita, non si può tornare indietro, mentre nuovi progetti vanno valutati con grande cautela”, mentre bandire le mountainbike è sbagliato, aveva concluso l’altoatesino.