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1 Febbraio 2017

Altri · Bike · Europa

ULTRACYCLING. OMAR DI FELICE: in bicicletta da Helsinki a Capo Nord, passando per il Circolo Polare Artico

Omar Di Felice. Fonte: facebook Suunto

Omar Di Felice. Fonte: facebook Suunto

OMAR DI FELICE E’ PARTITO PER LA SUA NUOVA AVVENTURA ULTRACYCLING INVERNALE IN FINLANDIA

E’ iniziata il 30 gennaio 2017 la nuova spedizione polare di Omar Di Felice! Per la prima volta percorrerà 1600 chilometri in bicicletta, attraversando la Finlandia da sud a nord.

“Quando guardo la cartina geografica e vedo segnato il percorso da Helsinki a Nordkapp mi emoziono. Sarà il percorso artico più impegnativo della mia vita. Durerà 10 giorni (9 in sella e 1 di riposo a Rovaniemi per controllare le attrezzature), niente affatto semplice. Devo svegliarmi ogni giorno molto presto, mangiare i cibi più adeguati ad apportare energia (con il freddo il consumo aumenta in modo esponenziale), restare concentrato sulla strada… È una vera sfida, non solo per me, ma anche per il mio team di supporto.”

“La prima avventura polare è stata di 700 km, poi sono passato a 1200 km e a 1400…questa volta arriverò fino a 1600 chilometri”.

Spiega Omar: “Praticare Ultracycling per me non è solo un lavoro, ma è anche un modo per mettermi alla prova. Tuttavia, non dimentico mai che ho iniziato per divertimento. Era il gioco di un ragazzo che sognava di scoprire il mondo a bordo della bici. Quindi, mi sono concentrato su ogni dettaglio. Quando avevo 20 anni sono salito sulla vetta del Passo del Gavia durante una tempesta. Ecco, quel giorno ho pensato di morire. Ovviamente, la mia attività comprende una componente di rischio, ma non è uno sport per stupidi.

Omar sarà accompagnato da un team che lo supporterà in caso di necessità: “Durante le mie avventure, solitamente, sono accompagnato da un’automobile di supporto. Infatti, c’è una troupe che mi riprende e che è pronta ad aiutarmi in caso di emergenza. La mia ragazza, che si occupa dei miei social network durante le escursioni, è molto esperta in materia di tecniche di pronto intervento. La cosa più importante da fare è fermarsi non appena il corpo invia qualche segnale insolito. Ad esempio, durante l’avventura del 2016 in Norvegia, mi sono dovuto fermare per 2 ore perché ho avuto problemi a due dita della mano.”

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