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18 Luglio 2018

Ambiente e Territorio · Alpi Occidentali · Aree Montane · Italia · Valle d'Aosta

Valanga di Pila. La perizia assegnata a una guida alpina di Gressoney

Fonte: Ansa

Incidente probatorio per accertare cause e responsabilità

Sarà la guida alpina di Gressoney Paolo Comune a svolgere la perizia per accertare le cause e le condotte degli indagati – in termini di diligenza – relativamente alla valanga che il 7 aprile scorso, sul Colle di Chamolé, vicino a Pila, ha ucciso due scialpinisti, Roberto Bucci, 28 anni di Faenza, e l’istruttore del Cai Carlo Dall’Osso (52), di Imola, durante un’escursione programmata della scuola Cai ‘Pietramora’ (delle sezioni di Cesena, Faenza, Forlì, Imola, Ravenna e Rimini). La consulenza è stata disposta con incidente probatorio dal gip del tribunale di Aosta Giuseppe Colazingari, su richiesta del pm Eugenia Menichetti.

Il 3 settembre prenderanno il via le operazioni peritali, per le quali Comune avrà 60 giorni. Il 28 novembre è in calendario l’udienza per il suo esame. I sei istruttori del Cai indagati per disastro e omicidio colposi hanno nominato un loro consulente.
In base all’esito dell’incidente probatorio, la procura di Aosta deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione.

Gli istruttori della scuola Cai ‘Pietramora’ indagati sono Vittorio Lega (51) istruttore nazionale Cai di sci alpinismo di Faenza e direttore del corso, Leopoldo Grilli (44) della sezione Cai di Imola, Alberto Assirelli (50) di Ravenna, Paola Marabini (56) di Faenza, Giacomo Lippera (45) di Rimini, e Matteo Manuelli (43) di Imola, questi ultimi due travolti e feriti.

In dettaglio, la guida alpina Paolo Comune dovrà stabilire se “l’evento si è verificato esclusivamente per cause naturali ovvero se nel determinismo causale dello stesso siano intervenuti fattori umani, con particolare riferimento alla condotta degli indagati ed alla presenza del gruppo dagli stessi condotto, relazionando le indicate circostanze allo standard diligenziale richiesto dalla migliore scienza ed esperienza in materia”. Il consulente dovrà inoltre esprimersi “in merito alla prevedibilità e prevenibilità dell’evento” oltre che accertare “se nella condotta degli indagati, prima e durante l’escursione, siano ravvisabili azioni od omissioni censurabili in termini di negligenza, imprudenza ed imperizia e/o di altre regole precauzionali prefigurate dalla più aggiornata letteratura specialistica in materia e/o empiricamente osservate, con consenso eventualmente unanime, dalla maggioranza degli operatori del settore, distinguendo, in caso di risposta positiva, le rispettive responsabilità”. La guida alpina dovrà, in particolare, “descrivere, nelle forme e coi modi più dettagliati possibile, le singole condotte commissive/omissive tenuti” dagli indagati “e palesantesi in contrasto coi criteri di diligenza, prudenza e perizia professionalmente richiesta agli agenti operanti nel contesto situazionale dato” e “indicare, previa approfondita analisi circostanziale, ulteriori profili di responsabilità comportamentali, rigorosamente ancorati ai parametri su puntualizzati, posti in essere da soggetti ulteriori e/o diversi rispetto alle persone sottoposte ad indagine”.

Fonte: Ansa