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25 Gennaio 2011

Skitouring & Ski Alp · action · Alpi Liguri · Christian Roccati · Cuneo · Marguareis · Mondovì · Mountain Bike · passione outdoor · Renzo Dirienzi · sci alpinismo · sci escursionismo · Ski · Ski Touring e Ski Alp

Renzo Dirienzi, tra il Marguareis ed il tempo del viver bene

Renzo Dirienzi, classe 1969, è un appassionato di montagna, nato a Genova e trasferito a Chiusa di Pesio, nell’area cuneese, dove risiede da una dozzina di anni, dopo una precedente parentesi in una località limitrofa. Come lui stesso asserisce «Chiusa di Pesio è una bella cittadina di fondovalle, tra Cuneo e Mondovì, ai piedi delle montagne, (altitudine m 575), ed all’inizio della Valle Pesio».

Renzo è un fruitore del mondo alpino ed un autore. Recentemente è uscita la sua guida scialpinistica alle montagne della “sua” valle ed il gruppo del Marguareis. Nonostante sia già conosciuto nella sua area d’influenza, non è per questo che abbiamo deciso di incontrarlo, ma piuttosto per ciò che rappresenta.

Dirienzi infatti è uno dei tanti “personaggi” che potrebbero voler apparire, ma che invece rimangono in qualche modo in disparte a vivere semplicemente la loro passione outdoor coniugandola con una professione diversa e gli impegni famigliari. In sostanza Renzo è la materializzazione stessa del tanto ascoltato “yes we can”.

In questa società “mordi e fuggi” o “tutto e subito” od ancora “compra per avere”, è ancora possibile vivere semplicemente da uomini liberi? Osservando Renzo noi pensiamo di si, ed è proprio la montagna, ed in questo caso la sua montagna, a dare questa possibilità.

Da quando vai in montagna?

Dall’età di 16/17 anni, nei primi tempi ovviamente in modo non sistematico, poi con intensità ed impegno differenti nel corso degli anni a seconda delle diverse situazioni contingenti (studio, lavoro, impegni familiari, ecc…), ma comunque sempre con una certa costanza.

Come hai iniziato?

Il mio avvicinamento alla montagna e la frequentazione negli anni sono simili all’esperienza di tanti comuni e normali appassionati. Ho iniziato con l’escursionismo e con lo sci di fondo. Le prime escursioni le feci con un amico, Angelo, che ho rivisto solo di recente. Si trattava di semplici itinerari su sentiero, poco dopo il motivo della gita divenne il raggiungimento di una vetta. Con Angelo feci la prima salita al Marguareis, ma poi lui non continuò.

Successivamente in molte escursioni a piedi mi accompagnò Lorenzo, percorrendo in lungo e in largo la Valle Pesio e le Alpi Liguri: con lui salii il Marguareis per il Canalone dei Genovesi. Con Marina, che poi divenne mia moglie, per molti anni abbiamo visitato le splendide vallate del cuneese, raggiungendone le cime principali, i laghi e tutti i “facili tremila” dell’arco alpino sud-occidentale.

Un altro amico, Andrea, mi iniziò allo sci di fondo, naturalmente sulle piste della Valle Pesio. Per me il fondo rimase sempre un’attività marginale, dalla quale però si sviluppò piano piano l’interesse per lo sciescursionismo, con alterni risultati, e quindi per lo scialpinismo, in particolare negli ultimi anni.

Da quanto pratichi lo sci-alpinismo?

Da una decina d’anni.

Cosa ti piace di questa attività?

Probabilmente la mia interpretazione dello scialpinismo è un po’ personale, non cerco infatti la “discesa da urlo”, la performance sportiva, né sono orientato allo sci ripido. Il mio è uno scialpinismo classico, forse un po’ all’antica, fatto di grandi spazi e di lunghi percorsi. Ritengo che lo scialpinismo sia l’attività più completa, suggestiva e divertente per frequentare la montagna. Con un po’ di fantasia e di adattamento con gli sci ai piedi è infatti possibile andare quasi dappertutto (molte meno limitazioni che d’estate), godere di paesaggi grandiosi e di divertirsi un po’ nelle discese.

È la tua principale disciplina o ne pratichi altre?

In questo periodo è la mia principale disciplina, subito dopo viene la bicicletta da strada: anch’essa permette di sviluppare lunghi percorsi e di godere appieno degli ambienti naturali, e con lo scialpinismo ha in comune un approccio più dinamico e la possibilità di inebrianti discese. Dopo alcune stagioni a grande intensità invece sto decisamente trascurando la mountain-bike.

In passato ho sperimentato, con qualche successo, l’abbinamento dello scialpinismo alla mountain-bike, utilizzando un paio di sci corti e leggeri e un paio di scarponcini da fondo-escursionismo adatti anche alla bicicletta: in questo modo, con una soluzione tutto sommato non impegnativa dal punto di vista fisico, a fine stagione potevo ancora intraprendere le ultime gite in sci evitando i lunghi avvicinamenti a piedi.

Da tutto ciò è evidente che il mio terreno d’azione, prevalentemente sulle alpi Liguri e Marittime, privilegia le montagne di casa e le quote medie, solo occasionalmente visito l’alta montagna.

Hai dichiarato di “non essere un atleta” eppure hai al tuo attivo numerosi ascensioni con un grande dislivello e difficoltà non certo banali: come ti definisci rispetto all’andare in montagna?

Mi definisco un semplice appassionato. Le mie difficoltà sono nella media, i dislivelli alle volte possono apparire un po’ sostenuti, ma in condizioni favorevoli non sono eccessivi. Per condizioni favorevoli intendo principalmente un buon allenamento, nevi scorrevoli e non difficili, buona conoscenza dei luoghi e dei percorsi, giornate climaticamente ben sostenibili (non troppo fredde o non troppo miti).

“Le Nevi del Marguareis” è il tuo primo libro?

Sì, è il mio primo libro. Forse è stata una piccola follia, e ringrazio ancora l’Editore: quando ha visto le bozze ha dimostrato subito grande determinazione, invitandomi a concludere velocemente per pubblicare al più presto.

Hai in programma altri lavori editoriali e/o progetti?

Attualmente non sto lavorando ad altri progetti, nel medio non saprei. Per scrivere ancora, bisogna avere delle idee nuove da sviluppare.

Come fai a combinare la tua passione con la famiglia e la vita quotidiana?

Beh, come tanti, si fa quel che si può. Alle volte tutto va bene, e allora c’è più tempo, in altri periodi ci sono altre priorità e la montagna allora passa in secondo piano. Nella vita di ognuno di noi ci sono periodi più o meno importanti in cui abbiamo altre responsabilità, come stare vicino ad una persona cara, o anche solo preparare un avanzamento lavorativo. Comunque, con un po’ di buona volontà, quasi sempre riesco a ritagliarmi un po’ spazio almeno per rimanere in forma e in allenamento, e alle volte basta anche solo una mezza giornata per compiere una grande escursione.

Certo è necessario scendere a compromessi e fare delle rinunce. Per fortuna, come ho detto prima, non sono un atleta e posso concedermi delle pause o dei momenti di attività moderata. Ringrazio mia moglie che mi sta vicino e spesso condivide le mie attività senza frapporre difficoltà.

Come descriveresti l’area che hai recensito?

La Valle Pesio è ben accessibile e pur trovandosi a pochi passi da Cuneo o da Mondovì, dal punto di vista scialpinistico è ancora una zona “da amatori”, poco conosciuta, poco frequentata, e sconta in misura eccessiva qualche oggettivo problema di sciabilità. “Le Nevi del Marguareis” vogliono quindi essere un invito per lo scialpinista ligure o del basso Piemonte, a frequentare durante la stagione invernale anche la Valle Pesio, con pari dignità con le altre valli vicine più blasonate.

Due tra le montagne più conosciute delle alpi sud-occidentali sono situate sui crinali della Valle Pesio: il massiccio della Bisalta, che con la sua forma “a tenda da campo”, caratterizza tutto il panorama cuneese, e il Marguareis, che da nord appare con il suo aspetto severo di grande montagna.

Quali sono le peculiarità di questa zona?

La Valle Pesio è molto pittoresca ed ha caratteri unici. L’ambiente naturale, a tratti ruvido, ci obbliga ad uno scialpinismo più autentico, lontano dai canoni modaioli e dai luoghi comuni del “fuori pista”, facendoci riscoprire il gusto delle grandi escursioni, con varietà di situazioni. Alle volte sono necessarie risalite o passaggi obbligati, quasi degli “stargate” per le terre alte e per le cime più distanti sul lato Ellero. Il paesaggio muta continuamente di prospettiva, offrendo sempre nuovi scorci da guardare; oltre le fasce vegetazionali del bosco, in alto si alternano in modo piuttosto “brusco” spettacolari scenari dolomitici e morbidi altipiani carsici. Anche il panorama ha un singolare carattere dualistico: mentre sullo sfondo da un lato si distende la cerchia alpina occidentale, dall’altro compare il luccichio dorato del mare.

Quali sono i prossimi progetti in montagna?

Mi piacerebbe girare di più entrambi i versanti delle Alpi Liguri in bicicletta: tra le province di Cuneo, Savona ed Imperia ci sono bellissime strade di montagna pressoché sconosciute.

Cosa consiglieresti ad un ragazzo che voglia iniziare a fare sci alpinismo?

Non penso di avere niente da insegnare. Forse lo inviterei a non privilegiare troppo la perfomance sportiva, ogni tanto è bene fermarsi ad ammirare i paesaggi, le luci, i colori: le tabelline e i tempi di marcia non sono tutto.

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Intervista di Christian Roccati
www.mountainblog.it/christianroccati
www.christian-roccati.com

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