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26 Aprile 2017

Cultura · Insight · New Book Edizioni · Narrativa

Massimo Dorigoni

Montagne senza vetta

Il coraggio di sentirsi liberi

Novità in libreria: “Montagne senza vetta”. Con l’introduzione di Tamara Lunger

E’ in libreria “Montagne senza vetta”, opera curata da Massimo Dorigoni (New-Book Edizioni), realizzata con i contributi di molteplici autori: Marco Bozzetta, Andrea Concini, Luca Cornella, Mario Corradini, Massimo Dorigoni, Marika Favè, Lorenzo Inzigneri, Rolando Larcher, Fabio Leoni, Mauro Loss, Sergio Martini, Caterina Mazzalai, Franco “Franz” Nicolini, Elio Orlandi, Denis Redolfi, Roberto Rigotti, Ermanno Salvaterra, Francesco Salvaterra, Heinrich Steinkotter e Vittorina “Vitty” Frismon, Tamanini Sabrina, Andrea Zanetti.

Il libro, che ospita l’introduzione dell’alpinista Tamara Lunger,  fornisce un quadro generale del perché a volte con serenità bisogna sentirsi liberi: liberi di non essere schiavi degli sponsor, liberi di gettare una corda nel vuoto quando sopra la testa imperversa il maltempo, liberi di tornare a casa dai nostri cari quando mancano solo cento metri alla vetta, liberi di sentirci forti nella nostra umiltà, liberi di dire grazie per ciò che si è raggiunto senza sfidare il destino, liberi di scegliere di vivere. Infine liberi di non mettere a repentaglio la nostra vita e quella di chi ci verrebbe eventualmente a soccorrere nel momento del bisogno.

Il volume sarà presentato nell’ambito del  65° Trento Film Festival, domenica 30 aprile, alle ore 18,30, presso la sede della Sosat, in via Malpaga 17.

Un libro per dotare i rifugi alpini di un defibrillatore

I proventi delle vendite di questo libro, andranno a sostenere il progetto “Rifugio Cardioprotetto”, un’iniziativa per dotare i rifugi alpini SAT di un defibrillatore semiautomatico.

Racconta Dorigoni: “Tutto cominciò in una soleggiata domenica di alcuni anni fa quando assieme ai miei genitori decidemmo di salire alla Capanna Piz Fassa al Piz Boè. Zaini, tragitto in auto, funivia e poi su, verso il cucuzzolo dove sorge il piccolo rifugio. Il respiro scandiva il ritmo lento dei passi fino a quando, a pochi metri dalla vetta, mio padre si sedette su di un sasso al bordo del roccioso sentiero che stavamo percorrendo. Lamentava difficoltà respiratorie. Subito pensai alla quota, anche se eravamo appositamente saliti senza fretta e così non esitai a tranquillizzarlo e scendemmo fino a quando il respiro si fece meno affannoso e scomparse quel suo pallore in volto. Ritornammo a casa dispiaciuti per non essere giunti fin sulla vetta ma coscienti di aver fatto la cosa giusta. Nei giorni successivi mia sorella e mia madre lo convinsero a fare degli accertamenti. Fu operato due volte al cuore. Nel tempo ho riflettuto molto su questo episodio e a quanti inconsapevoli del proprio stato di salute si recano tra le crode. Ho pensato così di fare un nobile gesto verso la mia terra e chi in essa vi è pellegrino coinvolgendo alcuni Amici per realizzare un sogno a me caro: portare i defibrillatori nei rifugi di montagna. Si è creato così, come per magia, una sorta di Campo Base da dove siamo partiti tutti in cordata per questo obbiettivo che fin da subito si è rivelato comune. Non le piccozze ma le penne ci hanno aiutato nell’impresa. Ne è nato così un libro dove ognuno ha fatto traspirare il lato “debole” dell’alpinista e nel contempo il lato “forte” dell’uomo tradotto nel coraggio di sentirsi libero di non salire in vetta.”

Massimo Dorigoni. Fonte: facebook

Intervista di Andrea Bianchi a Massimo Dorigoni

A poche ore dall’inizio del 65° Trento Film Festival (27 aprile-7 maggio 2017), Andrea Bianchi – editore di Mountainblog – ha incontrato Dorigoni per una breve intervista:

Che cosa ti ha spinto a parlare di vette non conquistate? pensi forse che oggi sia più interessante parlare di rinunce piuttosto che di conquiste?
Personalmente penso che sia una questione di etica, insegnamento e libertà. Etica perché penso sia giusto essere onesti con se stessi e con gli altri se tutto non è andato per il meglio, come avevamo previsto, come avevamo sognato. Di insegnamento perché dalle sconfitte si impara di più che dalle vittorie. Di libertà perché è giusto sentirsi liberi di essere se stessi.

Qual è il valore di una vetta non conquistata? quale il messaggio che ci lascia?
Riassumendo l’argomento il messaggio che si vuol far passare è forse quello che la vetta più difficile da raggiungere è quella interiore.

E’ stato difficile convincere gli alpinisti a parlare di rinuncia, piuttosto che di successi?
Convincere gli alpinisti che hanno contribuito a questo libro a parlare di rinunce è stato forse più facile che convincerli a parlare di conquiste visti i messaggi che dovevano passare. In primis quello che dietro a ogni conquista ci sono a volte innumerevoli tentativi falliti ed a volte rinunce definitive anche se al pubblico appare solo il momento della gloria. Il secondo è quello che il libro è solo un mezzo per giungere ad un fine: con il ricavato, dotare i rifugi alpini di un defibrillatore semiautomatico.

In base a cosa hai scelto i nomi da invitare a partecipare a quest’opera?
Condurre una cordata così importante a raggiungere una montagna senza vetta è stato più facile del previsto ed allo stesso tempo un’emozione unica nel suo genere. Ho scelto degli Amici di cui sapevo di potermi fidare, quelli con il cuore grande.


Montagne senza vetta

Autore: Massimo Dorigoni

Editore: New Book Edizioni - 2017

Pagine: 112

Prezzo di copertina: € 15

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