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10 Aprile 2014

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VISIONI TRA LE ROCCE. Torino, 11 aprile-30 novembre 2014

VISIONI TRA LE ROCCE. A TORINO DALL’11 APRILE 2014, STUDI DI NUDO FEMMINILE

"Visioni tra le rocce", una delle immagini in mostra

“Visioni tra le rocce”, una delle immagini in mostra

A Torino, presso il Museo Nazionale della Montagna, dall’11 aprile al 30 novembre 2014, sarà allestita la mostra “Visioni tra le rocce”, studi di nudo femminile.

La mostra è organizzata dal Museo Nazionale della Montagna – con il sostegno della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo, con la collaborazione della Città di Torino e del Club Alpino Italiano.

L’esposizione presenta una significativa selezione delle opere di due fotografi, Georges-Louis Arlaud (1862-1944) di Ginevra, e Marcel Meys (1885-1972) di Parigi, noti per la produzione di nudi femminili en plein air negli anni 1920-1930.

LE FOTOGRAFIE

Di gusto tardo-pittorialista, sia nella scelta di genere sia nella trattazione del soggetto, entrambi gli autori inseriscono la figura femminile nell’ambiente naturale, come quello alpino della zona franco-provenzale, in una comunione panica con la natura; più però nell’intenzione che nella resa finale in cui l’attenzione è esplicitamente rivolta al corpo, nella sua duplice forma: ideale ed erotica, mentre l’ambiente è ridotto a semplice ambientazione; l’arcadia della mitologia greca, abitata da naiadi e driadi, ninfe e divinità dei boschi.

Le fotografie di Arlaud e Meys – appartenenti alle collezioni del Centro Documentazione Museomontagna – esposte in stampe di diversa tecnica e formato, comprese le 21 tavole in fotoincisione che compongono l’edizione di lusso del noto portfolio di Arlaud Vingt études de nu en plein air, fanno parte di un “mondo” francese che ha avuto uno sviluppo temporale tra l’inizio del secolo e la fine degli anni Trenta del Novecento, facendo parte, seppur tardivamente, di quel gusto pittorialista, che improntò la fotografia ai massimi livelli all’inizio del secolo e che fece del nudo en plein air uno dei soggetti più raffigurati, contribuendone a farne oggetto d’arte.

UN PO’ DI STORIA

“La vie parisienne”, rivista simbolo di questa rivoluzione, di gusto e valori nella società, dall’inizio del secolo riproduce in ammiccanti copertine, realizzate da noti artisti, belle ragazze che interpretano anche le gioie e i benefici della vita all’aperto, del mare e della montagna: sci, slitta, alpinismo. Proposte spesso per lo più immaginarie, figure che popolano un universo onirico, ma dai tratti alquanto seducenti.

La fotografia, quasi nello stesso periodo, raggiunge le Alpi, le valli, i dirupi e le rocce con inattese “visioni” che, dal segreto degli atelier dei fotografi, dove fino al 1880 erano state relegate le fotografie di nudo per la natura mimetica dell’appareccchio fotografico considerato incompatibile con il principio del “bello ideale” antico, aprono un’infinità di stanze chiuse all’aperto, per andare in posa in uno scenario naturale dalle molteplici possibilità. Maestri di questo genere, almeno per le terre alte, sono Georges-Louis Arlaud e Marcel Meys.

Informazioni e documentazione stampa: stampa.pr@museomontagna.org

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