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5 Febbraio 2015

Uncategorized · Christian Roccati

“Aspettando la neve”

Chi la teme, chi l’adora, chi la vuole ma non sa cosa sia, chi ne conosce anche fin troppi lati e viene criticato da chi non né ha mai assaggiato alcuno. Neve. Vita fredda, per ricordarti che l’esistenza stessa è un punto di vista, calda per un orso, gelida per una lucertola.

Scrissi un tempo del suo peso, sociale, condivisibile solo da amico ad amico, diverso per ogni luogo, di sapore, umidità, formazione, consistenza… differenti. Manto bianco cosi vario eppure in grado di rendere ogni cosa simile.

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Aspettando la neve mentre la vita scorre… Creando neve dentro mentre quella fuori sta appesa lassù, tra il forse ed il se, tra il ma e i volesse… al suono di Wicked Game

Ho camminato avanti mentre una marea di tifosi tornavano indietro da partite che non conosco, e ne discorrevano poi al bar il giorno seguente, mentre ancora stavo marciando senza esser arrivato. Ho aperto il frigo e cucinato quello che c’era… è venuto fuori un piatto costruito con le mie esprienze e i miei amici: carne kebab rosolata nel cabernet con mele, bacche di ginepro e pomodori. Mentre assaporavo il pasto mangiavo i miei fratelli.

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E ho cercato la montagna e l’anima in uno sguardo, nelle linee del tempo e in quelle dell’uomo, che riproduce l’idea, e parte dalla copia di copia per cancellare tutto e arrivare all’origine. E tra vele calde e fredde ho navigato tra coperte e nuvole, tra sangue di ferite e sogni lacerati. E ho amato la vita in ogni sua manifestazione.

La cucina francese secondo alcuni vuole quattro contrasti, tra il dolce e il salato, tra il morbido e il duro.
Il cammino ne desidera mille e ne ottiene a migliaia.

Poco importa, la statistica dice che tendendo all’infinito la casistica per ogni mano le possibilità son sempre uguali… e poco importa perché la neve arriva comunque.

Ora ancora qualche passo.

Christian Roccati
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