MENU

26 Gennaio 2013

Senza categoria

I “pentiti della trad-izione”

Ancora un passo e forse riesco a incastrare di pugno. Forse…Questa fessura è stata nascosta ai miei occhi per una ventina d’anni. Eppure ci sono passato di fianco decine di volte quando esploravo i torrioni soprastanti. Mi sembrava troppo corta per essere interessante, ed ora invece scopro che dietro di me ed il mio socio ci sono già oltre trenta metri di spaccatura irregolare della roccia. Una voragine nera da cui fuoriescono una corrente fredda ed un odore di terra che non sono di questo mondo di superficie. Già trenta metri d’avventura e di divertimento puro. Il pugno ci sta ed anche il Camalot 4 che riesco a piazzare due spanne più sopra. Dio abbia in gloria il numero 4. Oggi il trapano l’abbiamo lasciato a casa, anche per le soste. Siamo dei veri “pentiti della tradizione”, e questo è il nostro purgatorio per aver peccato in passato di qualche spit alle soste e sulle placche, un centinaio di metri più in alto. Siamo in verità molto pentiti. E che dire degli spit (pochi) che avevamo piazzato su alcune vie del vallone di Sea al posto dei vecchi chiodi marci, vie che il tempo e l’indifferenza dei ripetitori avevano consegnato all’oblio. Allora ci era sembrato giusto. Quei pochi spit,cui oggi di nuovo “s’attaccano” gli arrampicatori, sono lì a ricordarci che ciascun’azione è figlia del proprio tempo e della propria sensibilità. Nessuno è perfetto. Tutto cambia. Anche la fessura, che ora diviene ancora più larga. Ci butto il 5. Che Dio benedica il 5. Attorno è tutto liscio e non so bene come mettermi. Sono pentito. E’ la giusta punizione per essermi fatto trascinare dal “vento trad”. Il mio pensiero corre a quella via che avevamo aperto vent’anni fa. La giornata era fredda, le montagne attorno bellissime, già imbiancate. Ci avevo messo tutto il pomeriggio per uscire da quello spigolo strapiombante. Alla fine, anche per sfinimento di Gianluca e Chiara, congelati in sosta alla pianta, mi ero arreso e avevo piantato quell’unico spit con il perforatore a mano in una posizione scomodissima. Ero così uscito alla fine da quel “semplice” 6b, con la gola secca e piazzando solo più un micro-nut . Quando altre vie si erano infine materializzate cresciute sulla parete gli amici avevano parlato: «Ma cosa lasci quella via con un solo spit! Non la ripeterà mai nessuno. La gente vuole divertirsi in sicurezza». Erano gli anni ’90 e anche noi cedemmo in quel caso al “plaisir”, banalizzando quella salita che era costata un intero pomeriggio. Siamo pentiti.
Finalmente un palmo-gomito mi porta fuori da questa “punizione” ed afferro una “zanca” degna della “plastica”. Sosto provvidenzialmente su tre micro-nut, perché la “roba grossa” l’ho finita. Dio abbia in gloria i micro-nut. Sopra, la fessura continua ancora per altri 15 metri ma la punizione è finita. Alla fine i pentiti della tradizione sono redenti. Gli amici “repubblicani dello spit” fischiano e si agitano. Loro, coerentemente, già fischiavano e s’agitavano quando noi ci si scervellava se fosse lecito metterne solamente uno o due di spit. Ma oggi non si tratta di essere coerenti oppure no. Si tratta di rivendicare la libertà di poter vedere le cose con occhi ancora diversi da ieri. Ci dispiace molto che costoro non dovranno pentirsi mai di nulla e che forse non ripeteranno mai questa bellissima via nuova.
Ma i pentiti siamo noi. E siamo contenti così.