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6 Settembre 2013

Uncategorized · Christian Roccati

Il muro infranto

…nel cuore della notte, appena tornato da una serata…

Articolo Secolo XIX 5 settembre 2013

Non posso andare a letto, c’è ancora da lavorare. Ho studiato ancora un capitolo di neuropedagogia. Davvero interessante, semplicemente grazie alla mano dell’autore che ha capito che scrivere significa mettere al centro il lettore e non se stessi.

Ho sentito la mia fonte principale per la biografia che deve uscire fra 20 giorni e risposto alle diecine di mail arrivate per serate e quant’altro. Del resto questa notte ho dissertato a una conferenza interessante legata alla presentazione di Etica dell’Equilibrio, filosofia spirituale, se andiamo alle strette…

Ho anche preso informazioni per certificarmi come istruttore di scalata… per contestualizzare semplicemente ciò che faccio. Tutto torna, un passo alla volta.

In sostanza il mio lavoro è principalmente credere e materializzare quel credo. Credere fortissimamente, anche quando ti dicono che non potrai più scalare, o che per un esame servono minimo sei mesi, meglio un anno ed è impossibile in quattro settimane (specialmente se scoppia un problemone sul lavoro e non hai la bibliografia e ciononostante dedichi tutto il tuo tempo per un periodo alla tua lei), o che un libro oramai è perso per sempre o che una situazione è irreparabile o un altra irraggiungibile. Il mio lavoro è credere e vedere progetti che prendono vita mentre il tempo e lo spirito sono barattati con uno spazio interagibile che acquista forma, una dimensione che nessuno vede tranne te, e che la tua essenza fa comparire.

E in questa tempesta, della tua volontà che frantuma il muro della realtà, ogni tanto arrivano belle parole o magari un articolo (in questo caso del bravo Matteo Ceschina)… Ed ecco che quando vedi le reazioni degli amici allo scritto e senti il loro affetto… ogni tassello va al suo posto e tu puoi finalmente dormire tranquillo.

Christian Roccati
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