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13 Ottobre 2015

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Il nulla è qualcosa

Assenza.

Tempo fa, in un intervento, provai a confrontarmi con il senso d’oppressione derivato dalla condanna divina nei confronti dell’uomo, in relazione ad alcune religioni.

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Vidi nel cielo la morfologia del volto di un dio iracondo.

Ho incontrato quella stessa volta, pochi dì or sono, assente di tale impeto.

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Mi son chiesto: cosa sarà peggio? L’ira o l’ignavia?
Qual’è il peccato più blasfemo, secondo la divina concezione applicata a se stessa?

Dall’amore all’odio, dall’amicizia al rispetto: “e voglio indifferenza se mi vorrai ferire”.

Penso alla Teodicea: “come può esistere Dio se esiste il male nel mondo?”
Non si tratta di un contrasto in termini di valori, quanto l’evidente assenza di una mente senziente che interagisce con il creato. Cosa esiste di peggiore rispetto al pieno corrotto se non il vuoto. Cosa può esser peggio del vuoto? Del nulla? I materialisti asserivano che dio c’era, ma è morto, e “l’uomo è solo in questo abisso”. Ma in tal caso si parla di un pieno, di una lacuna che un qualche tempo è colmata.

Il vuoto volontario è qualcosa di differente.
…forse è davvero l’unica definizione che renda necessaria la parola “peccato”.

Christian Roccati
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