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14 Agosto 2013

Senza categoria

La spaventevole strega dell’est. A clean line

“La strega incarna i desideri, i timori e le altre tendenze della nostra psiche che sono incompatibili con il nostro io”. (C. Jung)

Si sa: le streghe nelle Valli di Lanzo non sono certo una novità. “Masche”, fattucchiere, manifestazioni sovrannaturali hanno da sempre accompagnato l’infanzia di ogni bambino che sia cresciuto tra queste montagne, prendendo corpo nei racconti talvolta un po’ maldestri e opportunisti dei nonni, oppure frutto di una superstizione non ancora del tutto estintasi in qualcuno. Da alcune cronache storiche si apprende come non poche poverette, forse malate di mente, siano finite al rogo per l’imbecillità bigotta di un’autorità ecclesiastica oscurantista che amava identificare il “male” con il “diverso”. Ed in ogni vallone, in ogni fianco della montagna, un sasso dalle forme curiose, una balza od un anfratto, sono identificati nella cultura popolare come dimore di fate poco benigne, di diavoli o di presenze malefiche. Ne più e né meno che un avvaloramento della potenzialità evocativa suscitata dalle “forme simboliche” teorizzata da Cassirer. E qui, nel vallone inciso dal Torrente Sea, una via che fiancheggia minacciosa e repulsiva l’orrido di Mombran ci ricorda la fantasia visionaria di molti esploratori che transitarono tra queste pieghe di roccia: si chiama “Sea strega”.
Ed anche oggi le streghe l’hanno fatta da padrone, come nella miglior tradizione delle cuentes (racconti) invernali raccontate nella penombra della stanza. Dopo averci a lungo spaventato con un senso di vertigine e con fessure che misteriosamente si chiudevano, sono scomparse in una nuvoletta serale dietro la Cima della Leitosa.

La spaventevole strega dell'est

Come nella migliore tradizione, abbiamo portato degli amuleti consigliati da un vecchio mago, questa volta attaccati all’imbrago, e, metro dopo metro, abbiamo dissolto i malefici che la malvagia “strega dell’est” ha cercato di disseminarci su quelle poche decine di metri di roccia. Perché l’icantesimo fosse spezzato le parole del mago erano state chiare: non lasciare nessuna traccia lungo la via! Mano dopo mano, piede dopo piede, siamo dunque così saliti in cima alla sua dimora, mentre poco più in là, mostrando i suoi due spit luccicanti, la strega dell’ovest sorrideva. Niente di ché per carità! Solo un’altra piccola storia di Sea.

La grotta della strega, attacco della via

Nel cuore del pilastro

Vallone di Sea/ Valli di Lanzo –Alpi Graie Meridionali

Arto destro del Droide
“La spaventevole strega dell’est”

Prima salita M.Blatto, L. Pinto agosto 2013
80 m 6b+; A2+
Materiale: friend fino al 3 bd (doppio), una scelta di micro-stopper, utili i pecker
L’attacco e nella nicchia della grotta originata dai due pilastri principali (Arto sinistro e Arto destro) della struttura detta il “Droide”
In posto non vi è nulla, se non la sosta su due spit da collegare in cima al pilastro. Sosta intermedia da attrezzare su un precario ballatoio sul lato est dell’arto, per poi rientrare con passaggio assai esposto e difficile nella grotta. Roccia purtroppo non bellissima che richiede cautela. La sosta prima dell’ultima fessura si fa in una nicchia quasi all’uscita del pilastro, in un corto diedro. Vuoto impressionante!
Discesa con due corde doppie dal vicino “Arto sinistro”

Arto sinistro del Droide
“La strega dell’ovest”

Prima salita M.Blatto ottobre 2012
25 m 6a
Materiale: in posto due spit, da integrare con friend fino al 2 bd
Variante al Camino d’uscita della Via Arto sinistro, che si segue nelle prime due lunghezze (diff 6a+, spit e friend fino al 2 bd). L’uscita della fessura propone una sosta comune alla via “Mister Eolo”, da cui poi ci si cala con due doppie fino alla base.

Bibliografia: Vallone di Sea un mondo di Pietra; M.Blatto Vivalda Editori
Sogno di Sea – Gian Carlo Grassi 1988 (esaurito)