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26 Marzo 2015

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L’anno del re scorpione

Viviamo in uno strano tempo.

Sono ariete, ma oggi gioco a fare lo scorpione…

2015-03-25 23.42.47

Domenica: negozi chiusi, persone che un passo alla volta pascolano alla ricerca di acquisti non concessi. Appena il cielo perderà il suo umore plumbeo, le serrande si leveranno in coro e la popolazione sarà libera di acquistare cose che servono a fare cose che non faranno. Alleluja, alleluja.

Il mezzo confuso con il fine, sempre, sempre o quasi

Amano il calcio quindi non lo giocano, lo vedono, per poi dire “abbiamo vinto”.
Vorrebbero esser splendide quindi comprano i vestiti indossati dalle splendide, ma non si piacciono e le criticano.
Escono a prendere attrezzatura per discipline e possibilità, quando invece potrebbero esser là fuori a viverle.

Vogliono condividere con gli amici, ma non fanno qualcosa con loro, fruendo una passione insieme (una scalata, un dipinto, una partita a scacchi, un viaggio, l’amore, una camminata), per poi festeggiarla con una birra.
Preferiscono trincearsi dietro una tavola. “Sabato si va a mangiare fuori”…
Cosa condividono? Il fatto di non poter condividere.

Non è la stessa cena quella che effettui dopo che hai fuso la tua anima con un amico; festeggiare un binomio. Trovare una scusa per evitare il silenzio, la nuda verità, è cosa differente.

Pensiero laterale.

In queste notti, tornando a casa, tra le montagne, ho dovuto evitare 2 cinghiali, 1 tasso, 3 caprioli e alcuni sfuggenti quadrupedi, in un caso forse volpi in un altro forse lepri. Ho visto anche due gatti… ed ero davvero stupito. Loro sono gli animali rari: cosa ci fanno in mezzo ai boschi di un crinale? Sono animali che in quest’area non vedo mai fino al primo cemento. Ogni cosa è solo opinione parziale.

E mentre penso, l’ultimo scorpione mi guarda immobile, sovrano isolato di un regno solitario e umido.
Ciò che lo uccide è la nostra reazione al timore del potere aggressivo che gli accordiamo con la nostra fantasia.
Due centimetri di creatura, uno scarafaggio statico con le pinze: il re muore perché secondo noi è forte e pericoloso. Viviamo in uno strano tempo. Questo è certo.

Facciamo una cosa, mi lascio a uno splendido e magico ricordo, per il resto, rilancio ultimando un nuovo libro e preparandomi per un’altra “spedizione”, ci vediamo alla prossima follia.

Christian Roccati
SITOFACEBOOK