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29 Luglio 2011

Senza categoria · brain walking · Formazione Attiva · formazione aziendale · orienteering · Pino della sega · trekking del cristo pensante · Val di Fiemme · Walking

MONTAGNA E FORMAZIONE MANAGERIALE

La Montagna – scrigno composito di preziosi elementi naturali – non è solo una meravigliosa risorsa di cui possiamo godere nel tempo libero o in ambito sportivo, ma può diventare una vera e propria ‘aula a cielo aperto’ dove possiamo cogliere, analizzare e rivisitare i fondamentali del ‘comportamento organizzativo’ in un contesto diverso e stimolante.

Nella mia attività di formatore, utilizzo spesso le variabili intrinseche nell’ambiente Montagna (fatica e riposo, contemplazione e lotta, bellezza e minaccia, …) come un metaforico ‘set di strumenti’ per rappresentare la vita e per trasporre, nella vita stessa, gli insegnamenti ed i comportamenti studiati nella ‘palestra’ alpina.

Bellamonte – piccola frazione di Predazzo in Val di Fiemme – con il suo eterogeneo territorio fatto di prati, boschi, strade e paludi è lo scenario ideale che spesso scelgo per ospitare i miei programmi di formazione outdoor.

Così è accaduto anche lo scorso 9 luglio, quando, un gruppo di dirigenti di Federmanager Trento si è riunito a 1.373 metri per iniziare una giornata all’insegna dell’Avvicinamento al BRAIN WALKING ed al TEAM ORIENTEERING per scoprirne potenzialità e possibili applicazioni aziendali.

Questo ritrovo era nato dal loro iniziale desiderio di rendere più viva ed attiva la partecipazione alla loro Associazione, passando assieme un momento formativo che fosse, però, lontano dalla formalità delle aule. Una giornata che permettesse loro di ‘abbassare le difese’ per iniziare a costruire una solida ‘rete’, e che consentisse loro – al tempo stesso – di aggiungere degli elementi che potessero giovare alla loro crescita personale ed ai diversi contesti aziendali di appartenenza.

Mettere assieme tutti questi elementi – in un solo giorno di formazione – sembrava però difficile, se non addirittura impossibile, da realizzare. L’idea e l’opportunità ‘ad hoc’ sono scaturite da una singolare coincidenza capitata a Chiara, una dei componenti del gruppo di manager. Chiara si è recentemente appassionata al Nordic Walking e, mentre stava leggendo il mio libro ‘Emozione Nordic Walking’, ha curiosamente ritrovato nel capitolo sul Brain Walking, una frase di Charles Darwin che era citata anche nell’ultimo numero del notiziario dell’Associazione Dirigenti: ”Non è la specie più forte o più intelligente che sopravvive, ma quella più reattiva al cambiamento”.

Presa l’insolita corrispondenza come un segnale, Chiara mi ha contattato subito per vedere quali – tra le innumerevoli ed interessanti attività di Fiemme Formazione Attiva – potessimo selezionare e proporre ai colleghi. Dopo un’attenta valutazione delle loro esigenze, per la prima esperienza di formazione outdoor di Federmanager Trento, abbiamo scelto il Team Orienteering ed il Brain Walking.

Sabato 9 luglio, dunque, nel verde splendore di un soleggiato mattino estivo, il gruppo di manager – abbandonati laptop, blackberry ed abiti formali – si ritrova in tuta, scarpe da ginnastica e con lo zaino in spalla. Io – dopo le iniziali presentazioni per capire i ruoli dei dirigenti presenti ed i diversi contesti aziendali di provenienza – passo immediatamente nel vivo dell’intenso programma e presento l’innovativo format che adotto con Fiemme Formazione Attiva. Ciò che subito colpisce i manager è che il processo formativo non si fonda soltanto sui tradizionali modelli e strumenti della formazione manageriale alla quale tutti loro sono ormai avvezzi, ma è stimolato da esperienze attive di Brain Walking che vengono vissute direttamente dai partecipanti e vengono poi rielaborate nelle fasi indoor da una riflessione guidata sui comportamenti agiti. L’apprendimento, dunque, scaturisce da processi cognitivi di tipo analogico, generando portentose metafore sui meccanismi operativi di funzionamento del contesto lavorativo di provenienza e valorizzando le qualità e potenzialità personali di chi vi partecipa.

Per i manager, arriva quindi il momento di sperimentare sul campo la Formazione Attiva e – con la mia spiegazione dei fondamentali dell’orienteering – iniziamo ad avvicinarci al momento della ‘sfida’ di Team Orienteering. Divido i dirigenti in due squadre e consegno loro le cartine con l’indicazione dei 10 punti in cui si trovano le lanterne, dove dovranno effettuare la punzonatura. Lascio poi dieci minuti per analizzare la cartina (durante i quali ciascuna squadra dovrà studiare e concordare il percorso da fare) ed un’ora di tempo per completare il tracciato. Curioso vedere come le due squadre scelgano strategie quasi opposte per affrontare la sequenza di punti.

Il focus formativo del team orienteering è il rinforzo del gioco di squadra e – in questa prima fase – all’interno di ciascun gruppo, per concordare il percorso ritenuto migliore, i partecipanti hanno dovuto attingere sicuramente alla capacità di decidere in modo cooperativo ed organizzato.

Nella fase successiva – quella della competizione vera e propria – oltre alla spinta al massimo della collaborazione all’interno di ciascun gruppo, emergono le potenzialità personali dei componenti di ciascuna squadra: c’è chi fa da traino, chi si integra e chi si adatta. Tutti fanno comunque la loro parte e si registra anche un capovolgimento del pronostico di metà gara: vince, con un buon vantaggio e completando tutto il lavoro assegnato, la squadra che poteva apparire ‘più debole’ e che a metà percorso sembrava essere in svantaggio. Sicuramente la dimostrazione della forza del gruppo, dove tutti hanno saputo comprendere il proprio ruolo ed hanno agito di conseguenza.

Dopo una necessaria pausa ristoratrice, si passa alla seconda parte della giornata: sperimentare il Brain Walking. Questa disciplina nasce dal Nordic Walking, ma ne trascende le tipiche valenze atletico-sportive per andare a toccare le ‘corde’ del pensiero e, quindi, a stimolare la generazione di soluzioni creative ed idee nuove.

Come sentiero di prova per la prima esperienza di Brain Walking, Chiara mi chiede di poter proporre ai colleghi il Trekking del Cristo Pensante. Lei conosce già la storia di questo Trekking, di come sia nato nella mia mente, di quanta determinazione io abbia dovuto mettere nella sua realizzazione, e crede che non ci possa essere terreno migliore dove potere cercare di attivare la creatività.

Si parte quindi per Passo Rolle. Una volta arrivati, distribuisco i bastoncini adatti alla camminata nordica e fornisco ai partecipanti gli elementi base per potere effettuare la salita con la tecnica del Nordic Walking.

Arriva quindi il momento del lancio del tema per il Brain Walking. Essendo questo un ‘test’, il gruppo non ha portato un argomento peculiare da potere analizzare durante la salita, e quindi ne propongo io uno al di fuori di ambiti aziendali, ma utile per cercare di stimolare la creatività: descrivere l’esperienza e le emozioni provate durante il team orienteering, usando parole e concetti che non siano ‘squadra’, ‘amicizia’, ‘divertimento’.

I manager accettano volentieri la proposta ed iniziamo assieme la salita verso i 2.333 metri della cima del monte Castellazzo.

Io li osservo e li fotografo e vedo che per loro concentrarsi è difficile, tanta è la meraviglia della natura che ci circonda. Le Pale di S. Martino fanno da sfondo ad una multiforme tavolozza di colori che si mescolano in modo armonico tra loro. Il clima è perfetto per la salita ed una leggera brezza accompagna il nostro cammino. Lungo il percorso, richiamo i dirigenti al loro compito ‘creativo’ e così i due gruppi che durante la mattina si erano sfidati nell’Orienteering, si trovano a dovere mettere ‘nero su bianco’ quanto provato.

La salita dura circa un’ora e l’ultimo tratto è il più impegnativo, ma vedo che il desiderio di arrivare in vetta ad osservare da vicino il Cristo pensante e la vicina croce in corten guida i loro passi. Arrivati sulla cima, le emozioni provate sono ovviamente soggettive ed appartengono alla sfera personale di ciascuno dei partecipanti. Chiara però si confida e mi dice che per lei, osservarmi a fianco della mia ‘opera’, è come vedere l’esempio concreto di come si possa usare la propria mente come sorgente inesauribile di sogni in cui credere e da trasformare in realtà.

Arriva il momento di tornare a valle e, per la discesa, guido il gruppo lungo il sentiero più rapido che scende lungo un ghiaione e che mette a dura prova le ginocchia dei meno abituati.

Presso Capanna Cervino ci concediamo volentieri un ultimo breve momento di ristoro e di debriefing sulla giornata. Il tramonto si avvicina ed io leggo, negli occhi di tutti, il desiderio di rimanere più a lungo per osservare lo spettacolare fenomeno dell’enrosadira che fa assumere alle cime Dolomitiche delle sfumatura particolari di colore rosa. Purtroppo, gli impegni personali richiamano tutti all’ordine e ci dobbiamo salutare.

In tutti i partecipanti vi è però la consapevolezza che lo scopo iniziale dal quale aveva avuto origine questa giornata sia stato sicuramente centrato: oltre ad avere aggiunto elementi utili al loro bagaglio personale e professionale, si sono sicuramente conosciuti ed apprezzati di più e, tra loro, si è creata una complicità e collaborazione maggiore. Indubbiamente, questa giornata è stata per loro una semina che, sono sicuro, porterà presto un buon raccolto, soprattutto per la loro Associazione.

Pino Dellasega

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