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21 Settembre 2010

Ambiente e Territorio · Cult · agricoltura · Alpi · cooperazione · crisi · experience · giovani · Innsbruck · Manifesto di Innsbruck · sostenibilità · turismo · turismo montano · Ambiente e Territorio · Cultura

NASCE IL MANIFESTO DI INNSBRUCK Sulla cooperazione nel settore del turismo montano nell'arco alpino

Le regioni dell’arco alpino a forte vocazione turistica stringono un’alleanza per promuovere in modo coordinato un turismo montano innovativo, sostenibile e sociale, creando un’importante base di sussistenza per gli abitanti di queste aree.

Parte da qui il “Manifesto di Innsbruck sulla cooperazione nel settore del turismo montano nell’arco alpino” approvato in Tirolo in occasione del primo vertice politico dei ministri e assessori per il turismo delle regioni e province di Austria (Carinzia, Salisburgo, Tirolo, Vorarlberg), Italia (Province autonome di Trento e di Bolzano, Provincia di Belluno), Germania (Baviera), Svizzera (Grigioni, Vallese) e Liechtenstein. La volontà di tali regioni di unire le forze nasce dai caratteri che le identificano – la comune identità alpina rappresentata dalle Alpi, la tradizionale ospitalità verso i turisti, la condivisione di uno spazio naturale senza pari, tradizioni, cultura e innovazione -, ma anche dalle proiezioni e dinamiche (in crescita) del turismo mondiale. Con i suoi quasi 100 milioni di pernottamenti e 800.000 letti, le regioni turistiche alpine mandano un segnale forte ai mercati europei ed a quelli emergenti d’oltreoceano, e intendono farlo con un efficace marketing ed una campagna ombrello concentrata sulle Alpi, per contrastare la concorrenza di destinazioni esotiche e/o balneari.

La vacanza in montagna – affermano nel “Manifesto di Innsbruck” i ministri e assessori al turismo alpini – è qualcosa di originale e inconfondibile e si presta come nessun’altra alla rigenerazione di corpo e spirito”. Le Alpi, dunque, come “fonte della giovinezza dell’Europa“, oltre che area ricreativa adatta a tutte le fasce di età e categorie sociali, dotata delle più moderne infrastrutture e strutture ricettive di eccellente qualità e varietà.

Per sfruttare l’enorme potenziale turistico delle Alpi occorre però, innanzitutto, custodire con cura il maestoso paesaggio montano che le caratterizza (ad iniziare dalle Dolomiti Patrimonio Unesco) attraverso un’attenta gestione delle risorse naturali. Un principio, questo, che scaturisce dal legame che unisce gli abitanti delle regioni alpine con il loro spazio di vita. Ma sono altresì necessarie nuove strategie, nuovi prodotti ed una forte comunicazione relativamente alle offerte comuni, superando la logica delle soluzioni circoscritte, non più proponibili.
“Fondamentale – dichiarano i decisori politici del turismo alpino – sarà anche “mantenere alto il livello di accettazione dei nostri abitanti nei confronti del turismo”, per evitare effetti negativi e fenomeni di rigetto, perchè “senza una popolazione ospitale, una località non può definirsi destinazione turistica in modo credibile”.

Uno dei target privilegiati verso cui si indirizzerà la comune azione promozionale delle regioni turistiche alpine sarà quello rappresentato dai giovani, con una particolare attenzione alle settimane dello sport scolastico e montano. Anche in relazione a questo va l’impegno, formalizzato nel “Documento di Innsbruck”, per “un migliore coordinamento nella regolamentazione dei periodi di vacanza e quindi per uno scaglionamento dei flussi turistici“. Un prolungamento delle stagioni, oltretutto, potrebbe riflettersi positivamente sull’ambiente e migliorare la base economica delle aziende turistiche.

Le buone sorti del settore turistico dipendono anche, nelle Alpi in modo particolare, dalle sinergie e collaborazioni tra diversi settori economici e categorie sociali. In questo senso occorre dunque garantire programmi sostenibili di cooperazione tra agricoltura e turismo, ma anche assicurare il mantenimento delle infrastrutture alpine per il tempo libero, sia sotto il profilo finanziario che edile, così come occorre mettere a punto dei modelli per agevolare i passaggi di gestione delle imprese, prevedendo anche un alleggerimento del carico fiscale del fattore lavoro per il settore turistico.

Un particolare accento, nel documento siglato ad Innsbruck (firmato, in luogo dell’assessore Mellarini trattenuto a Trento per la visita di Lech Walesa, dal dirigente generale del Dipartimento Turismo, commercio, promozione e internazionalizzazione Paolo Nicoletti) viene posto sulla capacità del turismo alpino di “resistere alla crisi“, dimostrandosi sorprendentemente stabile. Un fenomeno – si sostiene – che deve essere analizzato a fondo con uno studio i cui risultati costituiscano principi guida in base ai quali organizzare il settore turistico in modo che esso sia pronto a fare fronte agli imprevisti del futuro.

La cooperazione comune per la quale si sono gettate le basi con il vertice dei ministri e assessori al turismo delle regioni alpine si concentrerà dunque su questi temi, comprendendo in essi anche la ricerca scientifica di base sull’arco alpino. Una cooperazione che, alla luce del Trattato di Lisbona che cita esplicitamente il turismo quale importante campo d’azione, della Dichiarazione di Madrid dei ministri europei del turismo firmata il 15 aprile scorso, e dei protocolli della Convenzione delle Alpi (anch’essa firmataria del Manifesto di Innsbruck), trova nel progetto delle “macroregioni” europee un modello da sfruttare.
Spazio dunque allo scambio di buone pratiche, per esempio nel campo della formazione e dell’aggiornamento turistico, allo sviluppo di strategie comuni valide per tutto il territorio alpino, all’elaborazione di raccomandazioni concertate ed alla continua collaborazione tra le organizzazioni turistiche delle regioni alpine. Già programmata la prima “uscita” delle regioni aderenti al Manifesto di Innsbruck: una grande fiera internazionale dedicata al turismo alpino che si terrà a giugno 2011 ad Innsbruck.

Noi presentiamo questo manifesto – così si conclude l’importante documento – consapevoli della nostra forza congiunta e fiduciosi che affronteremo, in maniera solidale, le questioni fondamentali che sono di interesse comune e che possono essere gestite con successo soltanto con un approccio congiunto. Desideriamo che l’arco alpino continui ad essere la destinazione turistica più importante d’Europa. Senza voler relativizzare le nostre rispettive peculiarità o la costruttiva, leale competitività reciproca, vogliamo intensificare la cooperazione a vantaggio di tutti e adoperarci affinché l’arco alpino, nel suo complesso, rimanga anche in futuro una destinazione turistica di prim’ordine“.

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