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13 Giugno 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Centrali · Aree Montane · Italia · Lombardia

Addio a Claudio Ghezzi il ‘Re della Grigna’

Claudio Ghezzi. Fonte FacebookL’uomo nel tentativo di aiutare un’amica in difficoltà

Il 69enne è scivolato sulla montagna scalata 5.600 volte nel tentativo di soccorrere un’amica

Claudio Ghezzi, 69 anni, di Missaglia (LC), ha perso la vita ieri 12 giugno, precipitando da una ferrata sulla Grigna Settentrionale (2.410 metri), una delle montagne più note della provincia di Lecco.

Ghezzi, conosciuto soprattutto come recordman di ascese fino alla vetta del monte, avendone portate a termine oltre 5.600 in quasi mezzo secolo, era già arrivato sulla sommità della Grigna  quando, secondo una prima ricostruzione, sarebbe tornato sulla ferrata del Sasso dei Carbonari, che conduce al rifugio Brioschi, a circa 2000 metri di quota,  per aiutare un’amica in difficoltà. Lo scalatore sarebbe, però,  scivolato in un punto esposto,  precipitando per decine di metri.

La ferrata è stata poi evacuata.

Vano ogni tentativo di soccorso. Ghezzi in passato era stato protagonista anche di diverse spedizioni in Sudamerica e in Asia, tra Nepal e Tibet.

“Con Giacomo (Scaccabarozzi) ho fatto quasi tutte le Alte vie d’Italia. Stavamo via 15 o 20 giorni d’estate. Poi dal ‘91 all’estero – raccontava (Fonte)  -. L’Illimani in Bolivia, poi il Pakistan, il Nepal, Kirghizstan, Kazakistan, Uzbekistan. Sono salito sul Peak Lenin, abbiamo tentato il Peak Pobeda. Ho fatto un tentativo al Muztagata e nel 1997 ero in spedizione al Cho Oyu. C’era anche il Butch (Marco Anghileri). Sono arrivato all’ultimo campo, ma poi niente da fare. Anche al Gasherbrum II nel 2005 sono dovuto scappare dalle valanghe. Sono salito sull’Aconcagua e tante cime del Perù e ho girato in lungo e in largo per le valli nepalesi. Capisci che vai forte quando hai nelle gambe l’allenamento che fai in Grigna”.

Della Grigna diceva: “Quella montagna è nel mio cuore. Anche perché dopo la morte di Giacomo, mi è successo qualcosa. Vederlo lì sotto il rifugio mi ha cambiato. Tutte le volte che scendo dal “costone“ passo sempre a dare un occhio nel punto in cui l’abbiamo trovato. C’è una croce che smonto durante l’inverno perché altrimenti le valanghe se la portano via – raccontava – E poi il Butch (Marco Anghileri)… non dovevamo nemmeno metterci d’accordo, ci trovavamo e basta… ecco queste cose che sono successe hanno contribuito a rinsaldare ancora di più il mio legame con la Grigna”.

Ghezzi era noto a Missaglia “anche per il suo pluridecennale impegno nel far conoscere ai giovani e meno giovani la montagna nei suoi aspetti ambientali, sportivi e culturali –  precisa il CAI di Missaglia –  Ghezzi, infatti, ha fatto parte del GSA di Missaglia fin dalla sua fondazione, e dopo la trasformazione di quest’ultimo in sottosezione (e poi in sezione autonoma) CAI ha continuato ad esserne uno dei soci di punta –
Le montagne lecchesi le conosceva bene e le frequentava assiduamente, soprattutto il Grignone, ormai per lui una seconda casa. Oggi proprio questa cima ha segnato la sua ultima ascesa.”