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9 Ottobre 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Due valanghe sullo Shisha Pangma: muoiono Anna Gutu e Mingmar Sherpa. Dispersi Marie Rzucidlo e Tenjen Lama Sherpa

Anna Gutu. Fonte instagram

Recuperati  i corpi senza vita della scalatrice americana  e della sua guida Mingmar Sherpa. Dispersi un’altra statunitense, Gina Marie Rzucidlo, e il nepalese Tenjen Lama Sherpa

Due alpinisti sono morti e altri due risultano dispersi a seguito di due  valanghe che, sabato pomeriggio,  si sono abbattute sullo Shisha Pangma (8.027 m), in Tibet, nella Cina sudoccidentale. I soccorritori, guidati da Mingma G (Imagine Nepal), hanno recuperato i corpi senza vita dell’americana Anna Gutu (33 anni) e della sua guida Mingmar Sherpa.

Una prima valanga ha colpito la via di salita sopra i 7.800 metri intorno alle 11:00 uccidendo Anna Gutu e Mingmar Sherpa. Un’altra valanga ha travolto Gina Marie Rzucidlo (45 anni) e Tenjen Lama Sherpa intorno alle 13:00, mentre erano  a circa 80 metri dalla vetta. I due avevano scelto un percorso leggermente diverso sopra  Campo III.

Gina Marie Rzucidlo, giugno 2023, Nanga Parbat. Fonte instagram

Tenjen Lama Sherpa. Foto arch. Tenjen Lama

Anna Gutu e Gina Marie Rzucidlo, erano in corsa per aggiudicarsi il titolo di  prima donna americana a scalare tutte le 14 vette.
Tenjen Lama, è lo sherpa che insieme alla norvegese Kristin Harila detiene il record per la scalata di tutti i 14×8000  in 92 giorni.

Feriti nell’incidente Kami Rita Sherpa, Mitra Bahadur Tamang e Karma Gyalzen (o Geljen) Sherpa.

Incidente a Mingma G durante le operazioni di soccorso

Mingma G. Fonte facebook

“I soccorritori di Imagine Nepal, Seven Summit Treks, Elite Exped e Climbalaya Treks hanno recuperato  dai campi alti i tre alpinisti feriti”, ha confermato il quotidiano  THT.

Durante le operazioni di soccorso, il noto alpinista Mingma G Sherpa, si è  ferito gravemente sopra Campo III dopo una caduta di oltre 150 metri. Il noto alpinista ha riportato una ferita alla testa. E’ stato condotto al Campo II la notte di sabato e ieri ha raggiunto in sicurezza il campo base. E’ stabile  ma deve essere trasportato  in ospedale al più presto per verificare che il trauma cranico non abbia causato un’emorragia interna.

La Tibetan Himalayan Expedition ha mobilitato anche 20 guide tibetane per supportare le operazioni di ricerca e soccorso sulla montagna. Attivata un’équipe medica al campo base.

Il quotidiano cinese Xinhua News riferisce che Karma Gyalzen Sherpa, gravemente ferito, è rientrato al Campo Base ed è “fuori pericolo”. L’altro alpinista ferito, Kami Rita Sherpa (non è  lo sherpa che detiene il record di maggior numero di vette dell’Everest), è stato portato sotto il Campo II.

Si attendono dalle autorità cinesi i permessi per il trasferimento aereo dei feriti.

Dopo l’incidente, la maggior parte degli alpinisti ha abbandonato il tentativo sullo Shisha Pangma.

Secondo quanto dichiarato dall’ufficiale di collegamento del CTMA a Xinhua News, al momento dei due distacchi, erano 52 gli alpinisti, di varie nazionalità, impegnati nella spinta alla vetta.

Mario Vielmo e Sebastiano Valentini stanno bene e sono al Campo Base

Sebastiano Valentini e Mario Vielmo a Tingri in Tibet, settembre 2023. Fonte M. Vielmo

 

Sullo Shisha Pangma ci sono anche i nostri due connazionali Mario Vielmo e Sebastiano Valentini che, fortunatamente, stanno bene e attualmente sono al Campo Base.

Lo ha confermato lo staff di Vielmo, con un post pubblicato su facebook, già sabato 7 ottobre:

“Stavo scrivendo un lungo post per raccontarvi di Mario e lo pubblico subito per assicurarvi che Mario e Sebastiano stanno bene e sono rientrati da un paio di ore a campo base.
Purtroppo stamattina, nel tentativo di vetta di sherpa e climber con ossigeno, a causa del forte vento si è staccata una valanga e ci sono persone disperse.
Non so se faccio bene ma vi riporto quello che avevo scritto e stavo per pubblicare pochi minuti fa:
“Mario è rientrato da poco a campo base, dopo aver passato due notti a campo 1 a 6400 metri.
Quella che a tutti può sembrare la spedizione “più semplice”, essendo l’8mila più basso e con non grandi difficoltà tecniche, si sta rivelando comunque una sfida contro il tempo e contro la meteo.
A campo 1 la temperatura era di -20 gradi. Impossibile proseguire oltre senza tutone ed equipaggiamento d’alta quota. È stato comunque utile e sufficiente come acclimatamento per poter la prossima volta partire per un tentativo di vetta.
La pianificazione però in questo momento è praticamente impossibile.
Se da una parte il tempo è splendido, con giornate di pieno sole o poche nuvole, le temperature sono a dir poco invernali e i venti soffiano fortissimi.
Mario mi riferisce che stamattina sopra i 7mila metri si sentivano soffiare i venti in modo spaventoso eppure le previsioni davano solo 15kmh. Sempre dalle previsioni oggi sarebbe stato il giorno con venti più deboli, da domani in poi non si riescono a trovare due giornate di fila senza venti sopra i 40 o 50 kmh e ci sono intere giornate con previsti venti anche a 75 e 95 kmh con temperature percepite di oltre -40 gradi.
Come sanno gli appassionati di alpinismo e scialpinismo, il muoversi di questi venti mette anche a rischio la sicurezza della montagna in termini di valanghe a lastroni (cosa da verificare tra l’altro che non sia già accaduta stamattina).
Perciò ora non resta che aspettare e vedere se, come spesso accade proprio quando ci sono giornate molto ventose, se la meteo dei prossimi giorni cambierà velocemente in modo positivo.
Serve una pazienza che non fa più parte però di questo mondo.
Condivido con voi una confidenza ricevuta ora da Mario, tralasciando qualche dettaglio che non lo riguarda:
“Sono tutti di corsa (…). C’è una competizione pazzesca. Come è cambiato questo mondo.
Non mi piace più.” “
Ecco, questo era esattamente quello che stavo pubblicando dieci minuti fa, prima di ricevere la chiamata della giornalista Angela Benavides che mi ha dato la notizia della valanga e voleva sapere se Mario e Sebastiano erano al sicuro.
Sono molto preoccupata e ho suggerito a Mario di valutare di scendere al campo base inferiore se possibile, visto i venti in arrivo.”