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17 Marzo 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Gangapurna (7.455 m): Esteban ‘Topo’ Mena e Jonatan Garcia rinunciano

Gangapurna. Fonte Jonatan Garcia facebook, marzo 2022

Aggiornamento flash dal Nepal

Si è già conclusa  la spedizione al Gangapurna (7.455 m) di Esteban ‘Topo’ Mena (Ecuador) e Jonatan Garcia (Spagna).

I due scalatori lo hanno annunciato poche ore fa, attraverso i loro canali social.

Dalla pagina instagram di Topo Mena:

“Ritorniamo alla civiltà dopo pochi giorni nella terra dello Yeti. Per esperienze come questa, una normale didascalia su Instagram non aiuta a condividere ciò che abbiamo vissuto, quindi ho pensato che questo potesse essere un buon momento per dare vita al mio vecchio blog.
Ho appena pubblicato un contrinuto con titolo Gangapurna 2022, un breve racconto di ciò che abbiamo vissuto nelle ultime due settimane […] Ora siamo entrambi diretti a casa, Jonathan per continuare a scalare nelle Alpi come sempre e io per prepararmi ad una stagione di guida in Himalaya…”

Gangapurna, marzo 2022. Fonte: Esteban Topo Mena/instagram

“L’obiettivo era scalare la parete sud, idealmente attraverso una bella linea di ghiaccio che ci faceva sudare i palmi e brillare gli occhi – spiega Topo Mena nel suo blog – Nel caso in cui la parete non fosse stata in buone condizioni, avremmo potuto provare ad accedere alla Cresta Ovest da sud come possibilità per continuare con l’idea di avere l’opportunità di vedere l’Annapurna a marzo.
Dopo essere volati al Campo Base [4700 m ca.], ci sono voluti un paio di giorni per allestire il nostro rifugio che fungeva da casa e una piccola tenda da cucina. Le prime impressioni della montagna non sono state molto incoraggianti per i nostri progetti più ambiziosi. Le linee che pensavamo fossero possibili non si sono formate e l’unica opzione per la parete Sud era la via coreana che non sembrava molto incoraggiante a causa della siccità. Abbiamo iniziato a parlare più seriamente della possibilità di salire la cresta Ovest, in ogni caso quel giorno abbiamo deciso che o per la parete Sud più rocciosa o per la cresta Ovest, quello che ci serviva prima era acclimatarsi un po’ ed esplorare l’approccio alla base.

Quindi il 9 marzo siamo parti in missione a 6000 m per verificare le condizioni e scattare alcune foto.

A circa 5100m la nostra giornata è cambiata. Mentre guardavamo le creste sopra il campo base, avevamo trovato un terreno facile e divertente e stavamo parlando dei buoni progressi che avevamo fatto fino a quel momento. Anche se raccontavamo barzellette e l’atmosfera era tranquilla, ho adorato la concentrazione e la connessione con cui abbiamo iniziato a creare.

Abbiamo iniziato lentamente a trovare neve alta fino alla cintola, a volte era così profonda da impedirti di uscirne solo per poter fare un altro passo. Dopo circa duecento metri di tutto ciò, ridendo mentre l’altro sembrava intrappolato fino al collo e proprio mentre il nostro GPS indicava 5.400m, abbiamo deciso che questa volta non sarebbe stato possibile

Le basse temperature e la direzione del vento, oltre alla neve profonda che abbiamo trovato sotto uno strato di circa 15 cm influenzato dal vento, sono stati sufficienti per farci capire che le condizioni non sarebbero cambiate per un po’ o forse per il resto della stagione, o almeno nel lungo e impegnativo approccio alla nostra linea dei sogni. La vista di una parete più asciutta del previsto, unita alle condizioni per arrivare alla base, sono stati i motivi che hanno determinato la nostra decisione di riprovare in futuro dopo che il monsone arriverà su queste montagne.” VAI AL RACCONTO COMPLETO

Topo Mena (a sinistra) e Jonatan Garcia su un tetto di Kathmandu. Fonte Exweb