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5 Gennaio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Invernale al K2 2020-2021. Mingote: “Oggi Juan Pablo ed io siamo arrivati al CB in riserva”

K2, invernale 2020-2021. Fonte: Sergi Mingote/facebook

Mingote dal CB: “…non sarà assolutamente facile che un gran numero di scalatori raggiunga le quote alte”

Tutti gli alpinisti sono tornati al Campo Base, anche il catalano Sergi Mingote e il cileno Juan Pablo Mohr, gli unici ad aver trascorso la notte a  Campo 2 (inferiore), sullo Sperone degli Abruzzi. Hanno dovuto combattere contro il vento, il ghiaccio blu verticale, la privazione del sonno, il freddo estremo e il ghiacciaio instabile tra i 5.300 metri e il campo base, che il Waldemar Kowalewski, recentemente evacuato, ha descritto come una “roulette russa”.

Mingote, attraverso i suoi canali social ha raccontato così gli ultimi tre giorni in quota:
“Gli ultimi tre giorni mi hanno insegnato varie cose – scrive il catalano – La prima è che poter essere accompagnato da un buon scalatore, impegnato nella sua cordata, è fondamentale – afferma il catalano –  La seconda, che tre giorni in quota in una spedizione invernale e poi sull’Ottomila più impegnativo del pianeta complicano tutto. Sei continuamente gelato, con uno strato di ghiaccio che ti fa sentire sempre freddo. La terza, le grandi differenze di un medesimo luogo. Conoscevo bene la via ma appare uguale solamente sul mio race tracker. Per il resto, non ha niente di simile. So di non dire qualcosa di nuovo. Ma quando tali  sensazioni le vivi sulla tua pelle sono molto più intense. Sono stati tre giorni bevendo e mangiando poco e quasi senza dormire per il vento intenso di ogni notte. Soprattutto quest’ultima, che praticamente ha distrutto le uniche due tende montate. Oggi Juan Pablo ed io (soprattutto io) siamo arrivati al campo base in riserva. E senza esagerare, visto quanto impegnativa è la parte bassa della montagna, non sarà assolutamente facile che un gran numero di scalatori raggiunga le quote alte. Magari mi sbagliassi.
Coloro che prima che io venissi qui mi facevano domande sulle code al “Collo di Bottiglia” nel tentativo alla vetta, penso abbiano avuto risposta, no?”

Cerimonia Puja al CB

Invernale al K2 2020-2021. Foto di gruppo al CB. Fonte: SST

Seven Summit Treks, oggi ha celebrato la Puja, una cerimonia sacra in cui scalatori e Sherpa pregano la montagna affinché tutto vada per il meglio. Puja deriverebbe dal sanscrito e significherebbe proprio “riverenza”: durante questa cerimonia, infatti, si fa un’offerta, oppure si consegna una preghiera e, se la montagna accetterà i doni e accoglierà le preghiere, gli Sherpa e gli alpinisti potranno salire in vetta.

“La cerimonia si svolge prima di lasciare il Campo Base e iniziare la salita estrema verso la vetta del Mt. K2. Viene eseguita per creare connessione con le montagne e pregare per una spedizione sicura e di successo”, spiega SST.

Tradizionalmente, il rito della Puja si celebra prima di lasciare il campo base per la prima volta. E’ rara in Pakistan, dove la maggior parte della popolazione pratica l’Islam.