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24 Ottobre 2018

Climbing · Vertical · Resto del Mondo

Joe Kinder ritorna al 9a con “Diarrhea Mouth”, dopo la polemica con Sasha DiGiulian

Joe Kinder su “Diarrhea Mouth” 9a a Rifle. Fonte: instagram

A cinque mesi dalle accuse di bullismo da parte di Sasha DiGiulian e dalla perdita delle principali sponsorizzazioni, il climber americano  realizza la prima salita di una delle vie più dure a Rifle

Joe Kinder ha annunciato ieri nei suoi canali social la prima salita di un progetto a Rifle (Colorado), chiodato a maggio 2017,  che ha chiamato “Diarrhea Mouth” (9a). Il nome della linea,  prende spunto dalla polemica scoppiata lo scorso maggio e che ha lasciato Kinder senza sponsor.

“Un altro 9a che diventa realtà. Avevo davvero bisogno di questo. È bello sentirsi di nuovo centrati e sapere cosa mi rende felice. Vi presento la prima salita del 9a “Diarrhea Mouth”. La nuovissima dura linea di Rifle, è stata chiodata a maggio 2017. Un nome orribile, sì, ma molto appropriato “, ha scritto Kinder sui suoi canali social.

I fatti

Non è un caso che due brand importanti come Black Diamond e La Sportiva abbiano annunciato parallelamente, mesi fa, l’interruzione della loro collaborazione con il climber americano. La causa: il suo comportamento non corretto e sopra le righe.

La polemica è scoppiata il 3 maggio, a seguito di un post di Sasha DiGiulian che confessava nei suoi canali social  di essere stata vittima di bullismo, con continue offese e battute di cattivo gusto da parte di Joe Kinder, attraverso  un account Instagram privato a lui riconducibile, visibile ad una cinquantina di iscritti, tra climber e personaggi pubblici,  ora cancellato.

Sasha  ha spiegato che, consigliata da terzi, aveva cercato di bloccarlo attraverso messaggi privati ​​che non hanno mai ricevuto risposta. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la fotografia di un ragazzo che abbraccia una ragazza in una spiaggia, che faceva il verso ad un’altra fotografia pubblicata da Sasha con Edu Marín.

Joe Kinder  il giorno dopo si scusò. In un messaggio del 4 giugno si diceva pentito per l’accaduto, attribuendo il gesto al suo spiccato senso dell’umorismo; confermava, inoltre, di aver già cancellato l’account.

Ma la sua risposta non è stata sufficiente e i suoi sponsor hanno deciso di annullare i contratti  che avevano con lui, provocando un importante danno economico al climber professionista. Dieci giorni dopo,  Kinder ha  nuovamente chiesto scusa, con un nuovo messaggio:

“Ho fatto un errore. Un errore che ha danneggiato il mio stile di vita come scalatore professionista e ha ferito i sentimenti di persone che conosco da più di 10 anni. Non incolpo nessuno tranne me stesso e riconosco il mio errore.”

“L’arrampicata è stata la mia famiglia, la mia casa e la mia ispirazione per più di 25 anni. Farò tutto il possibile per riconquistare il rispetto e la fiducia della comunità. Avrò bisogno di tempo per superare tutto questo, ma ne uscirò  una persona migliore.”

Approfondimento sulla polemica Kinder-DiGiulian

 

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