MENU

8 Marzo 2020

La montagna ai tempi del corona virus

Chi mi conosce sa che da un po’ di anni pratico l’alpinismo solitario, quasi sempre in free-solo su ghiaccio. Sa anche che sono sempre stato un sostenitore della libertà di rischiare e di andare dove si vuole e come si vuole, ma in condizioni ordinarie. Questa è una situazione che non si è mai vissuta in precedenza e i valori etici ed ideali devono adattarsi ai tempi e alle nuove condizioni. Anche quelli della montagna. Lo dobbiamo a quanti sono in prima linea tutti i giorni, con turni estenuanti in ospedale, ai più deboli e alle persone anziane. Per quanto mi riguarda da oggi sospendo qualsiasi attività “pericolosa” in montagna, solitaria o meno, per cui in caso d’incidente potrei avere bisogno di cure mediche sottraendole a chi adesso ne ha davvero bisogno. Credo che la comunità degli appassionati di montagna in questo momento dovrebbe fare la sua parte pensando che una passione non può andare ad incidere sulla salute e sulla vita altrui. Nei limiti e nel rispetto dei divieti imposti, passeggiamo in un bosco o lungo un fiume, e riscopriamo quanto è bello. In caso contrario stiamo a casa, con un buon libro, magari di montagna. Verranno sicuramente tempi migliori, e tutto passerà. Molti di noi potranno riprendere a vivere la montagna nel rispetto della piena libertà di rischiare. Probabilmente riusciremo anche a dare un valore diverso all’esistenza e a rispettare maggiormente la natura, con cui va assolutamente recuperato un dialogo intimista e archetipico. Verranno quei tempi. Ora, però dobbiamo fare anche noi la nostra parte. Cerchiamo di essere buoni maestri.