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20 Aprile 2020

Alpi Centrali · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Lombardia · Trentino Alto Adige · Rifugi

La Repubblica: “L’estate in montagna senza rifugi”. Rispondono SAT, Rifugi Trentino e Rifugi Lombardia

Rifugi, Trentino. Fonte; youtube.com

SAT e Rifugi del Trentino rispondono alla posizione espressa da Antonio Montani, vicepresidente del CAI e responsabile dei rifugi, nell’articolo pubbblicato dal quotidiano romano sabato scorso

L’articolo pubblicato su Repubblica, sabato 18 aprile, dal titolo L’estate in montagna senza rifugi, ha fatto sobbalzare sulle sedie sia la SAT, che l’Associazione rifugi del Trentino.

Nel redazionale, una lunga disamina sull’impossibilità di frequentare le destinazioni in alta quota, sulla condivisione quale limite delle strutture d’appoggio per gli escursionisti montani e sulla conseguente, inevitabile, problematicità di camere comuni e tavolate di gruppo. L’articolo, introdotto da Antonio Montani, vicepresidente del CAI e responsabile dei rifugi, ventilava l’ipotesi di un’estate mai vista, con rifugi chiusi. “L’emergenza però ci aiuterà a riflettere su un modello di tempo libero che in molti casi si era spinto oltre il limite”, spiegava Montani .

La risposta di SAT e Associazione Rifugi del Trentino

“E’ improvvido l’allarme lanciato sulle pagine del quotidiano “La Repubblica” relativamente alla chiusura dei rifugi d’alta quota nella prossima estate – ha dichiarato sorpresa Anna Facchini Presidente della SAT, che ha concordato una nota con l’Associazione Rifugi – Attualmente sono in corso di studio e verranno tempestivamente diffuse linee guida e proposte di azioni concrete per rendere l’ospitalità nei rifugi coerente con le disposizioni sanitarie.”

“I proprietari e i gestori dei rifugi, siano essi privati o associazioni, sono in prima fila per poter aprire le proprie strutture a alpinisti ed escursionisti a partire dalla prossima estate – continua Facchini – Potrebbero avere un numero complessivo di posti letto o posti a sedere ridotto rispetto alla effettiva capacità ricettiva, ma si farà il possibile per garantire ospitalità e presidio. Se da questa situazione discenderà una nuova modalità di frequentazione della montagna, improntata a maggiore attenzione e cautela sia nell’affrontare i sentieri, sia nello stile di accoglienza e relazione tra operatori del settore e clienti, significherà che tutti affronteremo questa nuovo corso con consapevolezza e rispetto, in una sola parola con saggezza”.

“Il CAI lavora perchè quest’estate i rifugi possano riaprire”,  precisa Antonio Montani

“Pur essendo vero che possono esserci difficoltà a riaprire i rifugi, soprattutto quelli di alta quota, deve essere chiaro che il Club alpino italiano si è attivato e sta lavorando per scongiurare questa ipotesi”, così Antonio Montani, vicepresidente del Cai e responsabile dei rifugi commenta l’articolo a firma Giampaolo Visetti.

E precisa: “Faremo di tutto, sia intervenendo nelle sedi istituzionali per spiegare la differenza che c’è tra rifugio e albergo, sia mettendo a disposizione delle nostre Sezioni e dei rifugisti tutte la risorse disponibili per poter contribuire alla riapertura delle strutture”.

Le modalità della riapertura dei rifugi dipenderanno anche dalle future disposizioni normative sulla Fase 2 dell’attuale emergenza sanitaria. Il Cai farà quindi la propria parte sostenendo Sezioni e rifugi per affrontare questa difficile situazione e per arrivare alla riapertura il prima possibile.

Perché, come scrive correttamente il giornalista: “i rifugi hanno una lunga storia, le famiglie sono lì per passione”. Sono persone che hanno deciso di dedicare la loro vita a un progetto d’amore, quello per la montagna, e che il Club alpino italiano non lascerà mai sole.

Associazione Gestori Rifugi di Lombardia si unisce a SAT e Associazione Gestori Rifugi Trentino

Anche l’Associazione Gestori Rifugi di Lombardia si unisce alla presa di posizione del Coordinamento nazionale rifugi e S.A.T replicando alle prese di posizione espresse da Antonio Montani:

Dal comunicato di Rifugi di Lombardia:

“Insieme a tanti attori del turismo, anche noi viviamo un momento di paura nei confronti di un futuro incerto, sia nell’immediato dell’estate alle porte, sia nel più lungo termine. Come tutte le economie, piccole o grandi, siamo ancora in attesa di intravedere i contorni di questa incertezza, capire quali saranno i limiti imprescindibili – sia reali, in termini di distanza fisica, sia conseguentemente di organizzazione delle nostre attività.

Ad oggi non ci sono disposizioni precise e possiamo solo immaginare ipotetiche soluzioni da mettere in campo per evitare che il nostro settore sprofondi portando con sé le singole realtà di ogni rifugio e lo sforzo che nel tempo abbiamo messo per diffondere e mantenere viva la cultura della montagna di Lombardia.

Oltre un terzo della nostra regione è occupata da un variegato paesaggio montano, con tanti Rifugi che svolgono un importante presidio del territorio, l’attività sportiva e la funzione collettiva, dal controllo dei sentieri alla pulizia dell’ambiente.

Le montagne sono uno dei patrimoni che la natura ha concesso al nostro paese e che come tale ci siamo sempre impegnati a preservare e mantenere in vita, anche attraverso il turismo. Il comunicato completo