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10 Ottobre 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Mikel Zabalza, Juan Vallejo e Iker Madoz scalano l’inviolato Phurbi Txiki (6.140 m) nell’Himalaya nepalese

Juan Vallejo, Mikel Zabalza e Iker Madoz insieme all’autista locale, prima di partire da Kathmandu. Fonte: Diario de Navarra

Ora il team spagnolo si dirigerà verso l’obiettivo principale della spedizione, il Phurbi Chhyachu (6.637 m), dove intende completare la seconda salita assoluta e la prima in stile leggero

Mikel Zabalza, Juan Vallejo e Iker Madoz da un paio di settimane sono nell’Himalaya nepalese, immersi in una spedizione leggera con l’obiettivo di completare la seconda salita assoluta del Phurbi Chhyachu (6.637 m), nel remoto Jugal Himal. I tre alpinistdi spagnoli hanno completato la fase di acclimatazione domenica 8 ottobre con la prima salita di una cima vergine della zona, che hanno battezzato Phurbi Txiki (6.140 m), secondo quanto riportato ieri dalla testata Diario de Navarra.

Secondo le dichiarazioni rilasciate da Mikel Zabalza al giornale, il Phurbi Txiki è “una cima molto vertiginosa”, con poco spazio sul vertice,  tanto che  i tre alpinisti hanno dovuto fare a turno per scattare la foto di vetta.

La salita è avvenuta in stile alpino e con due bivacchi, dopo aver superato una via molto impegnativa.

Una vista sul Phurbi Chhyachu (6.337 m). Il team tenterà lo sperone centrale. Fonte Diario de Navarra

La squadra ora si sta dirigendo ai piedi del Phurbi Chhyachu (6.337 m), obiettivo principale della spedizione. Si tratta di una delle montagne più importanti di questa zona dell’Himalaya. Sorge al confine tra Nepal e Tibet, una ventina di chilometri a sud dello Shisha Pangma.

La sua storia alpinistica è strettamente legata alla scuola giapponese. Già nel 1958 la spedizione guidata da Kyuya Fukata effettuò una prima ricognizione della vetta, ma solo nella primavera del 1982 un gruppo di Osaka guidato da Ichiro Yasuda portò a termine la prima ascensione.

Secondo il resoconto pubblicato su The American Alpine Journal, la spedizione composta da sedici giapponesi e tre sherpa incontrò elevate difficoltà tecniche e dovette installare circa 2.000 metri di corde fisse tra il campo 1, allestito sul ghiacciaio Chhyachunbu (4.350 m), e la vetta. Inoltre, piazzarono 60 chiodi nella roccia e 120 picchetti nella neve. Partita il 2 aprile 1982 dal Campo Base (4.170 m) la spedizione raggiunse la vetta il 1° maggio, con i nepalesi Ang Phuri Lama, Pemba Lama Sherpa e i giapponesi Hajime Takigami, Shintaro Kurokawa, Hiromitu Okamoto, Humihito Ogawa e Takashi Singaki. Un secondo gruppo  ha raggiunto la cima il 3 maggio.

I giapponesi seguirono la cresta sud-ovest e nella loro relazione pubblicata dall’Himalayan Database dichiararono “questa è l’unica via che abbiamo ritenuto possibile” sulla montagna.