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4 Maggio 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Moeses Fiamoncini: “Annapurna, una montagna complicata…”

Moeses Fiamoncini, Annapurna primavera 2022. Fonte Facebook

Fiamoncini: “L’Annapurna è una montagna complicata e sembra scegliere con cura gli scalatori a cui permettere di mettere piede sulla sua cima. Non per altro, in così pochi ce l’hanno fatta. Ci vuole più della forza fisica e psicologica….”

Conclusa da pochi giorni la spedizione all’Annapurna (8.091), Moeses Fiamoncini fa un’analisi oggettiva e dettagliata di questa sua ultima esperienza in quota, cercando di individuare le cause che ne hanno determinato il fallimento.

Lo scalatore brasiliano ha stilato un lungo report a puntate, di cui pubblichiamo due parti, che vi invitiamo a leggere nella sua interezza sui suoi canali social.

Parte 1 – Fine spedizione

“Molti articoli di alpinismo descrivono l’Annapurna e il K2 come le montagne più pericolose del mondo. Ogni scalatore avrà la propria storia. Ho scalato il K2 senza ossigeno supplementare al mio primo tentativo e ho appena concluso il mio secondo tentativo all’Annapurna, senza successo. O forse dovrei dire: con successo, visto che sono tornato vivo.

A  sole due ore dalla vetta, a 7.900 metri, sono stato colto da mal di montagna e ho iniziato ad accusare confusione mentale, vertigini e difficoltà a camminare, oltre a sangue dal naso. Erano le 9 del mattino. Mi sono seduto lì per due ore, anche se sapevo che i sintomi non sarebbero passati. La giornata era bella, soleggiata, poco vento. E il vertice era lì… così vicino.

Quando questo accade, ci sono due alternative: si scende in fretta e ci si riprende, oppure si continua a salire e si corrono i rischi. Ma la decisione di scendere è più difficile che scalare qualsiasi montagna. Mentre ero seduto lì con l’illusione che i miei sintomi potessero scomparire, due alpinisti che scalavano senza l’ausilio di ossigeno supplementare mi hanno superato incoraggiandomi a continuare la salire. È stato doloroso è frustrante ma  ho deciso di scendere.

Due giorni dopo, scendendo con un tempo terribile, sono arrivato al campo base di notte. La mattina dopo, il 30/04 in Nepal, l’elisoccorso era alla ricerca dei due scalatori che mi avevano superato mentre ero seduto lì. Dopo aver raggiunto la vetta hanno avuto difficoltà a tornare al Campo 4 a causa di una tempesta con venti a 60km/h e non sono riusciti a trovare le loro tende. Entrambi hanno subito gravi congelamenti. Ma capisco la loro decisione di continuare a scalare, la capisco come nessun altro! Sono entrambi eccellenti scalatori con molta esperienza. Ho scelto di tornare indietro, ma non li giudico.

Quello che mancava a noi, che non usavamo l’ossigeno supplementare, era l’acclimatazione e quando si parla di Annapurna e di acclimatazione, è una lunga storia che riguarda la spietata posizione geografica e il clima/ di questa montagna, che vi spiegherò in un post successivo…

Moeses Fiamoncini, Annapurna, primavera 2022. Fonte Facebook

Parte 3 – Il Clima particolare dell’Annapurna

Per concludere il resoconto di questa spedizione, abbiamo ancora il fattore meteo, che in montagna è sempre instabile, ma l’Annapurna sembra avere il suo microclima, così unico da non essere lo stesso  delle altre montagne che la circondano.
In questo periodo dell’anno, sopra il Campo 4, [le temperature] cominciano ad oscillare  tra i -35, -45 gradi. Ricordiamo che la cima è a 8.091 metri. Sono temperature simili a quelle della cima dell’Everest, che è molto più alta, a 8.848 metri.

L’Annapurna si trova in una posizione geografica della catena montuosa, soggetta a tanto vento e frequenti nevicate. Oltre al freddo eccessivo, questo riduce le nostre possibilità di beneficiare di alcuni giorni consecutivi di bel tempo per cercare di raggiungere la cima, quella che noi chiamiamo una “finestra”.
La nostra prima finestra di quest’anno indicava che avremmo potuto tentare la vetta il 18 aprile. Siamo partiti il 15 e ci siamo imbattuti in una grande nevicata. Il 16 siamo rimasti bloccati a Campo 2, con 70 centimetri di neve. Siamo tornati indietro!

Il giorno dell’attacco alla vetta, il tempo era davvero buono, con sole e poco vento. Ma il bel tempo in alta montagna non dura mai a lungo. Il giorno più bello del mondo può trasformarsi in una tempesta devastante in pochi minuti. E questo è stato uno dei motivi per cui i miei amici alpinisti si sono persi sulla montagna durante la discesa. Poiché hanno scalato senza l’ausilio di ossigeno supplementare, hanno raggiunto la vetta ore più tardi rispetto a coloro che lo hanno utilizzato. Questo è normale. Tuttavia, mentre noi eravamo al sicuro nelle nostre tende al Campo 4, loro stavano ancora scendendo. E il tempo cambiava.

La discesa dal Campo 4 al Campo Base è stata effettuata con un tempo orribile, ma siamo scesi… ognuno al proprio ritmo. Nel frattempo, i nostri amici hanno trascorso due notti persi sulla montagna, con la tempesta, oltre i 7.000 metri. È incredibile che siano vivi.

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