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8 Febbraio 2024

Ambiente e Territorio · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Trentino Alto Adige

Reinhold Messner: “Gli orsi in Trentino ormai sono troppi”

Reinhold Messner. ©Mountainblog

Messner: “Ci vuole una normativa chiara che rispetti uomini e animali”

“Gli orsi in Trentino? È molto semplice l’analisi…  Ormai sono troppi, bisogna dimezzare il numero. E poi ci vuole una normativa chiara che rispetti uomini e animali»

Lo spiega Reinhold Messner, uno dei più grandi alpinisti di sempre, in un’intervista rilasciata a Enrico Martinet e pubblicata su La Stampa, dove parla della politica sulla gestione degli orsi in Trentino, dopo le polemiche scatenate dalla soppressione dell’esemplare Sonny, M90.

“Sono vicino al mondo dei contadini – dice -, che ora hanno un problema in più, quello dei grandi carnivori, dagli orsi ai lupi. L’orso ha bisogno di grandi spazi. Per questo dico che ce ne sono troppi. Diventano pericolosi se non hanno abbastanza territorio e si avvicinano ai centri abitati. È normale che incontrandoli si abbia paura”.

“Abbatterli quando sono pericolosi, oppure mandarli nei Carpazi, dove lo spazio c’è – prosegue parlando delle possibili soluzioni -. Il mio timore è che su questi temi si faccia una guerra di parole, non certo di opinioni sensate”.

“Le posso dire fin d’ora – aggiunge Messner – che siccome ho parlato di abbattimenti riceverò, come sempre quando esprimo il mio parere sugli orsi, lettere di minaccia anche folli, tipo ‘che sparino a te piuttosto che agli orsi’. Questo accade. Nessuno però pensa agli orsi, ma soltanto alla propria appartenenza, a un qualcosa in cui identificarsi”.

La posizione del CAI sull’abbattimento dell’orso M90

La decisione della Provincia Autonoma di Trento di intervenire sull’orso M90, secondo il Club Alpino Italiano rientra pienamente nelle azioni previste dal Pacobace, oltre a essere stata avallata da Ispra su parere tecnico ed essere stata eseguita dai forestali provinciali.

“Come Cai, attraverso il Gruppo di lavoro sui grandi carnivori, abbiamo sempre ribadito la necessità di garantire la conservazione di popolazioni vitali di orso nel tempo e nel loro complesso, senza “fissarsi” su ogni singolo esemplare”, precisa in un comunicato il sodalizio.

“La strada della contrapposizione ideologica, della strumentalizzazione politica, dei muro contro muro tra associazioni, privati cittadini, comitati e istituzioni ha portato questa situazione ad essere ingovernabile, per di più mettendo nell’angolo la scienza e i tecnici preparati (di cui tra l’altro il Trentino è ricco), per lasciar spazio al sentimento popolare, al populismo e alla chiacchiere da bar e purtroppo ai regolamenti di conti individuali (vedi bracconaggio), che non solo non portano da nessuna parte ma sono davvero intollerabili e passibili dalla legge.

Dispiace naturalmente per l’esemplare ucciso, ma l’azione su M90 sorprende solo per la rapidità d’azione (era radiocollarato in quanto già sotto osservazione da tempo), per il resto tutto come da regole stabilite da molti anni, in tempi non sospetti e poco o nulla applicate purtroppo, spesso per le ragioni di cui sopra.

Ci auguriamo che la solerzia e la rapidità nell’agire della Provincia Autonoma di Trento con l’ordinanza di abbattimento di M90 sia altrettanto utilizzata in tutti gli altri fondamentali aspetti legati alla coesistenza, puntando convintamente sulla prevenzione, limitando così il più possibile il manifestarsi di nuovi orsi confidenti attraverso il posizionamento capillare di cassonetti per rifiuti adeguati a resistere all’azione dei plantigradi e divulgando i comportamenti da evitare nelle “terre dell’orso”.

Come Cai auspichiamo l’inizio di un nuovo corso e una generale presa di coscienza ed abbassamento dei toni, dove venga riallacciato davvero il dialogo con la popolazione in un tessuto sociale dilaniato non solo per la morte del povero Andrea Papi, ma da come la vicenda orso è stata gestita/raccontata/strumentalizzata da politica, media, associazioni negli ultimi anni, ognuno con il proprio fine e le proprie convinzioni, spesso poco o nulla orientate alla reale conservazione della popolazione di orsi e la sicurezza degli abitanti locali in un contesto antropizzato.

Se è accettabile la rimozione di qualche individuo, la credibilità nelle gestione e nella conservazione della popolazione sarebbe maggiore se tornasse evidente e forte la componente di studio e ricerca, di monitoraggio costante della popolazione. Il tutto per avere gli elementi necessari alle scelte gestionali senza la paura di divulgarle nel territorio capillarmente, presentarle e discuterle con la società civile e tutti i portatori d’interessi.

Il Club alpino italiano sta al fianco di chi prende decisioni tecniche basate su valutazioni scientifiche definite, condivise ed approvate (vedi Pacobace), qualsiasi sia il colore politico di chi rappresenta le istituzioni in quel momento, e prende le distanze da chi (politici in primis, ma anche da chi assume posizioni troppo ideologiche su questi temi) contribuisce con la sua azione a creare uno stato di contrapposizione perenne che va a discapito sia della natura che degli abitanti locali.”