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13 Ottobre 2020

Cultura · Alpi Occidentali · Aree Montane · Italia · Piemonte · Festival ed Eventi Cinematografici

“Storie Nostre”. Rassegna di docufilm su personaggi e luoghi della Valle Susa

Storie Nostre, locandina 2020

Tre appuntamenti, a partire dal 16 ottobre, a Susa

L’Associazione Pro Susa, in collaborazione con il Valsusa Fimfest e il patrocinio della Città di Susa, presenta “Storie Nostre”, rassegna di docufilm dedicati a personaggi e a luoghi della Valle di Susa con tre appuntamenti, alle ore 21 dei venerdì 16, 23 e 30 ottobre al Salone Pro Susa, in via Madonna delle Grazie.

L’ingresso è ad offerta libera e contingentato sino ad esaurimento dei posti disponibili, con prenotazione consigliata ai seguenti contatti: tel. 3703562013 – email associazioneprosusa@gmail.com

Gli appuntamenti

Il 16 ottobre è in programma “Francesco Torre – Dai monti al mare” con la proiezione di alcuni docufilm, il 23 ottobre la proiezione di “Maura Viceconte – La vita è una Maratona” e il 30 ottobre di “Noi siamo i figli della Monce”.

Francesco Torre. Fonte: Storie Nostre/press

“Francesco Torre – Dai monti al mare” | 16 ottobre
Nel primo appuntamento della rassegna vengono presentati 3 docufilm: “Francesco Torre e l’Everest”, “Traversata dello Stretto, bici e corsa” e “Moncenisio sottosopra” di Luigi Cantore.
Francesco Torre è un avvocato di Gravere appassionato di alpinismo. Oltre a diverse ascensioni sulle Alpi tra cui Cervino, Monte Bianco, Pelvoux e Gros Glokner, le sue principali imprese sono state le seguenti: nel 2006 il Kilimangiaro in Africa, nel 2012 il Muztagh-Ata in Cina, nel 2013 Ama Dablam, Baruntze, Island Peak e Mera Peak in Nepal, nel 2014 l’Elbrus in Caucaso, nel 2014 il Denali in Alaska, nel 2015 Alpamayo e Vallunarayo in Perù, nel 2016 Everest north-face in Tibet e nel 2017 l’Himlung Himal in Nepal.
Il primo filmato, “Francesco Torre e l’Everest”, documenta l’impresa dell’avvocato portata a compimento il 21 maggio 2016, quando arrivò sul tetto del mondo dopo una ascensione resa ancor più difficile nell’ultimo tratto da difficoltà con l’erogatore di ossigeno. Un’impresa non per tutti, fortemente voluta dopo anni di preparazione, un duro allenamento specifico, e una forza di volontà non comune per portare a termine e realizzare il sogno di tutti gli alpinisti.
Il secondo filmato, “Traversata dello Stretto, bici e corsa”, documenta un’impresa non alpinistica portata del settembre 2018 con tre discipline diverse. L’avvocato ha infatti attraversato lo Stretto di Messina a nuoto, è sceso per 100 chilometri in bicicletta fino alle pendici dell’Etna ed ha quindi risalito il vulcano di corsa, percorrendo 40 chilometri, con 3mila metri di dislivello e in sole 24 ore
Il terzo filmato presentato è “Moncenisio sottosopra”, un documentario dell’Associazione Culturale Moonlive con regia di Luigi Cantore dedicato al valico alpino che separa le Alpi Cozie dalle Alpi Graie, luogo fra terra e cielo, magico insieme di incanto, cornice di maestose montagne che come eterne divinità dall’alto delle loro cime, abbassano lo sguardo e si specchiano in un azzurro lago dagli infiniti toni di colore che muta d’aspetto con il clima e le stagioni.

“Maura Viceconte – La vita è una Maratona” | 23 ottobre

Maura Viceconte. Fonte: Storie Nostre/press

Il documentario di Luigi Cantore fa rivivere la vita umana e sportiva, con le testimonianze di buona parte delle persone che l’hanno accompagnata, di Maura Viceconte, maratoneta e mezzofondista valsusina, primatista italiana dei 10000 metri piani, bronzo nel 1998 nella maratona agli Europei a livello individuale ed argento con la squadra italiana, nella stessa manifestazione valida per la Coppa Europa di maratona.
Alla serata saranno presenti Maria Curatolo e Walter Durbano, Remigio Picco, Andrea Pellissier e Walter Viceconte.
Maria Curatolo ha vinto la medaglia d’argento agli europei di Helsinki 1994 ed è arrivata ottava a Seul 1988. Ha disputato anche i mondiali di corsa campestre, dove vanta un decimo posto nel 1988 come miglior risultato. Walter Durbano è stato uno dei grandi nomi della maratona azzurra. Ha fatto parte della nazionale dal 1981 al 1995, e in carriera ha vinto una medaglia d’argento in Coppa del Mondo nel 1993 a San Sebastian, ed è stato più volte campione italiano di maratona e mezza maratona.
Remigio Picco, Andrea Pellissier, Walter Viceconte

“Noi siamo i figli della Monce” | 30 ottobre

Officine Moncenisio. Fonte: Storie Nostre/press

Le prime presentazioni del docufilm di Luigi Cantore intitolato “Noi siamo i figli della Monce- Storia e storie di una fabbrica-paese del Novecento”, prodotto dal Valsusa Filmfest in collaborazione con il Comune di Condove e l’associazione MoonLive, si sono svolte venerdì 3 e sabato 4 luglio all’interno della Magnetto Wheels di Condove, la fabbrica di cui il docufilm racconta la storia e che tutti conoscevano come le Officine Moncenisio. Gli eventi hanno registrato il tutto esaurito e ottimi riscontri da parte del pubblico, manifestato da lunghi applausi al termine delle proiezioni e il docufilm è stato in seguito presentato in altri appuntamenti in Valle di Susa.
Le riprese e le interviste del film sono state girate tra i mesi di settembre 2019 e gennaio 2020 coinvolgendo nella lavorazione più di 300 persone, nella quasi totalità a titolo volontario.
In un’ora e venti di montaggio, in cui le testimonianze di ex dipendenti e di “figli e nipoti della Monce” si alternano con scene di fiction, molte delle quali prendono spunto proprio dai loro racconti, vengono fatte rivivere vicende e persone che hanno accompagnato la vita e l’epopea della fabbrica, attraversando 70 anni di storia. La fondazione del 1906 ad opera del Cavaliere Fortunato Bauchiero, la produzione post-bellica e della mitica autovettura Temperino, gli anni ’60 in cui la fabbrica era diventata il più grande stabilimento metalmeccanico della Valle di Susa con più di mille dipendenti, la famosa mozione contro la fabbricazione di armi del 1970, il suono dell’ultima sirena nel 1977…

Lo scorso anno, per la presentazione del progetto, la produzione scriveva: “I condovesi di oggi sono un po’ tutti figli e nipoti delle Officine Moncenisio, le esistenze di tante famiglie hanno ruotato per anni intorno alla vita della fabbrica ed i loro tempi influenzati e scanditi, ancor più che dall’orologio, dal suono della sirena che faceva aprire e richiudere il grande portone di Via Torino dove entravano ed uscivano i lavoratori e le lavoratrici, come il soffio d’aria di un mantice che li aspirava ed espirava a ritmo regolare”.