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15 Aprile 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Ungheresi in Himalaya. Csaba Varga tenta il Kangchenjunga, Szilárd Suhajda il Lhotse

Foto: MTI/Mónus Márton. Csaba Varga in partenza per il Nepal dal Liszt Ferenc International Airport il 13 aprile 2022. Fonte ungarn-tv.com

Aggiornamento Flash

Saranno più di 60 gli alpinisti stranieri che in questa stagione tenteranno il Kangchenjunga (8.586 m), il terzo ottomila più alto della Terra. Tecnicamente molto impegnativa, la scalata richiede quattro campi e una lunga giornata di vetta, dall’ultimo campo alla cima, e ritorno.

Alcuni di loro affronteranno la salita senza ossigeno supplementare e senza il  supporto di sherpa. Tuttavia, se saliranno dalla via normale, utilizzeranno corde fisse sistemate precedentemente da una squadra di Sherpa.

L’ungherese Csaba Varga, originario della Transilvania, è al suo secondo tentativo sulla montagna senza O2 supplementare e senza portatori: nella primavera del 2018 raggiunse gli 8.100 metri di quota. Varga è l’unico alpinista ungherese vivente ad avere al suo attivo cinque Ottomila.

Un altro ungherese,  Szilard Suhajda,  sta raggiungendo il campo base dell’Everest. Punta al Lhotse (8.516 m), sempre in uno stile pulito, senza l’ausilio di ossigeno supplementare e portatori d’alta quota. Solo due suoi connazionali, Zsolt Erőss e László Gál, riuscirono a scalare la montagna nel 2011.

La spedizione rientra nell’ambito del progetto “Big Five”, annunciato a gennaio 2022, con cui Szilard intende scalare le cinque vette più alte della Terra (finora ha salito senza ossigeno supplementare il K2 nel 2019).

Lo scalatore sta completando il trekking di avvicinamento al campo base. L’inizio dell’attività alpinistica è programmata per metà maggio, in base alle condizioni meteo, del terreno e dell’acclimatazione.