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19 Gennaio 2010

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SAMUELE SCALET: UN’ALTRA MORTE IN MONTAGNA Sicurezza e montagna: connubio impossibile?

valanga1.jpgPeriodo nero per il mondo dell’alpinismo che negli ultimi mesi ha subito la perdita di numerosi protagonisti: da Tomaz Humar a Michele Fait, da Lino Lacedelli fino alle recentissime perdite di Fabio Giacomelli e Samuele Scalet.

Quest’ultimo è stato ritrovato domenica 17 gennaio senza vita, tra i boschi di Cima Marzola (a pochi chilometri da Trento) dopo che il venerdì precedente si era allontanato per una semplice passeggiata attorno a casa.

Samuele Scalet, di anni 70, era un accademico del CAI, un esperto alpinista ed autore di diversi libri dedicati proprio alle camminate in montagna, una passione questa che lo ha accompagnato fino all’ultimo giorno della sua vita.

La sua morte avviene in un periodo di lutto che ha toccato in modo davvero importante il mondo del CAI e dell’alpinismo. Morti che, nel caso di Scalet come di Humar, Fait e Giacomelli, al di là delle differenze generazionali, hanno comunque sullo sfondo il profilo minaccioso dell’amata montagna. Una natura a cui ci si dedica a tal punto da volerla vivere in prima persona anche al costo della propria vita.

Sicurezza e montagna sembra quindi (anzi, lo è) un connubio molto pericoloso sul quale più volte si sono sollevate accese polemiche. Molto spesso si sente parlare di avventati sciatori che decidono di sperimentare percorsi fuori pista e di sfortunati soccorritori che perdono la vita nel tentativo di salvare chi, per propria colpa o per sfortuna, si trova in situazioni di pericolo. Come abbiamo detto, la montagna miete vittime non solo inesperte ma minaccia l’incolumità anche di chi può vantare esperienza e professionalità decennale. E’ a questo punto quindi che viene da chiedersi se sentiero.bmpsia davvero così “fisiologicamente pericoloso” il rapporto tra uomo e montagna e se si possa fare qualcosa per ridurre il numero di incidenti.

Chi cerca di rispondere a quest’interrogativo è proprio il Club Alpino Italiano che, in collaborazione con il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ha realizzato una campagna permanente per la prevenzione degli incidenti in montagna. Sicuri in Montagna – nome dell’iniziativa – ha quindi origine dal confronto di esperienze di persone che, a vario titolo, dedicano con passione le loro attenzioni ai problemi della sicurezza in montagna.

Il progetto si impegna a non tralasciare alcun settore in cui si esplichi il binomio montagna-sicurezza ed è proprio da questo proposito che hanno avuto origine gli approfondimenti proposti da Sicuri in Montagna. Sette speciali per sette tematiche: Sicuri con la Neve, Sicuri sul Sentiero, Sicuri a Cerca Funghi, Sicuri in Falesia, Sicuri in Ferrata, Il soccorso Alpino e le Scuole di Alpinismo del CAI e Sicuri nell’Escursionismo Senior.

I contenuti dei singoli approfondimenti sono di proprietà del CNSAS. Il download e la stampa dei documenti “pdf” scaricabili direttamente dal sito www.sicurinmontagna.it è concesso ad esclusivo uso personale.

Detto questo però, la questione rimane ancora aperta: per quanto l’uomo si prodighi alla messa in sicurezza delle attività montane non sarà mai possibile avere il pieno controllo di un ambiente che, per sua stessa definizione, si esplica come il rapporto sistemico tra numerosissimi fattori. Nemmeno il buon senso è sufficiente, a volte, ad arginare il pericolo.
E allora? Che si può fare? Come ce la dobbiamo vivere questa “benedetta” montagna? Certo la soluzione è una sola: essere preparati il più possibile, coscienziosi il più possibile  e quando ci si spinge “davvero in alto”, non fa male nemmeno un pizzico di fortuna.

Per maggiori informazioni su Sicuri in Montagna clicca qui. 

Jessica Ceotto