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24 Maggio 2014

Senza categoria

Sassi…

“Voglio sogni duri come le pietre, perché la vita non me li possa distruggere”.
Jim Morrison

Non mi sono mai “tenuto” abbastanza da poter dire di essere un “boulderista”, neanche ai “tempi d’oro”.
Eppure i sassi sono stati il mio primo trampolino verso il cielo, quando, da bambino, mi divertivo a salire e scendere quelli disseminati nei prati della Val Veny e della Val Ferret. Guardavo le Jorasses e la Peuterey sopra di me e fantasticavo di averne scalato un piccolo pezzetto. Anche i giochi adolescenziali nel bosco ruotavano attorno ai sassi, e dovevamo salire su un masso per raggiungere il nostro rifugio segreto. La “banda del pietrone” ci aveno battezzato i nostri rivali.

Vallone di Sea - Polvere di Stelle. Io nel luglio del 1984 durante la realizzazione con M.Casalegno del circuito dedicato a Gian Piero Motti

Vallone di Sea – Polvere di Stelle. Io nel luglio del 1984 durante la realizzazione con M.Casalegno del circuito dedicato a Gian Piero Motti

1986 Massi delle Courbassere (Torino) il "Tetto Kosterlitz" V°(!) anni 80

1986 Massi delle Courbassere (Torino)
io sul “Tetto Kosterlitz” V°(!) anni 80

Una volta intrapresi i rudimenti dell’arrampicata, fu sui massi che sperimentai per la prima volta i miei scarponi nuovi e poi le scarpette a suola liscia. Lì piantai il primo chiodo da roccia e conobbi alcuni dei miei “maestri”.
Passavo ore ed ore su quei grandi massi vicino a casa, a studiare i movimenti, a provare i materiali. Ma soprattutto amavo il contatto arcaico con quella roccia. Vi fu addirittura un arrampicatore che si riteneva di “quelli seri”, che per lungo tempo sostenne che mi vedeva sempre solo “appoggiato ai massi”. Sorrisi spesso, in seguito, guardando verso il fondovalle dalla cima di quelle alte montagne, che infine avevo raggiunto attraverso vie famose e vie nuove… pensandolo laggiù… mentre si “scavava” le prese giuste al posto giusto per ricavarsi il suo spazietto di gloria su qualche monotiro.

1991 - Valle dell'Orco Io sulla fessura Kosterlitz

1991 – Valle dell’Orco
Io sulla fessura Kosterlitz

Ma accanto al gioco delle pareti e delle montagne, anche il gioco dei sassi è continuato e, negli anni, ho accolto con curiosità e con piacere la rinnovate fortune del bouldering. Oggi mi piace seguire le evoluzioni di tanti giovani amici specialisti dei “sassi”, ammirando la dedizione con cui passano interi week-end a spazzolare e provare nuovi passaggi.

2001 - Massi di Cantoira Sulla "fessura dello scorticamento" 6b

2001 – Massi di Cantoira
Sulla “fessura dello scorticamento” 6b

Penso al buon Gian Carlo Grassi ed alla sua capacità di appassionarsi ad una grande parete alpina, tra seracchi sospesi, così come ad una giornata spesa alla ricerca di nuovi passaggi sui massi erratici della bassa Valle di Susa. Davvero, come lui sosteneva, il “sassimo è spazio per la fantasia”.

2004 - Massi di Prà Cistel Sul passaggio della "Prua" 6c

2004 – Massi di Prà Cistel – Val Grande di Lanzo
Sul passaggio della “Prua” 6c

Anche per la cima di un masso può esistere un “sentimento della meta” se si sa vivere una piccola avventura scalandone un versante.
Ed è così che anch’io, sul far della sera o in una bella giornata di sole autunnale, amo ritrovarmi “appoggiato” ai miei massi.

2005 - Massi di Pian della Vercellina - Val Grande di Lanzo In apertura su: "Ortodossia della scalata" 6b+

2005 – Massi di Pian della Vercellina – Val Grande di Lanzo
In apertura su: “Ortodossia della scalata” 6b+