
Juan Pablo Mohr. Fonte: Instagram
Il cileno non abbandona il tentativo alla vetta dell’Everest senza ossigeno supplementare
Il progetto di salire dopo il Lhotse anche l’Everest, senza ossigeno supplementare, è tramontato per Sergi Mingote, che ieri si è ritirato poco dopo aver lasciato Campo 2. I giorni trascorsi in alta quota hanno messo a repentaglio la sua salute e l’alpinista spagnolo non ha ritenuto opportuno tentare la vetta del “tetto del mondo” senza ossigeno supplementare.
Hanno invece deciso di continuare, i suoi compagni di spedizione, il cileno Juan Pablo Mohr (sempre senza ossigeno supplementare) e il brasiliano Moeses Fiamoncini.
A differenza dello spagnolo e del cileno, Fiamoncini non ha raggiunto la vetta del Lhotse ma ha deciso di tentare comunque l’Everest con il supporto di ossigeno supplementare e uno Sherpa.
Attraverso i suoi canali social Juan Pablo Mohr aveva scritto nei giorni scorsi: “Siamo a Campo 2 (6.500 m) e domani 20 andremo a Campo 4 del Lhotse per raccogliere parte dell’attrezzatura che abbiamo lasciato nell’attacco al vertice. Poi il 21 passeremo a C4 dell’Everest, arrivando al Colle Sud, per attaccare, da lì, il 22 la cima dell’Everest. Nonostante tutto quello che è successo in questi ultimi giorni ci sentiamo bene e vogliamo continuare a salire!”