
Nepal. Fonte: himalayantimes.com
Annullati i permessi di scalata per le spedizioni alpinistiche primaverili e sospesi i visti all’arrivo per tutti i turisti stranieri
Dopo la chiusura del versante tibetano alle spedizioni dirette all’Everest, Cho Oyu e Shisha Pangma da parte del governo cinese, anche il Nepal chiude le sue montagne, compreso l’Everest. Una riunione, presieduta dal vice primo ministro Ishwor Pokharel, ha deciso di revocare tutti i permessi per le spedizioni alpinistiche primaverili a causa dell’emergenza Coronavirus e di non rilasciarne dal 14 marzo al 30 aprile 2020. Le norme riguardano anche i trekking.
L’incontro si è tenuto presso l’Ufficio del Primo Ministro e del Consiglio dei Ministri ( OPMCM).
Sospeso anche il visto all’arrivo per tutti i turisti che entrano nel paese dal punto di immigrazione dell’Aeroporto Internazionale Tribhuvan (TIA), dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato COVID-19 una pandemia. “All’inizio, il governo aveva sospeso il visto all’arrivo per i turisti di cinque paesi fortemente colpiti, che ora è stato esteso alla luce della pandemia di COVID-19″, ha dichiarato il portavoce del governo, il ministro Yubaraj Khatiwada.
Per l’economia del Nepal, in particolare per gli operatori locali e le agenzie di trekking, la decisione del governo – seppur comprensibile – è un duro colpo. Intere regioni come quella del Khumbu, attorno all’Everest, o la zona intorno agli ottomila Annapurna e Dhaulagiri, vivono delle entrate generate dalle spedizioni alpinistiche e dai viaggi di trekking.