Come raccontato qualche settimana fa in questo post, Ferrino, insieme al team di “Viaggia con Carlo” ha inaugurato il Ferrino Ararat Base Camp: un nuovo punto di riferimento per chi vuole vivere l’esperienza di scalare la vetta più alta della Turchia. Tre mesi dopo l’inaugurazione, siamo felici di condividere il racconto in prima persona di Claudio Piacentino, tour leader della spedizione, che ha guidato passo dopo passo, nove giorni di avventura, amicizia, fatica ed emozioni indimenticabili sul Monte Ararat.
SALITA AL MONTE ARARAT (Turchia, 8-17 agosto 2025)
Diario di bordo di Claudio Piacentino, tour leader della spedizione.
Giorno 1 | 8 agosto
Buongiorno (o buonanotte?) La sveglia suona alle 3:10. Avrò dormito forse 2 o 3 orette, la testa è già sull’Ararat. Salgo sulla navetta che mi porta in aeroporto. Al check-in inizia la prima sfida: ho un sacco (anzi due) di doni per gli amici curdi. 67 kg di attrezzatura Ferrino e Aku. Scopro che le tare sono diverse di rullo in rullo. Alla fine la ragazza gentilissima della Turkish mi abbuona 6 kg. Binlerce teşekkürler!
Mi ritrovo con i viaggiatori: fin da subito, si crea un bel legame di amicizia e confronto, ci si conosce, si scherza e dai primi racconti si sente che sono camminatori preparati e dalla buona gamba.
Il volo per Istanbul parte in perfetto orario, così come quello interno per Van. Ecco Recep e Ramida, i nostri referenti locali, più che collaboratori, per me sono amici. Ci eravamo lasciati due anni fa con la promessa di rivederci presto. Detto, fatto!
Da lì, abbiamo due ore di relax in hotel: doccia rigenerante, qualche chiaccherata con il gruppo e, in mancanza di una ‘bionda’, mi faccio una Coca-Cola.
Nel pomeriggio visitiamo la fortezza cittadina di Van, splendido esempio della dinastia Urartu, da dove godiamo di un suggestivo tramonto sul lago di Van.
Giorno 2 | 9 agosto
Questa notte ho dormito ben sette ore: un piccolo lusso, considerando il ritmo che ci aspetta. Dopo una colazione salata e abbondante, ci mettiamo in viaggio verso le 10:00 e tra una breve spiegazione della giornata e una sosta al bar con tè e limonata siamo giunti all’ora di pranzo. Mangiato benissimo a poco: adana kebab e pita con bibite e contorni a 9€. Nel pomeriggio raggiungiamo il Nemrut Crater Lake, un vulcano situato a 2.200 m di quota.
All’ingresso però, ci accoglie una triste notizia: a causa di un attacco da parte di un orso verso un uomo, non è consentito dormire nella caldera. Poi sapremo che se l’è andata a cercare.
Ad ogni modo, ci spostiamo poco più a sud su un crinale vista tramonto e, con la collaborazione di tutti, in una quarantina di minuti abbiamo montato tutto il campo, il primo di questa nostra avventura. Bello vedere come ognuno si aiuta con l’altro, senza chiedere nulla in cambio.
Tra foto, video e qualche chiaccherata, verso le 19:30 ci deliziamo con bulgur, verdure crude e zuppa piccante e, dopo un breve briefing, andiamo tutti a nanna alle 22:30.
Giorno 3 | 10 agosto
Sono le 7:00 e siamo già tutti in piedi. Dopo una veloce colazione, ci incamminiamo verso il punto panoramico sul Nemrut: il sentiero è polveroso, ma non impegnativo. Da 2950 mt la vista è impareggiabile. “Questa meta vale da sola il viaggio” la frase più ripetuta dalla maggior parte del gruppo. Tra uno scatto e l’altro, rientriamo al campo quattro ore dopo, dove è ora di smontare le tende, mangiare uno snack per recuperare le energie e ripartire verso Ahlat. Visitiamo il sito archeologico che raggruppa oltre 2000 tombe dell’epoca selgiuchide. Di lì a poco facciamo rifornimento di viveri. Cena anticipata con pita e kebab in un posticino vista lago per raggiungere il campo dello Shupan a 2500 mt. Ultimo sforzo della giornata: montiamo le tende. Partitina a “Solo”, un breve briefing per la giornata successiva e “buonanotte” sognatori.
Giorno 4 | 11 agosto
Sveglia alle 2:00, colazione e partenza. Polvere, sabbia e roccette caratterizzano il percorso e nell’ultima fase della salita arriva il sole – colori da pelle d’oca.
Superiamo un nevaio e affrontiamo un tratto tra rocce taglienti. Qui, serve attenzione e un buon occhio. Arrivati in vetta, la stanchezza è stata abbattuta dalla soddisfazione! Siamo a 4035 mt, sul secondo vulcano della Turchia, la terza vetta più alta del paese.
Poi inizia la lunga discesa, resa complicata (e divertente) dal sentiero scivoloso.
10 ore di cammino ed eccoci al campo. Tanti abbracci e tante fame! Per fortuna, ad aspettarci un pranzo (o cena?) gustoso con pollo alla griglia, taccole con sugo, riso e zuppa. Dopo cena, giochiamo ancora a “Solo”. Il cielo è stellato, è il periodo dei desideri. Ne esprimo uno e andiamo tutti a dormire.
Giorno 5 | 12 agosto
Mi sveglio un’ora prima della sveglia ufficiale, alle 6:00. Dopo la colazione delle 8:00, partiamo in direzione delle cascate Mayazen, sosta non prevista e molto gradita. Siamo vicino al confine con l’Iran, si intravedono le mura di delimitazione. Qualche check-point rallenterà il nostro percorso. Controlli fine a sè stessi. Qui non si respira nulla di teso, solo sorrisi e abbracci. Che popolo i kurdi!
Arriviamo a Dogubeyazit e ci fermiamo per pranzo in un ristorante tipico. Poi andiamo in hotel, dove una doccia e un po’ di riposo, fanno i miracoli. Alle 16:30 siamo pronti per la visita al Palazzo Ishak, ma una bomba d’acqua rovina i piani. La strada viene chiusa, pertanto la visita rimandata. Ad ogni imprevisto c’è sempre un ripiego e decidiamo di perderci per le vie del centro cittadino, assaggiando qualche baklava. La serata si conclude con una cena molto buona a base di adana kebap e pita (stranamente!).
Giorno 6 | 13 agosto
Buongiorno con una colazione deliziosa e vista sull’Ararat. Partiamo per le 9:30 verso il Ferrino Ararat Base Camp by Viaggia con Carlo. All’arrivo mi aspetta un momento davvero toccante: taglio del nastro e alcune parole dedicate a me. Non me lo aspettavo. Sono felice. Pranziamo al campo e ci prendiamo un po’ di tempo libero per riposare. Dopo cena le immancabili partite a “Solo”. La notte cala, è fresca e umida, e i lupi sono nei dintorni. Domani inizia la vera ascesa dell’Ararat.
Giorno 7 | 14 agosto
Colazione con patate e uova all’occhio di bue da leccarsi i baffi (Mustapha prossimo vincitore Masterchef Kurdistan) e partiamo verso il Campo Base 2 a 4200 mslm. Ci mettiamo meno del previsto, per questo allunghiamo la traccia per acclimatarci ancor meglio. Una volta arrivati montiamo nuovamente le tende. Qualche mal di testa, ma tutto sotto controllo.
La cena è servita alle 17 e, dopo un breve briefing per il grande giorno, tutti a nanna. La notte è freddina e ventosa – ci saranno 2-3 °C. Dormo (dormiamo) poco, un mix di altitudine e adrenalina!
Giorno 8 | 15 agosto
Sveglia a mezzanotte, colazione veloce e via verso la vetta. Il ritmo del gruppo è buono. Dai 4.500 in su, il vento si fa sentire e, dopo due soste, alle prime luci del giorno arriviamo finalmente in cima (5.137 mt). La fatica e la soddisfazione si mescolano in un momento bellissimo di condivisione. Lacrime, abbracci, sorrisi. È la mia seconda volta, ma è come fosse ancora la prima! In mezz’ora scattiamo un centinaio di foto. Rientrati al Campo 2 verso le 8:15, ci gustiamo una meritata la seconda colazione. Scendiamo con le tende fino al Campo 1, dove ci attende una doccia rivitalizzante, una cena buonissima e le immancabili partite di routine a “Solo”. La giornata volge al termine con foto di gruppo e una chiaccherata con Recep e Ramida in merito a progetti futuri. Ne avremo da raccontare!
GIORNO 9 | 16 AGOSTO
Colazione energizzante sempre con patate e uova e alle 8 siamo già pronti per la discesa. Un’ora e mezza di cammino che ci riporta al punto di partenza. Ultime foto di gruppo e un hamman rigenerativo che ci coccola dalle 13 alle 14:30. Et voilà! Come nuovi!
Nel pomeriggio un giro per il centro per comprare qualche ricordo e mi ritrovo davanti a una pasticceria, dove mi faccio ingolosire: decido di comprare, alla bellezza di soli 10 euro, una ventina di pasticcini per i miei compagni di viaggio.
Concludiamo la giornata con un tramonto vista Ishak Pasha Palace e ceniamo all’Ararat restaurant. Siamo agli atti conclusivi del viaggio, i ringraziamenti prendono il sopravvento. Il gruppo, fantastico, unito, unico. Recep, Ramida, amici di lavoro, di vita, di progetti, una seconda famiglia. La montagna, la vera artefice di questi incontri.
Ararat, Kurdistan. Non c’è due, senza tre!
INFO: Viaggia con Carlo