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15 Settembre 2025

Ski · Ski Race e Nordic Ski · Cile · Resto del Mondo

Tragedia in Cile, muore lo sciatore azzurro Matteo Franzoso

MF

Tragedia in Cile – muore lo sciatore azzurro Matteo Franzoso

Un incidente in allenamento spegne a 25 anni la carriera e la vita di una delle giovani promesse dello sci italiano

Un drammatico incidente ha tolto la vita a Matteo Franzoso, giovane sciatore azzurro delle Fiamme Gialle, durante una sessione di allenamento a La Parva, località sciistica a 50 km da Santiago del Cile. Aveva compiuto 25 anni e avrebbe festeggiato il suo 26° compleanno il giorno successivo alla tragedia.

Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente è avvenuto su un salto apparentemente innocuo: l’atleta ha perso il controllo, superando due file di reti di protezione e impattando violentemente contro una staccionata situata a circa sette metri dal tracciato. I soccorsi sono stati immediati: trasporto in elicottero all’ospedale di Santiago, ricovero in terapia intensiva e coma farmacologico. Purtroppo, le lesioni alla testa e l’edema cerebrale si sono rivelati fatali.

Chi era Matteo Franzoso

Nato a Genova nel 1999, cresciuto sciisticamente al Sestriere, Franzoso era considerato un atleta di talento e di prospettiva per lo sci italiano. Aveva esordito in Coppa Europa nel 2017, conquistando la vittoria in superG a Zinal nel 2021. In Coppa del Mondo aveva preso parte a 17 gare tra superG e discesa, ottenendo come miglior piazzamento un 28° posto a Cortina d’Ampezzo nel 2023.

Nel 2023 si era laureato campione italiano nella combinata, dimostrando versatilità e determinazione. Tecnici e compagni di squadra lo descrivono come un ragazzo solare, gentile, sempre pronto a sostenere i compagni e a lavorare sodo per crescere sportivamente.

La scomparsa di Matteo Franzoso ha sconvolto non solo la Federazione Italiana Sport Invernali, ma l’intera comunità sportiva nazionale e internazionale. «È un dolore immenso – ha dichiarato il presidente della FISI, Flavio Roda –. Dobbiamo fare tutto il possibile perché simili tragedie non si ripetano».

Oltre i numeri e i risultati, resta il ricordo di un giovane che aveva ancora tutta la vita davanti. Compagni di squadra, allenatori e amici sottolineano la sua generosità, la capacità di affrontare ogni allenamento con entusiasmo e la voglia di emergere senza mai perdere il sorriso.

Il mondo dello sport piange non solo un atleta, ma un ragazzo che incarnava lo spirito di chi vive la montagna con passione, sacrificio e amore profondo per la neve.

La notizia ha riportato alla memoria il caso di Matilde Lorenzi, giovane promessa dello sci italiano, morta lo scorso anno in allenamento. Due tragedie ravvicinate che impongono una riflessione sulla sicurezza dei tracciati e sugli standard delle piste utilizzate per la preparazione agonistica fuori dall’Europa.

Sicurezza in allenamento: un tema aperto

La morte di Franzoso solleva domande cruciali. Le reti di protezione e le barriere laterali sono davvero sufficienti ad arginare i rischi a cui sono esposti atleti che raggiungono velocità elevate? È necessario un aggiornamento delle norme di sicurezza e una supervisione più stringente, soprattutto nelle località estere dove le squadre si recano abitualmente per gli allenamenti pre-stagionali?

Il tragico incidente di Matteo Franzoso non deve restare solo un fatto di cronaca. È un monito a verificare ancora meglio protocolli, investimenti e strategie legate alla sicurezza nello sci agonistico.

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