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26 Settembre 2025

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Bargiel fa la storia: prima discesa integrale dell’Everest con gli sci senza ossigeno

Prima discesa integrale dell’Everest con gli sci senza ossigeno

È un giorno che farà epoca nella storia dell’alpinismo e dello sci estremo: sul Monte Everest è avvenuta la prima discesa integrale sugli sci dal vertice fino al campo base senza l’uso di ossigeno supplementare. Il protagonista di questa impresa è il forte scialpinista polacco Andrzej Bargiel, che ha coronato un sogno tanto audace quanto pericoloso, spingendo ancora oltre i limiti delle imprese alpinistiche.

Secondo le agenzie stampa, Bargiel ha raggiunto la cima dell’Everest (8.848 m) e da lì ha avviato la discesa sugli sci, senza ossigeno supplementare. L’impresa è tanto più impressionante se si considera che l’atleta ha trascorso quasi 16 ore nella “death zone” sopra gli 8.000 metri senza ossigeno, prima di poter iniziare la fase decisiva della discesa.

La discesa ha seguito il percorso classico népalese (via Colle Sud), attraversando tratti estremamente esposti come il celebre Hillary Step, il Colle Sud, il Balcone, e infine la cascata di ghiaccio del Khumbu fino al campo base. Bargiel ha suddiviso la discesa in due giornate, fermandosi una notte al Campo II (circa 6.400 m) prima di completare l’ultima parte all’alba successiva fino al Base Camp.

Il suo team ha evidenziato quanto l’aspetto logistico e di supporto sia stato fondamentale: monitoraggio via droni, supporto tecnico e fotografico, scelta della linea di discesa con attenzione estrema, e una preparazione fisica e mentale al limite.

In sintesi: mai prima d’ora qualcuno era riuscito a scalare e poi discendere l’Everest integralmente con gli sci, senza ricorrere all’ausilio dell’ossigeno artificiale. È una conquista che innalza l’asticella per gli sport estremi di montagna.

Il valore simbolico

Questa impresa segna un punto di svolta nel panorama dello sci alpinismo estremo.

Il valore simbolico è forte: Bargiel entra nella storia dell’alpinismo moderno, a pieno titolo, come uno degli interpreti più radicali delle vertigini alpine. Le sue imprese precedenti, che includono discese sugli sci dai cormi di montagne himalayane (K2, Broad Peak, Shishapangma) senza ossigeno, gli conferiscono un pedigree già di rilievo. SKI+2Red Bull+2

Di certo, questa discesa lancerà un dibattito nel mondo delle spedizioni d’alta quota su quanto “etico” o “responsabile” sia spingere al limite la performance individuale, sul bilancio rischio/valore, ma dalle montagne – si sa – nascono le leggende, nascono le sfide che spingono avanti la frontiera dell’umano.

Non va comunque sottovalutato il forte fattore rischio. Ogni metro oltre gli 8.000 metri espone il corpo a ipossia, edema polmonare e cerebrale, perdita di lucidità, crollo fisico. Uno sciatore che discende da tali altitudini intraprende una discesa su terreni spesso ripidi, fratturati, con cambi di neve improvvisi, pericoli di crepacci, seracchi e valanghe. L’assenza di ossigeno non solo aggiunge stress fisico, ma rende qualsiasi errore più difficile da correggere.

La storia delle discese con gli sci dagli Ottomila

Quando si parla di “discesa integrale con gli sci” su un Ottomila si intende idealmente la capacità di portare gli sci fin sotto la cima (o quasi) e percorrere tutta la discesa fino al base camp o al punto più basso possibile, senza dover abbandonare gli sci per lunghi tratti. In molte imprese finora realizzate, questa “integralità” è stata compromessa da passaggi tecnici, zoccoli di ghiaccio, canali troppo ripidi, tratti di roccia o ghiaccio duro, o condizioni meteorologiche avverse che hanno obbligato ad alternare cammino o mezzi “non sciistici”.

  • 1970 – Yuichiro Miura
    Il pionieristico tentativo giapponese di discesa parziale dall’Everest usando un paracadute come freno, con l’ausilio di ossigeno.

  • Anni 1990 – Hans Kammerlander / Diego Wellig sul Nanga Parbat
    Nel 1990 Kammerlander e Wellig eseguirono una discesa con gli sci del Nanga Parbat a partire da ~8.025 m via la via Kinshofer, ma non dallo stesso apice; quindi non una discesa “perfettamente integrale”.

  • 2000 – Davorin “Davo” Karnicar (Everest)
    Prima discesa sciistica dall’Everest, con ossigeno, dalla cima fino al campo base via la cresta sud.

  • Anni 2000–2010 – altri tentativi e discese parziali su Ottomila convenzionali
    Vari alpinisti/scialpinisti provarono discese da Lhotse, Cho Oyu, Annapurna, Gasherbrum, con tratti a piedi o interruzioni, spesso con ossigeno.

  • 2011 – Cala Cimenti / Manaslu
    Cimenti realizzò in quell’anno la discesa con gli sci dal Manaslu, come primo italiano, ma non in forma integrale (alcune sezioni furono fatte a piedi o stop). Wikipedia+2sherpa-gate.com+2

  • 2017 – Cala Cimenti / Dhaulagiri
    Un’ulteriore discesa parziale, da quota 7.000 m circa, sul Dhaulagiri. sherpa-gate.com+2Wikipedia+2

  • 2019 – Cala Cimenti / Nanga Parbat
    Nell’ambito del progetto Death Zone Freeride, Cimenti e i compagni salirono senza ossigeno e iniziarono la discesa sugli sci da pochi metri sotto la cima, raggiungendo il C4 la prima notte e continuando nei giorni successivi. Alcuni tratti obbligatori furono affrontati a piedi.

  • 2019 – Cala Cimenti / Gasherbrum VII (non Ottomila)
    Cimenti compì la prima salita via diretta e la prima discesa integrale con gli sci su questa montagna di 6.955 m. Non è un Ottomila, ma mostra il suo approccio ad alta quota con feature “discesa integrale”. MountainBlog

  • 2018, 2025 e oltre – Andrzej Bargiel e altri
    Il polacco Bargiel, nel 2018, eseguì la discesa integrale del K2 senza ossigeno, e nel 2025 realizzò quella storica dall’Everest. Questi exploit pongono nuovi standard.

L’impresa di Bargiel segna una nuova frontiera per chi cerca di spingere al massimo le performance tra montagna e sci. Andrzej Bargiel scrive un capitolo straordinario nella storia alpinistica, portando il concetto di “esplorazione sciistica estrema” oltre quanto finora si credeva possibile.

Nel panorama delle discese dagli Ottomila, la sua impresa si inserisce come culmine di una tradizione iniziata con Yuichiro Miura anni fa, passando attraverso Karnicar e altri pionieri, fino alle scalate/discesa in sci moderne.

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