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4 Novembre 2025

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Nepal · Resto del Mondo

Himalaya: morti due alpinisti italiani sul Panbari, altri connazionali ancora dispersi

Himalaya: morti due alpinisti italiani sul Panbari, altri connazionali ancora dispersi

Stefano Farronato e Alessandro Caputo

Stefano Farronato e Alessandro Caputo

È stata confermata la morte di due alpinisti italiani, Stefano Farronato e Alessandro Caputo, dispersi da alcuni giorni sull’Himalaya. I due facevano parte di una spedizione impegnata nella salita del Monte Panbari, una vetta di 6.887 metri situata nella catena del Peri Himal, nel Nepal occidentale, non lontano dal confine con il Tibet. La montagna, poco frequentata e raramente scalata, si trova in un’area remota tra i distretti di Gorkha e Manang: un territorio selvaggio, privo di vie battute e raggiungibile solo dopo giorni di marcia tra villaggi isolati e ghiacciai.

Secondo quanto riportato dalle autorità nepalesi, Farronato e Caputo avevano allestito il Campo 1, a circa 5.000 metri di quota, quando un’improvvisa ondata di maltempo li ha sorpresi. Da quel momento, il 31 ottobre, si erano perse le comunicazioni. L’allarme è stato lanciato dal resto del gruppo – tra cui l’alpinista valdostano Valter Perlino, rimasto al campo base – che ha chiesto l’intervento dei soccorsi locali. Nei giorni successivi le ricerche sono state ostacolate da forti nevicate e da una visibilità quasi nulla.

Il ritrovamento dei corpi è avvenuto il 4 novembre, confermato dalle autorità nepalesi. Le operazioni di recupero restano tuttavia difficili per le condizioni della montagna e per la logistica complessa dell’area. Il Ministero degli Esteri italiano ha fatto sapere che il Consolato Generale a Calcutta – competente anche per il Nepal – sta seguendo da vicino la vicenda e mantiene contatti costanti con le famiglie e con le autorità di Kathmandu.

Stefano Farronato, 37 anni, era un imprenditore di Cassola (Vicenza), appassionato di arrampicata e fondatore della ditta Aforest, specializzata in lavori su fune e arboricoltura. Alessandro Caputo, 28 anni, milanese, lavorava come maestro di sci in Svizzera e coltivava da tempo la passione per l’alpinismo d’alta quota. I due avevano già condiviso diverse esperienze in montagna e avevano scelto il Panbari proprio per il suo carattere solitario e poco esplorato.

La tragedia si inserisce in un quadro più ampio

La Farnesina ha segnalato che altri italiani risultano dispersi in diverse aree dell’Himalaya, forse fino a nove, anche se non tutti appartenenti alla stessa spedizione. Le forti nevicate che hanno colpito l’area nelle ultime settimane hanno reso particolarmente pericolose le vie di salita e di ritorno in molte valli nepalesi, dove in questo periodo si concentrano numerose spedizioni post-monsoniche.
Le ricerche di questi altri connazionali in Nepal proseguono, anche se il maltempo continua a limitare i voli di ricognizione. Le autorità locali e la comunità alpinistica italiana seguono con apprensione gli sviluppi di queste ore.

Il Panbari Himal

Il Panbari Himal

Il Panbari Himal

Il Panbari Himal è una montagna poco nota ma affascinante, situata nel cuore dell’Himalaya occidentale, tra il Manaslu e l’Annapurna. La sua prima ascensione risale al 2006, da parte di un team giapponese guidato da Noboru Yamada, che aprì una via sul versante sud. Da allora la vetta è stata raramente raggiunta: la complessità del terreno, i rischi legati ai seracchi e la distanza dai centri abitati rendono la zona poco adatta alle spedizioni commerciali e ideale solo per gruppi autonomi esperti.

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