Alpinismo, esplorazione e 500 km di discesa in packraft nel cuore del Parco del Nahanni.
Nel nord-ovest del Canada, dove il granito si innalza oltre i seicento metri in guglie isolate e le acque dei fiumi solcano paesaggi intatti, quattro alpinisti italiani stanno dando vita a una spedizione che unisce alpinismo d’avventura e esplorazione fluviale: David Bacci, Giacomo Meliffi, Dario Eynard ed Enrico Bittelli sono partiti per il Cirque of the Unclimbables, una delle mete più remote e iconiche del continente nordamericano.
L’obiettivo? Aprire una nuova via su una delle grandi pareti del Cirque e, una volta conclusa la fase verticale, navigare per circa 500 chilometri sul fiume Nahanni South, a bordo di piccoli packraft, in completa autonomia.
Dove il granito sfida il cielo
Situato nel Parco Nazionale della Riserva Nahanni, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, il Cirque of the Unclimbables è un santuario remoto dell’alpinismo mondiale. Un labirinto di torri verticali che sorge come un’isola rocciosa nel cuore della foresta boreale. Il nome, provocatorio, fu dato nel 1955 dall’esploratore Arnold Wexler, ma è stato smentito negli anni da alcuni tra i più grandi nomi dell’arrampicata mondiale. Ora tocca agli italiani lasciare la loro impronta su questo teatro selvaggio.
Il progetto, sostenuto dal Club Alpino Italiano, si ispira idealmente alla leggendaria spedizione del 1995 di Stefan Glowacz e Kurt Albert, che aprirono “Fitzcarraldo” sul Monte Harrison Smith seguendo un approccio senza supporti aerei. Anche la squadra italiana ha scelto un percorso misto tra aria, terra e fiume, con una visione esplorativa a tutto tondo.
Una spedizione in due atti: roccia e fiume
Il viaggio è iniziato con un volo in idrovolante fino al Glacier Lake, alle porte del Cirque. Da lì, un giorno di trekking tra foreste e torbiere per raggiungere le Fairy Meadows, dove sarà installato il campo base. Lì, gli alpinisti trascorreranno circa due settimane esplorando pareti ancora inviolate e tentando di aprire una nuova via sulle maestose guglie granitiche.
Terminata la fase alpinistica, la spedizione cambierà pelle: gli zaini verranno caricati sui packraft per la discesa integrale del Nahanni South, uno dei fiumi più selvaggi del Canada. Un’esperienza totale, fatta di rapide, silenzi e solitudine, fino al remoto punto di arrivo di Blackstone Landing.
I protagonisti: generazioni e visioni a confronto
La spedizione alpinistica – sostenuta dal Club Alpino Italiano – è un incontro tra diverse generazioni dell’alpinismo italiano:
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David Bacci, 40 anni, guida alpina e membro dei Ragni di Lecco, ha salito alcune tra le pareti più impegnative del pianeta, dal Denali al Cerro Torre.
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Giacomo Meliffi, guida alpina del CAI Eagle Team, ha portato la sua corda dalle Dolomiti alle valli patagoniche, sempre con uno spirito di esplorazione sostenibile.
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Dario Eynard, classe 2000, già noto per le sue solitarie invernali sulle Alpi, è un talento emergente dell’alpinismo di ricerca.
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Enrico Bittelli, il più giovane, unisce pratica e teoria: accademico di Scienze della Terra, arrampicatore solido, realizzerà durante la spedizione uno studio geologico inedito sull’area.
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Notizia è stata riportata da “Lo Scarpone”, la rivista ufficiale del Club Alpino Italiano.
Photo credits: Enrico Bittelli🇺🇸🇮🇹 (@enricobittelli) Instagram